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Il vecchietto si presentò a me, Donovan disse di chiamarsi, ma io decisi che era troppo lungo e sicuramente lo avrei chiamato "lo spelacchiato." ma a lui non lo avrei mai detto, mi avrebbe odiata a morte.

Mi condusse in un corridoio dove tutte le porte erano aperte, e in ogni stanza, o quasi, si potevano vedere i ragazzi e le ragazze, tutti intenti a non far niente.
Mi portò dentro una stanza vuota, e per aprire quella maledetta porta di legno girò le chiavi due volte nella serratura facendo un rumore che ebbe l'eco in tutto il corridoio.

-Questa è la sua stanza.
Troverà il regolamento in quel foglio attaccato li, accanto al comodino.
Buona permanenza, signorina.-

Se ne andò subito lasciando anche la mia porta aperta come le altre.

Aprì il mio nuovo armadio e prendendo i vestiti dalla mia sacca/valigia iniziai a sistemarli a casaccio.
Riempì i due terzi del mobiletto e poi lo richiuso facendo attenzione, sembrava pronto a rompersi.

Guardai la mia stanza.

Aveva una finestra piccola in alto, era sporca ma la luce del sole entrava ugualmente.
Sul lato sinistro della stanza vi era un letto singolo, con delle lenzuola bianche, sul lato frontale alla porta invece vi era una piccola scrivania con dei fogli e una penna.
E sul lato destro della porta invece vi era l'armadio.
Era una stanza piccola e per niente personale.
Non mi sentivo a casa, non mi sentivo niente.
Avrei dovuto fare qualcosa per questa camera.
Per renderla MIA.

Mi avvicinai al letto e lessi le istruzioni sul comportamento.

Niente rumori dopo le 21:30 di sera.
Niente risse e/o litigi.
Niente complotti.
La mattina colazione alle 09:00 in mensa.
Le lezioni inizieranno alle 10:00 fino alle 13:00.
Non sono ammessi telefoni, cose tecnologiche di qualsiasi genere.
No pc.
No ipod.
No tablet.

In pratica mi stavano dicendo che potevo rinunciare alla mia vita di prima.

Sbuffai un po, alzando gli occhi al soffitto, mia mamma odiava quando lo facevo, litigavamo spesso su questo ed io finivo spesso in punizione.
Così per uscire utilizzavo la finestra, roba che anche Lupin mi avrebbe invidiato, visto il poco rumore che facevo ogni volta.

Uscì in corridoio, era buio e le luci lo illuminavano appena, in quanto erano rotte e funzionavano a tratti; l'aria era chiusa e mi sentivo sporca solo a stare li.
La luce più bella proveniva dalle finestre delle camere, che sfociavano dritte sul corridoio.

Vi erano un gruppetto di ragazzi.
Avevano tutti lo stesso tatuaggio, nello stesso posto e stavano a cerchio, parlando fra loro.
In una stanza vidi tre ragazze bionde, sembravano le classiche figlie di papà, vestite tutte di rosa e bianco, che schifo.

Infine vidi una porta semi aperta con una ragazza sdraiata su un letto che cantava.
Aveva i capelli corti e corvini, un piercing al labbro inferiore sul lato destro e un tatuaggio sul braccio.
Si accorse che la stavo guardando e si sedette sul letto, facendo un piccolo sorriso.


-Ehi fantasmino, entra!-
Aprì il suo piccolo portone, era pieno di adesivi, di teschi e scritte; entrai e mi fermai sulla soglia.
Quella ragazza aveva personalizzato la sua camera, mi chiesi da quanto tempo fosse lì.

-Io sono Alexis, piacere mio!- mi fece spazio sul letto e picchiettano la mano sul posto dove era seduta prima mi invitò a sedermi.

-Io sono Chloe, piacere mio-

Mi guardò, anzi, esaminò come un leone prima di catturare la sua preda.

-Sai, Chloe- sfoderò un sorriso sul lato sinistro del suo viso -ho come l'impressione che diventeremo grandi amiche.-

Dangerous. || harrystyles ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora