Presente: Quarantuno

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"Non fatelo," lo pregai, guardandolo oltre la spalla. "Farà male, vostro onore."

Il fuoco si accese nei suoi occhi quando capì e si appoggiò a me, spingendosi in avanti con determinazione. I miei occhi si riempirono di lacrime, il mio respiro diventò agitato. Oh, il dolore.

Si mosse avanti e indietro, avanti e indietro finché sfuggì alla sua resistenza e, con un grido trionfante, andò in profondità.

Urlò dietro di me, in modo profondo e selvaggio. Non avevo mai sentito un suono del genere.

"Oh. Oh."

Cath.
Cath.
Cath.

Tremò, spingendo a una profondità minore, ma poi sentii i suoi fianchi contro il mio fondoschiena e i movimenti veloci della sua lunghezza mentre si calmava.

"Tutto questo è vergognoso," gemette e si piegò all'indietro, tirandomi sopra di lui mentre si muoveva. "È euforico."

La sua mano avvolse il mio bacino, fino a toccarmi.

"Sei bagnata come un lago. Dio." E poi mi strofinò, stuzzicandomi. "Sei amorale." Ma la sua voce tremò per il piacere. Un'altra carezza. "Il regno dovrebbe sapere delle cose degradanti per le quali mi preghi. È peccato. È ignobile." Stuzzicò i nervi in mezzo alle mie gambe, facendo dei piccoli movimenti circolari, che insieme a quelli brutali dentro di me, creò un grande contrasto. Mi strinse con le dita scivolose, toccandomi.

Il piacere era fragoroso, era troppo, così caddi in avanti, ma lui mi prese e mi riempì nuovamente con la sua lunghezza, facendomi sussultare quando mi allargò, come non avevo mai immaginato.

Mi tirò su e avvolse un braccio intorno al mio petto, l'altra mano afferrò uno dei miei seni mentre premeva i denti contro la mia schiena. Harry gemette e poi iniziò a spingere verso l'alto in modo così forte e veloce, che non riuscivo a prendere fiato.

"Cath!" Gridò. "Il piacere-"

Riuscii solo a sussultare, posseduta dal sollievo.

"Sono troppo vicino. Sono troppo vicino," gemette ancora e ancora.

Si mosse violentemente dentro di me, i suoi denti penetrarono la pelle della mia spalla mentre con l'altra mano mi sculacciava e mi strofinava in mezzo alle gambe, finché graffiai la sua pancia con le mie unghie, nel disperato bisogno di sfuggire al dolore, al piacere e all'idea che non sarei sopravvissuta se avesse continuato a ingrandirsi. Se fossi crollata completamente come credevo.

Ma con la sua mano e le sue dita contro di me, gridai mentre cadevo a pezzi e lui mi mordeva fino a far uscire sangue, altrettanto perso e violento come avevo bisogno che fosse.

Sporse continuamente i fianchi in avanti, con movimenti tremanti che, infine, lo fecero ruggire nel mio orecchio mentre si liberava, stringendo i miei seni così forte, che sapevo si sarebbero creati dei lividi.

Si immobilizzò, stringendomi a lui, mentre il suo petto si alzava e abbassava velocemente.

Il silenzio che seguì era surreale. Era come se il mondo fosse scomparso e fossimo rimasti solo noi.

"Che cosa ho fatto?" Sussurrò, lasciando vari baci sulla mia spalla morsa fino al mio orecchio. "Amore mio... adesso mi appartieni, non è vero?"

"Hai fatto quello che ti ho chiesto." La mia voce era densa come il miele. Posai la testa nell'incavo del suo collo. "Forse sei tu ad appartenermi."

Con una piccola risata, Harry si allontanò attentamente da me, sussultando quando si liberò e poi mi portò sul letto. Si piegò con un recipiente pieno d'acqua e uno straccio, prendendosi cura di me e poi di sé stesso.

No Fury [Italian translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora