13. La scuola è un campo di battaglia

Comincia dall'inizio
                                    

Lance:
Sei stata epica 😎
La sua faccia è stata memorabile, ma non come intendono gli altri! Era così ridicola che non ho fatto a meno di ridere! 😝 Non ti dispiace vero se ho passato il tuo numero a Hebe? Me l'ha chiesto lei. Ci si vede da Lamus 😉 ancora brava!

Sul mio volto comparve un sorriso. Lui non lo poteva sapere ma quel sostegno mi era stato indispensabile. Fu la conferma che avevo scelto la strada giusta. Poco dopo arrivò un altro messaggio da un numero sconosciuto.

Mi serviva il tuo telefono per contattarti per Biologia... Me l'ha dato Lance. So che sai fare due più due quindi avrai capito chi sono. Comunque... Hai la mia stima. Hai fatto bene, quella Barbie di Sgualdrinolandia se lo meritava e tu sei uscita con stile. Forse non fai schifo come sembri. Ci si sente.

Sorrisi a quel messaggio. Nonostante il tono duro, era un messaggio pieno di qualcosa che mi serviva veramente. Apprezzamento sincero per qualcosa che avevo fatto. Salvai il numero di Hebe e attesi la fine della lezione con l'umore molto migliore di prima.

Hebe:
Ah, il vostro teatro davanti scuola ha fatto dimenticare a tutti il fatto che ho "fregato" il ragazzo a Daia. Quindi grazie per questo. Povero Tony che non sa nulla di questo!

Risi.
La lezione di musica fu una noia assurda. Attendevo con ansia l'ora di letteratura per la mia prima volta. Iniziai a camminare velocemente per i corridoi, cercando di ignorare i mormorii. Raggiunsi il mio armadietto e iniziai a sostituire i libri dopo averlo aperto con il codice. Una figura mi si parò accanto, sbattendo la mano sull'armadietto adiacente. Sobbalzai e mi voltai verso la figura. «Ah, Jason» dissi continuando a mettere a posto lo zaino. Poi mi controllai i capelli tranquillamente davanti allo specchio sulla portiera, intravedendo attraverso il riflesso i begli occhi del ragazzo. «Voglio sapere perché hai detto a tutti che io e Daia abbiamo... Qualcosa» disse inarcando le sopracciglia. Mi voltai verso di lui «Ti devono essere giunte voci sbagliate. Io non ho mai detto nulla di simile.» dissi sfruttando il momento per applicarmi il rossetto. «Come no! Nessuno doveva saperlo» disse «Beh, te la stai prendendo con la persona sbagliata. Nemmeno io lo sapevo, non mi hai detto che ti scopavi la mia migliore amica quando mi frequentavi» dissi impassibile. Il mento di Jason guizzò in una smorfia di rabbia. «Daia aveva ragione su di te» mi disse. Mi irrigidii a quelle parole. Mentalmente mi continuavo a dire che non mi potevano fare niente, ma il mio cervello non mi obbediva e iniziava a fare supposizioni dolorose. Daia mi ha sempre presa in giro con lui? Anche quando le confessavo quello che gli avrei voluto fare? Quante cose me ne diceva dietro? È mai stata sincera con me? Mi è mai stata amica? «Se intendi che era l'unica dotata di cervello in quel gruppo di idioti, sì, aveva ragione» intervenne una voce che riconobbi immediatamente. «Daniels, non sono cazzi tuoi» rispose Jason. «Cos'è questo tono duro? Pensavo che volessi uscire con me» fece lei piegando la testa e assumendo un'espressione innocente. Jason la guardò male. «Non fare la finta buona. È una cosa tra me e lei.» riprese il ragazzo. «È una cosa dell'intera scuola. Perché vi stanno fissando tutti.» disse la ragazza tranquillamente. «Poi la ragazza mi servirebbe. Abbiamo un progetto di scienze da finire perché vogliamo ottenere voti alti... Cosa che tu non comprendi, ovvio» disse questa. Jason si guardò intorno e poi si rivolse di nuovo a me. «Vorrei parlarne oggi a fine scuola. Al campo.» poi guardò per l'ultima volta Hebe. Prese lo zaino e se ne andò per la sua strada. Hebe prese a camminare in direzione dell'aula di letteratura e io mi affrettai a chiudere l'armadietto e raggiungerla. «Lo pensi veramente?» le chiesi «Cosa?» mi chiese «Che sono l'unica dotata di cervello in quel gruppo... Insomma, detto da te è un grandissimo complimento.» le dissi «Sì» si limitò a rispondere «Sei l'unica che posso sopportare» disse entrando in classe. Un braccio mi avvolse le spalle. «Ehi!» la chioma riccioluta di Lance mi coprì la visuale. «Come sta l'eroina del giorno?» mi chiese divertito «Bene» gli sorrisi. «Benissimo!» esclamai ripensando alla faccia di Daia che era stata veramente epica. «Così si fa!» esclamò lui «Ora potrai passare più tempo con gente che ti merita.» mi sorrise per poi staccarsi ed andare al suo posto. Sorrisi felice. Sì. Forse avevo fatto la scelta giusta.
Ma la felicità venne smorzata dal test a sorpresa di Lamus. Bastardo!

