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Steve non sapeva se anche solo una minima parte di quello che stava successo fosse giusta.
Sapeva che era sicuramente sbagliato bloccare al diciannovesimo piano l'ascensore dello S.H.I.E.L.D. come lo era usare lo scudo, il suo scudo, per schermarsi dagli eventuali sguardi. Riguardo al fatto che fosse o meno sbagliato compiere quelle piccole inflazioni perché il suo migliore amico aveva avuto la brillante idea di spingerlo contro il vetro e baciarlo, su quello aveva pareri più che contrastanti.
Doveva ammettere che sul momento le dinamiche della cosa lo avevano spiazzato - un attimo prima il freddo metallico della mano che gli sfiorava una guancia, quello dopo la sua presa ferrea sul fianco e la nuca, unita all'impatto quasi violento con il vetro; tratti distintivi di quel "nuovo" Bucky a cui non si era ancora abituato, ma che non disegnava. C'era da dire che, però, si era ripreso subito: sarebbe stato difficile non farlo, non con le labbra dell'amico quasi fameliche sulle sue e la lingua che già si faceva spazio senza incontrare resistenza. Certo, era strano, dato che per quanto lui ricordasse un'infinità di baci simili a quello - sia quelli scambiati di notte, a distanza di sicurezza dal campo di battaglia, sia ancora prima, quando era talmente minuto che Bucky gli sembrava una montagna - l'altro a malapena ricordava lui, figurarsi quella strana relazione che si era creata. Non che importasse molto, quando una mano del moro gli stringeva con fare possessivo una natica e la sua lingua si muoveva con fin troppa bramosia e familiarità nella sua bocca. Probabilmente la cosa giusta da fare in quel momento sarebbe stata allontanare cautamente Bucky, dargli una pacca sulla spalla e dirgli che forse era meglio che pensasse prima a chi era e poi a quale fosse la posizione più comoda per pomiciare in un ascensore. E Steve era stato quasi sul punto di farlo, per davvero, ne aveva tutta l'intenzione e i motivi: l'amico davvero non ricordava ancora quasi niente, a qualcuno magari sarebbe servito l'ascensore ed i vetri erano trasparenti, per cui in quel momento c'era sicuramente qualcuno che li stava guardando. Motivi validissimi, sicuramente, ma che diventarono solo un eco lontanissimo quando una rapida quanto efficace carezza lungo la coscia gli strappò un gemito appena percepibile, soffocato presto da un gioco di lingua che Bucky doveva aver imparato per forza tra un lavaggio del cervello e l'altro, dato che santa democrazia una cosa così se la sarebbe ricordata anche dopo una vita intera.


Salve. Il titolo è a caso, come tutto il resto, ma questo è solo il frutto del delirio portato dalla scoperta del limone tra Steve e l'agente Credici. E nulla, manco la volevo postare, l'ho scritta solo per le mie amiche tipo. Forse la continuerò mettendoci il p0rn, forse no, chi può dirlo. È tipo una au dove Bucky entra a far parte dello S.H.I.E.L.D.??? Non lo so, non importa, volevo solo farli limonare in ascensore. E riprendermi da Civil War. Rip me.
Byez

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