Vita

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Un miracolo. Fu ciò che dissero i medici quando Luhan tornò a muovere tutti e quattro gli arti del suo corpo, superiori ed inferiori, contemporaneamente. Il bambino si alzò dal letto da solo la mattina seguente e l'infermiera che gli portò la colazione gettò un urlo che echeggiò per tutto l'ospedale.

Un miracolo, dissero loro.

Ma Luhan sapeva che non vi era stato alcun miracolo. Il piccolo inizialmente cercò di spiegare agli zii cosa fosse successo, ma questo finì per procurargli quattro anni di visite da uno psicologo e alcuni (molti) farmaci contro la schizofrenia.

Beh, per lo meno poteva muoversi.

I dieci anni passarono anche troppo in fretta per Luhan e, con il tempo e le sessioni interminabili dallo psicologo, lui finì per dimenticarsi di Sehun. Il giovane cinese adesso aveva 20 anni, frequentava l'università e il suo hobby era giocare a calcio con gli amici. Quando Luhan raccontava alle persone recentemente conosciute che a 10 anni era stato tetraplegico per due mesi, nessuno riusciva a credergli.

"Hanno detto che è stato un miracolo." Luhan commentava con un suo nuovo amico. "Credo di avere un angelo custode che mi protegge..."

Quello che Luhan non sapeva è che, non molto lontano, un demone dal giovane aspetto lo osservava con un impercettibile sorriso sulle labbra. Per Sehun stava arrivando l'ora di prendersi la sua anima.

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Luhan abitava da solo in un piccolo appartamento che era riuscito ad affittare vicino all'università che frequentava. Dopo la morte dei suoi genitori, lui abitò con i suoi zii fino al completamento dei 18 anni di vita, quando si trasferì nella capitale per cercare di essere qualcuno di importante in futuro.

Il problema era che Luhan non si ricordava che non gli rimanessero così tanti anni di vita; per tale motivo, non c'era esattamente moltissimo nel futuro per lui.

Quella sera il giovane cinese entrò nel suo appartamento, lanciò le sue scarpe con noncuranza e fece un bagno. Lui non se lo ricordava, ma erano, quella notte, esattamente dieci anni da quando firmò il patto con il demone dei Venti.

Dopo aver fatto il bagno, Luhan indossò solo un paio si boxer e si sdraiò sul letto. Quel giorno era stato molto stancante e quindi pensò che tutto quello di cui aveva bisogno era una bella notte di sonno.

Si sbagliava.

Le luci erano spente e il silenzio regnava nella camera del cinese quando questo sentì una raffica di vento che invase la stanza in modo brutale. Luhan mise le braccia davanti al suo volto per lo spavento e si sedette nel letto, poco prima che la burrasca finisse. Accese la luce dell'abajur al lato del letto per verificare se la finestra fosse aperta, ma si spaventò quando vide che era completamente chiusa.

E allora lo vide.

Un uomo era fermo in piedi davanti al suo letto mentre lo osservava. Era, apparentemente, più alto dello stesso Luhan e vestiva una camicia bianca con un paio di pantaloni eleganti. I capelli dello sconosciuto erano scompigliati, ma egli tranquillamente sorrideva al giovane sul letto.

"C-Chi sei?" Chiese Luhan spaventato, afferrando le lenzuola per poter nascondere la parte inferiore del suo corpo.

L'uomo di fronte a lui smise di sorridere ed alzò gli occhi al cielo.

"Ottimo. Sapevo che non ti saresti ricordato di me..." Disse l'uomo prima di inarcare un sopracciglio e sorridere. "... Luhan."

"C-Come sai il mio nome? Ci conosciamo?" Luhan chiedeva mentre sforzava gli occhi per cercare di identificare il volto della figura davanti a lui. Nonostante la luce dell'abajur, le ombre invadevano buona parte della stanza.

ImpattoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora