Capitolo 1

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Cammino svelta con in mano il bicchiere di caffè caldo Starbucks,tentando di aggirare il più possibile il traffico mattutino di New York.
È stata una brutta mattinata: mi sono svegliata tardi, i capelli sono un disastro e il cielo scuro incombe sopra la città, minacciando pioggia, in aggiunta, sono in ritardo per la scuola.
Una strana sensazione mi pervade lo stomaco, come se quella mattinata sarebbe dovuta peggiorare ulteriormente.
Guardo il cellulare: 7.58; è molto più tardi di quanto avessi pensato, blocco con un 'clic' il cellulare e decido di prendere una scorciatoia tra gli stretti vicoli della città.
Quasi corro e mi imbatto in delle pozze inzuppando di acqua sporca le mie converse nere. Continuo a correre,sempre più veloce,e svolto varie volte senza quasi pensarci ormai, conosco troppo bene la città e ormai non ha più segreti per me.
Sento vibrare il cellulare nella tasca della felpa; è Claire, la mia migliore amica.
«Pronto, Claire.» dico rispondendo alla chiamata.
«Charlotte dove sei finita? È più di 10 minuti che ti aspetto davanti a scuola!» esclama lei.
«Si lo so, scusami ma è stata una brutta mattinata, la sveglia non ha suonato e...» smetto di parlare perché vengo distratta da un rumore di passi dietro di me che già persisteva
«Charlotte ci sei?!» sento Claire che parla dal cellulare, raccolgo il libro da terra e mi volto, notando che due uomini di grossa stazza mi stavano seguendo.
Uno di loro si porta due dita all'orecchio e dice:«Base, ho trovato il soggetto..» non riesco a parlare, non capivo cosa stava accadendo, per la prima volta nella mia vita avevo davvero paura,«procediamo con la cattura.» l'altro uomo sulla sinistra tira fuori una pistola e spara contro di me, non riesco a dire niente, neppure riesco ad urlare,allungo solamente una mano come se potesse servire a difendermi e aspetto l'impatto del proiettile. Ma niente di tutto ciò  accade. Abbasso lo sguardo e trovo il piccolo dardo a terra accartocciato su se stesso: sono stata io a fare ciò? Come può essere possibile? E prima che posso cercare una risposta plausibile alle mie domande una scossa mi pare dal fianco e mi invade il corpo, urlo per il dolore a denti stretti e noto che l'uomo che prima aveva parlato all'auricolare mi sta puntando una stecca che scarica elettricità sul fianco da dove è partito il dolore, poi la vista si abbuia e cado a terra sentendo le gambe molli e impotenti, e in un attimo perdo i sensi.
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Mi risveglio sussultando e di scatto apro gli occhi, un forte dolore mi martella in testa,tento di attenuarlo massaggiandomi le tempie ma quando provo a tirare su le braccia noto che ho il polsi e gli avambracci tenuti fermi da dei lacci di cuoio fissati saldamente a un tavolino in metallo, e così anche le caviglie e il collo. Oltre al forte mal di testa provo anche un forte senso di soffocamento, dovuto alla stretta cinghia intorno al collo.
Inizio solo dopo alcuni minuti a mettere a fuoco la vista e vedo dove mi trovo, probabilmente in un laboratorio o una sala operatoria: intorno vi sono strani apparecchi che però non sono comuni nelle sale operatorie, e ancora microscopi, moderni computer e una macchina che assomiglia a quelle presenti negli ospedali che segnano le funzioni vitale del paziente,ma questa sembra registrare altri valori i cui nomi però, sono scritti in una lingua che non conosco, ipotizzo possa essere tedesco o una lingua simile; molti fili partono da quel monitor e alcuni essi sono collegati ad aghi, uno dei quali si trova nel mio braccio sinistro, o a delle specie di piastrine messe sul mio petto e sulle mie tempie;una forte luce a led circolare mi sovrasta, alla mia destra si trova un tavolino con delle bisturi, forbici e altri strumenti che non riconosco, delle siringhe contenenti liquidi di vari colori.
L'ago che ho nel braccio mi sta estraendo del sangue e a qualche metro di distanza dal mio lettino si trova un uomo che ne sta analizzando dei campioni al microscopio e continuamente digita informazioni al computer.
Sposto lo sguardo su un'altra parete dove si trova un dettaglio che mi colpisce subito: un grosso teschio da cui partono 6 tentacoli e sotto una scritta a caratteri cubitali : HYDRA.

Sono ancora stordita ma riesco a sentire due uomini che parlano tra loro leggendo ciò che lo scienziato al microscopio stava scrivendo, parlano entrambi con un forte accento straniero: «È chiaramente una di loro, ma la sua mutazione ha qualcosa di strano, ne ho visti molti di mutanti ma mai nel loro DNA presentavano una mutazione con una tale struttura.» dice l'uomo con accento tedesco,« Sembra che abbia più DNA mutati fusi insieme..potrebbe essere una sorta di qualche super mutante.» a parlare adesso era l'altro uomo, probabilmente russo. Non si erano ancora girati verso di me;  l'uomo al microscopio alza lo sguardo dallo strumento, si poggia i piccoli occhiali circolari sul naso, «Signori, siamo davanti a qualcosa mai visto fino ad ora,» scorre con il mouse e clicca un paio di volte sul computer, adesso  lo schermo del computer è proiettato sulla parete sovrastante ad esso, «come possiamo vedere dal grafico, il DNA del soggetto comprende migliaia, forse milioni, di mutazioni,» probabilmente vari schemi di DNA si sovrappongono a quello che presumo essere il mio e tutti in qualche modo combaciano con esso,«DNA di telepatici, mutanti dotati della capacità del volo, di super forza, di telecinesi, di rigenerazione e altre innumerevoli caratteristiche sono racchiusi in un unico DNA,» fa una breve pausa,«il suo.» e con un dito mi indica, sento il gelo invadermi le vene e i tre uomini si girano verso di me,« il nostro gioiellino finalmente si è svegliato.» un sorriso malato compare sul viso del tedesco, «procediamo con gli esperimenti e l'estrazione del DNA,» dice, «Dottor Ivanov,» continua, probabilmente riferendosi allo scienziato russo,« vada a chiamare il Signor Andrew, lui conseguirà i primi esperimenti.»
Il tedesco prende alcuni strumenti da uno sportello,tra cui un grosso ago, e pochi minuti dopo Ivanov torna con quello credo essere il Signor Andrew,«Bene, sono già pronto per procedere, Ivanov lei mi assisterà mentre il signor Hoffmann,» disse riferendosi probabilmente all'uomo con accento tedesco,«lei gentilmente documenterà l'operazione.» i due uomini fecero un cenno di approvazione,«Procediamo. -fece una breve pausa e continuò- Bisturi, signor Ivanov.» l'uomo gli passo lo strumento che brillo alla luce a led sopra di me,«eseguo un taglio nel braccio per prelevare un campione di tessuto.» dice l'uomo e Hoffmann scrive il tutto velocemente;sentivo il cuore che mi batteva in gola e gocce di sudore freddo mi colavano dalla fronte; il signor Andrew stava per procedere con l'incisione quando si volta di scatto e conficca il bisturi nella gola del russo; sgrano gli occhi alla vista del sangue che zampilla dalla gola di quello, Andrew si stava come...trasformando: delle scaglie blu prendono il posto della pelle chiara e dei suoi vestiti e mutarono in una donna dagli occhi gialli e i capelli rosso scuro. Una freccia provenienti dal lucernario sul soffitto del laboratorio, colpisce al petto Hoffmann che sta tentando di tirare fuori la sua pistola, la donna sottrae una pistola ad una delle guardie che stanno irrompendo nella stanza, probabilmente allarmate da tutto quel rumore, e poi il muro viene letteralmente sfondato da una sorta di braccio metallico, creando un varco: da quell'entrata giunge nella stanza un'uomo e noto che il suo braccio sinistro è sostituito da un braccio in metallo e sulla spalla ha una stella rossa; egli è seguito da una ragazza poco più giovane di lui dai capelli rossi e una tuta con una 'X' sul petto, la ragazza sposta senza alcuno sforzo le macerie per facilitare la loro entrata, usando solamente qualche fluido movimento delle mani.
Che diavolo stava succedendo? È l'unica cosa che riesco a pensare.
L'uomo con il braccio in metallo, dopo aver steso alcune guardie, viene verso di me e con facilità slaccia le cinghie che mi costringono al tavolo, intanto riesco a togliermi le piastrine e l'ago che ho nel braccio con mani tremanti, scendo la lettino ma sento le gambe cedere,«riesci a camminare?» mi chiede l'uomo con il braccio in metallo, dall'altra parte della stanza spunta un altro uomo, stavolta lui aveva in mano un grande arco nero e sulle spalle una faretra piena di frecce «Bucky dobbiamo andare!» e lui senza aspettare una mia risposta mi prende in braccio e mi porta fuori da quel laboratorio. Seguendo gli altri, vengo portata in un furgone, non so cosa dire, non so cosa fare, chi sono loro? Dovrei fidarmi? La donna in blu cambia nuovamente aspetto e adesso è una ragazza poco più grande di me con gli occhi chiari e capelli biondi, si volta verso di me e con un sorriso dice :« Non devi preoccuparti, sei al sicuro, una volta arrivati alla scuola, tutto ti verrà chiarito.»,ma ancora non sono tranquilla.
Al posto del guidatore, nel furgone, siede un altro uomo in un elegante completo nero e scuri occhiali da sole, «Parti, Stark.» dice la ragazza bionda, quasi facendolo suonare come un ordine. L'uomo rotea gli occhi e mette in moto il mezzo, aspetta che tutti abbiano preso posto, «Potresti anche essere più gentile, Raven.» dice l'uomo al volante, quasi ammiccando, poi fa partire il furgone.

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