Il mio scrivere è chiassoso
come il bongo dell'ottentotto:non s'ammanta in un lieve peplo,
non sfiora gli astri con il capo,
non imbelletta i miei tratti rudi,
non è carta da parati per salotti buoni...I miei sono versi nel senso zoologico del termine.
Barcollano molesti come ubriachi claudicanti,
con risibile sicumera bestemmiano alle stelle,
nella cloaca dimorano, sotto la torre d'avorio;
mi scroccano sempre del tempo e poi mi chiedono:
- Che c'hai da accende? -Maledetti filistei d'inchiostro e sangue,
bvutti buzzuvvi che non compvendono l'avte!Occupate le mie stanze abbandonate,
strimpellate schifosi blues sublunari,
siete duri a venir fuori e addosso ai fogli,
neanche comprendete d'allungarvi un po' troppo...Il rantolare vostro non infonde vita
al frammento, strappato da chissà dove
e di turpiloquio invano imbrattato.Siete solo suoni singhiozzati,
evasi celermente ed in tempo incatenati:del vostro stonare allagatemi il petto,
che possa io annegarmi l'anima
nell'illusione di valere qualcosa...
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Nenie
PoetrySelezione accurata di versi (animaleschi) composti durante la mia spensierata adolescenza.