VII

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Il Natale si stava avvicinando. Le strade rilucevano di mille lampadine multicolori, che scintillavano a intermittenza o restavano immobili, simili a stelle scese a donare un po' di luce ai vicoli della città. La prima neve era caduta da un pezzo e ora le strade erano coperte da un soffice manto bianco.
Thomas non credeva sarebbe mai accaduta una cosa simile, ma stava studiando durante le vacanze di Natale. George credeva si trattasse di un miracolo natalizio, ma la verità era un'altra: Thomas si sentiva motivato, ora che Teresa aveva fatto ritorno e ora che aveva trovato degli amici con cui trascorrere il tempo libero. Inoltre, studiare era un buon metodo per far passare il tempo in attesa della vigilia: Minho aveva organizzato un Babbo Natale segreto a casa sua e Thomas era agitato. Non aveva mai partecipato a simili iniziative e per questa aveva dovuto impegnarsi nella ricerca di un regalo di Natale per Chuck. Aveva trascorso intere serate a discuterne con Teresa e interi pomeriggi a parlarne con Newt, seduto al bancone del bar in cui lui lavorava per tre giorni alla settimana, sabato compreso. Perfino Alby, il cameriere con cui Newt condivideva i turni e suo vecchio amico, aveva partecipato alle loro conversazioni. Alla fine, Thomas aveva optato per una collana di DVD trovata in un negozietto che vendeva articoli usati. Erano dieci film, ma li aveva pagati poco e credeva che a Chuck sarebbero piaciuti, cos'altro importava? Porgere le banconote al cassiere e ritirare gli articoli gli aveva tolto un peso enorme dalle spalle: detestava doversi impegnare nella ricerca del regalo perfetto. Il terrore di fare un buco nell'acqua lo accompagnava in ogni momento e a Thomas non piaceva esser sottoposto a quel tipo di pressione. Tornato a casa, aveva impacchettato i DVD con cura, aggiunto una coccarda dorata e riposto il tutto in un cassetto della scrivania, lì dove giacevano anche i piccoli regali che aveva comperato per i suoi genitori.
Non aveva rimosso ciò che era accaduto l'ultima volta che era stato al The Maze con i Radurai. La sensazione che qualcosa di importante gli stesse sfuggendo non lo aveva lasciato in pace per un istante, ma lui aveva imparato a conviverci, relegandola a una mera suggestione dovuta all'ansia che la non-relazione con Newt gli provocava.
Non ne avevano più discusso: tutto andava avanti come se niente fosse, anche se la tensione tra Newt e Minho si era fatta palpabile. Entrambi si ostinavano a negare l'evidenza, ma tutti sapevano che qualcosa non andava, tra loro. Nessuno ne parlava.
Thomas sospirò. La data sul suo cellulare segnava il 23 Dicembre. Fuori il sole era già tramontato. Di lì a ventiquattr'ore, lui si sarebbe ritrovato dinanzi all'ingresso di Minho, con il pacchetto per Chuck infilato in una tasca del cappotto e lo stomaco in subbuglio a causa dello stress.
Osservò i suoi appunti di letteratura per un istante, poi richiuse il quaderno e lo lanciò sulla scrivania. Afferrò il cellulare e registrò un messaggio vocale per Teresa: « Teees! Mi sono rotto di studiare, tu che stai facendo? »
Attese alcuni secondi, ma il nome della sua migliore amica era accompagnato dalla dicitura ‘offline’, quindi Thomas abbandonò il dispositivo sul letto e uscì dalla stanza per dirigersi al piano inferiore, dove suo padre preparava la cena.
« Quando si mangia? », gli chiese Thomas, avvicinandosi. Aprì lo sportello del frigorifero e gettò un'occhiata all'interno. La luce automatica dell'elettrodomestico illuminava alcune bottiglie d'acqua, barattoli di maionese, frutta, formaggio e due confezioni di hamburger.
« È quasi pronto ».
« Devi fare la spesa ». Thomas chiuse il frigorifero e si avvicinò ai fornelli. L'odore della carne gli stuzzicò le narici e il suo stomaco reagì emettendo una debole protesta. « Prendo le patatine ».
« La busta grande », gli intimò George.
« Ovviamente ». Thomas si chinò verso l'anta della dispensa e ne estrasse un pacco di patatine. La voce di suo padre gli giunse all'orecchio mentre si avvicinava al tavolo: « Domani sera non sarai a casa, quindi? »
Thomas scosse la testa. Aprì la busta che teneva tra le mani e afferrò una manciata di patatine. « Babbo Natale segreto a casa di Minho», spiegò, masticando. La sua voce era quasi sovrastata dal borbottio dei fornelli e dai suoni della masticazione. « È un problema? »
George scrollò le spalle, abbassando la fiamma al di sotto della padella. « No, finché ritorni a un orario decente. Sai che tua madre ti vuole a casa sua nel giorno di Natale ». Nel pronunciare quelle parole, la sua voce si incrinò, ma George fece finta di niente.
Thomas non rispose. Quella sarebbe stata la sua prima incursione nella nuova vita di Abigail, sua madre, ma la prospettiva non lo rendeva entusiasta, nonostante Jorge, il suo nuovo compagno, fosse un uomo simpatico.
Perso nelle sue elucubrazioni, Thomas non si rese conto che George gli stava sventolando una mano davanti agli occhi. « Che c'è? », chiese, sbattendo le palpebre più volte.
Suo padre fece una smorfia e si allontanò. « Lascia stare, faccio da solo », gli disse, estraendo due piatti dalla credenza e una tovaglia da un cassetto: era rossa e decorata da motivi natalizi, foglie di vischio e agrifoglio. Quando suo padre gliela lanciò, Thomas l'afferrò al volo e la dispose sul tavolo. « Tu prendi troppo sul serio la faccenda dello spirito natalizio », commentò, ma George scosse la testa. « Mai abbastanza sul serio ».

Il tuo nome sul mio polso - NewtmasWhere stories live. Discover now