« Che ore sono? » Brenda si stiracchiò sul sedile del passeggero. Gally diede un'occhiata allo schermo del suo cellulare e « Le quattro », rispose con uno sbadiglio. Teresa sbadigliò a sua volta, Thomas la imitò e nel giro di alcuni secondi tutti e cinque si ritrovarono con una mano sulla bocca e gli occhi umidi di lacrime.
« Ho sonno », si lamentò Teresa, ricevendo uno sbuffo in risposta da Minho. Si raggomitolò contro il fianco di Thomas e chiuse gli occhi. Erano lì da almeno venti minuti, l'auto parcheggiata in un parco. Erano arrivati in quel posto con due auto, quella di Minho e quella di Teresa, che ora giaceva vuota e abbandonata lì accanto.
« Avevo dimenticato quanto fosse noioso aspettare l'alba », bofonchiò Gally, bloccando il suo telefonino. Si sistemò meglio sul sedile posteriore e chiuse gli occhi. « Io dormo, svegliatemi quando ci sarà un po' di luce ».
Minho si voltò, aggrottando le sopracciglia. « Siete dei deboli », disse, ma i suoi occhi socchiusi e le palpebre pesanti la dicevano lunga sulla sua stanchezza. « Dobbiamo restare svegli, okay? È una questione di principio ».
Thomas alzò gli occhi al cielo. « Allora accomodati, dato che ci tieni tanto. Non credo che qualcuno qui voglia fermarti ».
Brenda si mise in ginocchio sul sedile del passeggero in modo da fronteggiarne lo schienale. « Facciamo un gioco ».
Gally grugnì. « Vi prego, no ».
Brenda alzò le mani in segno di resa. « Come non detto, stavo scherzando ».
« Non prenderla sul personale, ma ne ho abbastanza di giochi stupidi ». Gally si strofinò le braccia con le mani e osservò il panorama all'esterno. Il parco non era deserto: a qualche metro di distanza erano parcheggiate due automobili e ancora più in là alcuni ragazzi occupavano una panchina, avvolti in coperte spesse, i volti quasi invisibili al di sotto delle ampie sciarpe che li avvolgevano. Gally notò che alcuni di loro stavano bevendo qualcosa e allungò il collo per osservare Minho attraverso lo specchietto retrovisore. « Non abbiamo niente da bere? Mi sto congelando ».
Minho arrossì e scosse la testa. « No, niente. Mi dispiace ».
« Non fare il rincaspiato, pive », lo rimbrottò Thomas. « Hai sempre una bottiglia di roba nel cruscotto. Un sorso ciascuno e ci riscaldiamo un po' ».
Brenda inarcò un sopracciglio e si allungò per aprire il vano portaoggetti: vi trovò una piccola bottiglia contenente liquido trasparente. La afferrò e la porse a Minho, che incrociò le braccia sul petto e fece di no con la testa. « Non volevo mica passare per un alcolizzato. Grazie dell'appoggio, ragazzi, significa davvero molto per me ».
Brenda scoppiò a ridere e stappò la bottiglia. Se la avvicinò alle labbra e ne mandò giù un lungo sorso, tossendo subito dopo. L'alcool le aveva bruciato la gola e l'esofago e ora aveva raggiunto il suo stomaco, lambendo le sue pareti come fuoco liquido. « Non penso che tu sia un alcolizzato », disse Brenda tra un colpo di tosse e l'altro. Minho le si avvicinò per accertarsi che stesse bene.
Thomas roteò gli occhi. « Credi che farei uscire la mia sorellastra con un alcolizzato, anche se fosse la sua anima gemella? Se lo pensi, be', pensaci ancora perché sei confuso ».
« O stupido », precisò Teresa con un sorriso storto, afferrando la bottiglia che Brenda le stava porgendo attraverso i due sedili anteriori.
« Decisamente stupido », la sostenne Gally, ghignando apertamente.
Minho li fulminò con lo sguardo e alzò le braccia verso l'alto in un gesto teatrale. « Vi siete coalizzati? È una sorta di ammutinamento? Questo è bullismo ».
Tutti scoppiarono a ridere e Teresa rischiò di sputare via l'alcol che aveva in bocca. Si sforzò di mandarlo giù e fu scossa da un accesso di tosse che si mescolò alle risa. Thomas le tolse il contenitore dalle mani pallide e bevve, mentre Gally le dava delle pacche sulla schiena per aiutarla a riprendersi.
« A questo punto », disse Minho, voltandosi verso i sedili posteriori, « anch'io voglio bere un po'. Non siate egoisti e lasciatemi qualche sorso ».
« Prima io », disse Gally e riuscì ad afferrare la bottiglia prima che l'asiatico la sottraesse alle mani di Thomas.

Era trascorsa quasi un'ora e la bottiglia di liquore giaceva abbandonata tra i piedi di Brenda: al suo interno restavano due dita di liquido e nient'altro.
« Non sono d'accordo », disse Teresa, scuotendo la testa in modo esagerato, tanto che i lunghi capelli neri le rimbalzarono davanti al viso.
« Perché no? », le chiese Brenda.
« Secondo me vincerebbero le Superchicche. Dexter sarà pure un genio, ma stiamo parlando di Dolly, Lolly e Molly, eh, non dimenticatelo ». Puntò un lungo dito ammonitore contro il naso di Thomas, seduto accanto a lei, il quale incassò la testa nelle spalle e ridacchiò.
Brenda alzò gli occhi al cielo. « Come cavolo siamo finiti a parlare di uno scontro tra le Superchicche e Dexter? Stavamo parlando di supereroi ».
« Le Superchicche sono supereroine », disse Minho, stiracchiandosi. Teresa annuì con solennità, quasi si trattasse di una questione importante, e si voltò verso Gally e poi verso Thomas in cerca di sostegno alla sua causa.
« Certo, lo sono », confermò Gally.
« Senza dubbio », aggiunse Thomas.
Teresa sorrise soddisfatta e si appoggiò contro lo schienale. Brenda fece spallucce. « Da piccola ero praticamente innamorata di Dexter, sapete? »
Thomas scoppiò a ridere e Gally sogghignò. « Dal geniale Dexter a Minho: cosa ti è successo di così grave da abbassare tanto i tuoi standard? »
« Gally, se mi costringi a scendere da questa macchina ti arriva un calcio in culo così potente da spedirti in un posto del cacchio dove l'alba è già sorta ».
« Nah, fa troppo freddo per uscire ».
« Me ne sbatto del freddo che fa, quindi chiudi quella bocca del caspio ».
Teresa si stropicciò gli occhi con le dita. « Io da piccola ero innamorata di Eric, il principe della sirenetta. La mia camera era tappezzata di suoi disegni ».
« Anch'io ero innamorato di Eric », disse Minho. Per un istante tutti si zittirono e i loro sguardi si fissarono sull'asiatico, che roteò gli occhi. « Oh, scherzavo. Poi non capisco cosa abbiate da fissare, banda di omofobi ».
Thomas si coprì il volto con le braccia ed emise un verso di frustrazione. « Non solo gay ma anche omofobo ».
Minho, Gally e Brenda risero e Teresa circondò le spalle del suo migliore amico con un braccio. « Su, su ».
Thomas scosse la testa. « La vita fa schifo, Tes », mugugnò. Stava scherzando, ma in qualche modo cominciava quasi a credere alle sue stesse parole.
Teresa sbuffò, allontanandosi. « Almeno avrai un bel ricordo di stasera. Chi scopa a Capodanno scopa tutto l'anno, Tom ».
Thomas arrossì e fece per zittire l'amica, ma era troppo tardi. Minho si era già messo in ginocchio sul sedile del guidatore e lo osservava con gli occhi sgranati animati da viva curiosità. « No, questa me la spieghi », disse. « Quando è successo? »
« Teresa, io ti ammazzo ».
Teresa si coprì la bocca con le mani e serrò le palpebre. « Ops ».
Thomas si nascose il volto tra le mani e sbuffò. « Lascia perdere, Minho ».
Brenda emise un verso acuto. « Ci lasci così? Dai, Tom! »
« No », mugolò il ragazzo.
Minho fece un profondo respiro, sibilando. Batté le mani e si sporse verso i sedili posteriori. « Non mi dire che lo hai fatto con Newt ».
Thomas sbirciò l'amico attraverso una fessura tra le dita. « Non te lo dico ».
« O mio Dio! » Il volto di Minho si illuminò di un sorriso a trentadue denti e il ragazzo si agitò sul posto, incapace di contenere l'eccitazione. « Quindi ti ha detto tutto! Il tuo nome sul suo polso cominciava a pesare più a me che a lui ».
Thomas aggrottò le sopracciglia. L'aria nell'abitacolo parve immobilizzarsi e ogni spazio disponibile nell'aabitacolo fu occupato dal silenzio. A Minho bastò un solo sguardo per rendersi conto di ciò che aveva combinato.
« Porca troia », sussurrò.

Il tuo nome sul mio polso - NewtmasWhere stories live. Discover now