Al termine delle lezioni mi diressi verso il campo. Sarà solo una conversazione. Mi continuavo a ripetere.
Jason mi raggiunse. Era solo. «Ho parlato con Daia» disse il ragazzo «Che grande forza di volontà» borbottai. «E ho deciso che io e te non ci sentiremo più» affermò con finto dispiacere sul volto. Spalancai la bocca con stupore. «Scusa ma quando mai ti ho fatto intendere che volevo continuare a vederti?» chiesi scioccata «Tu hai una cotta per me. Lo so Azura, inutile mentirmi. Daia mi ha detto che mi volevi» disse ghignando. Oddio non posso aver davvero perso la testa per uno come lui! «Guarda Jason... Capisco che il tuo ego non ti permetta di capirlo ma... Non ho più voluto avere a che fare con te dalla prima volta che abbiamo fatto sesso» cercai di non offendere la sua virilità. «Cerchi di tenere testa al tuo orgoglio mentendo a te stessa? Lo so che ci stai rimandando male... Come tutte le altre ragazze del resto...» sussurrò a pochi centimetri da me. Quelle parole mi fecero partire la pazienza. Ma chi cazzo si credeva di essere a trattare le ragazze in questo modo? «Sai una cosa? Fai schifo Jason. Ci sono modi e modi per mollare una persona, ma tu lo fai con gusto, ti diverti a vedere le sofferenze altrui, sei un bastardo! Ma cosa dico! È un offesa per tutti i bastardi dell'universo! Tu sei oltremondo stronzo!» esclamai. «Puttana» commentò semplicemente lui voltandosi per andare via. «Ma come "puttana"! Non ha nemmeno senso in questo contesto!» sbuffai anche se non mi poteva più sentire.

Raggiunsi l'auto dei gemelli che mi aspettavano entrambi fuori dalla macchina. Ace mi sorrise raggiante «Ti ho mai detto che non ho mai sopportato la tua compagnia?» chiese subito «No?» dissi inarcando un sopracciglio «Cazzo! Ora te lo posso dire! Non li sopporto! Soprattuto quella Bethany!» esclamò teatrale «Aspetta... Non hai fatto pace con la capo branco vero?» mi chiese bloccandosi all'improvviso. Scossi la testa. «Come stai Zhur?» mi chiese invece Arn premuroso. «Bene! Perché me lo chiedi?» gli sorrisi. «Sai che puoi sempre contare su di noi vero?» continuò lui. «Sì lo so, fratelloni!» esclamai dando una pacca a tutti e due sul braccio. Felice anche per il fatto che Arn avesse utilizzato "noi" riferendosi a loro due. Uniti come un tempo. «E poi stasera cucino io! Vi preparerò una cena da re!» esclamai fiondandomi sul sedile del guidatore per poi pretendere le chiavi. Mi lasciarono fare.

Angolo Autrice

Non so che dire... Sopra c'è un'attrice che mi ispira un sacco Hebe Daniels! Elizabeth Gilles credo sia il suo nome.

Insicura (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora