Capitolo 1

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REBECCA

Sono passati sette anni, dalla prima e ultima volta che lo vidi.
Almeno così credevo.
La mia vita prosegue a gonfie vele.
Sono fidanzata da due anni con Jack, un ragazzo dolce e premuroso, che non mi fa mai mancare niente.
Essendo insieme con lui da tanto tempo, ho deciso che sarebbe stato il primo ragazzo con cui avrei fatto l'amore.
All'inizio ero un po' indecisa e avevo paura, ma poi mi sono fatta coraggio e ho vissuto il momento.
Tutt'ora faccio ancora l'amore con lui, ma molto più raramente rispetto allo scorso mese.
Aura è sempre rimasta la mia migliore amica.
Lei però a differenza di me non ha mai avuto un ragazzo.
Quindi sono certa che sia ancora vergine.
L'unica cosa negativa nella mia vita è la scuola: non mi aspettavo che le superiori fossero cosi difficili.
Quando facevo le medie non avevo nemmeno una minima difficoltà a fare i compiti, invece adesso mi ritrovo a chiedere in prestito gli appunti.
Vengo interrotta dai miei pensieri da una voce, che urla il mio nome, nei corridoi della scuola.
Chiusi il mio armadietto e ci misi il lucchetto.
Quando mi girai vidi Aura che correva verso di me a una velocità super sonica, urlandomi.
<< Becca becca, ti ho portato gli appunti di storia che mi avevi
chiesto. >>
Quando ad un certo punto si inciampò e cadde per terra, sparpagliando tutti i fogli.
Così mi misi a ridere le diedi una mano a raccoglierli, dopo di che la aiutai a rialzarsi.
Così lei mi ringrazio.
<< Grazie mille Becca. Scusa la mia goffaggine . >>, mi disse chinando il capo, guardando il pavimento.
Era la persona più dolce che io avessi mai conosciuto.
Dopo la mia mamma. Ovviamente.
<< Non ti preoccupare Aura. Ormai ci sono abituata.>>
E ci mettemmo a ridere insieme.
Ma ad un tratto sentimmo suonare la campanella, così ci dirigemmo in classe.
Appena entrai, vidi il mio ragazzo seduto su un banco, intento a parlare con dei suoi amici.
Quando si accorse che fui entrata in classe si alzò e incoraggiato da due amici, si diresse verso di me.
<< Coraggio amico va dalla tua
bella. >>
Da lì diventai tutta rossa, come un peperone.
Appena mi raggiunse, mi disse.
<< Ciao Tesoro, come stai ? >> e io gli risposi << bene grazie. >>
A volte lo trattavo freddamente e questo mi fa sentire in colpa.
Appena la professoressa entrò in classe iniziammo la lezione.
Successivamente ne seguirono delle altre.
Quando terminò anche l'ultima lezione,
del giorno preparai lo zaino e andai verso il banco su cui sedeva Aura e le dissi: << allora che dici patatina.
Vieni con me a casa mia. Così se ti va ti fermi anche per cena e a dormire.
Ti piace come programmino? >>
<< ecco io no.. non sap...saprei.>>
Non capisco proprio, perché in questo periodo abbia iniziato a balbettare.
Non che lo facesse di continuo, ma solo quando era circondata da tante persone.
Con me non balbetta mai.
Infatti, quando facevamo le medie non era così timida.
Forse perché tra pochi ci sono gli esami per la maturità e quindi è molto preoccupata e va nel panico.
O sennò, per colpa di tutti quei bei ragazzi che le girano attorno.
Come api sul miele.
Infatti devo confermare che Aurora è proprio una bella ragazza.
Ha i capelli biondi e come i raggi del sole e due bellissimi occhi azzurri, come il cielo limpido in estate.
Non parliamo della sua pelle, bianca come il latte.
Io non penso di essere bella come lei.
Anche se Aura mi continua a ripetere che sono molto bella, che assomiglio a quei quadri che raffigurano donne dalla bellezza classica.
Sì, alcune donne di quei quadri mi assomigliano davvero tanto; hanno i miei stessi occhi marroni con delle lievi sfumature verde muschio.
Per non parlare dei capelli: lunghi fino al seno, e molto mossi.
Con la pelle candida.
Ecco io sono così.
A parte per i capelli che non mi arrivano fino al seno, ma un po' più sopra e sono castano scuro a differenza di molti quadri in cui le donne dipinte sono bionde.
Comunque ritornando a noi.
Dopo qualche minuto Aurora mi confermò che avrebbe accettato il mio invito.
Appena uscite da scuola, intravidi Jack camminare a passo veloce per raggiungermi.
Appena mi fu difronte mi chiese con voce affannata: << tesoro domani sera che dici se andiamo a fuori a cena ti porto in un bel ristorante.
Ti va bene se passo da te per le
sette? >>
<< va bene Jack a domani >>
<< Ok, a domani piccola. Ti amo. >>
<< Ecco io ... Ok. A domani Jack. >>
In tutti questi anni in cui sono stata con lui, non sono mai riuscita a dirgli ti amo.
Non so.
Forse non sono veramente innamorata di lui.
Era come se mi sentissi già legata ad un'altra persona ma non so neanche di chi si trattasse.
Quando io e Jack finimmo di parlare io e Aura ci incamminiamo verso casa.
Appena arrivate nella mia dimora, la feci entrare e lei si accomodò sul divano.
Dopo di che le dissi:
<< Aura che dici di andare a cucinare una bella torta?! Tanto domani non c'è scuola, quindi possiamo anche non fare i compiti. >>
Ma come sospettavo aveva già tirato fuori tutti i libri, per iniziare a studiare.
Non mi stava minimamente prendendo in considerazione, così le tirai il cuscino della poltrona e con grande soddisfazione mi prestò attenzione.
Ma purtroppo si arrabbiò: << ma che fai sei scema! Mi hai fatto male.>>
Perché deve essere sempre così esagerata.
<< Mio dio! Quante storie solo per un cuscino. Dai molla quei libri e vieni con me in cucina, ad aiutami a fare la
torta. >> << Ma io volevo...>>
<<Su su. Dai andiamo >>
Le presi un polso e la trascinai fino alla cucina.
Appena arrivate, le mollai la presa dal polso e lei mi domando: << ma perché vuoi fare proprio una torta? >>
Misericordia non si ricorda nemmeno che giorno è domani.
<< Tesoro. Non ti ricordi che domani è il tuo compleanno? >>
<< Ahh già è vero me ne sono
scordata >> e ci mettemmo a ridere.
Le ore volarono in fretta.
Ci volle un po' di tempo per fare la torta, ma da come è uscita dovrebbe risultare buonissima e
visto che ci avanzo un po' d'impasto facemmo anche dei magnifici biscotti.
Che avremmo mangiato dopo cena.
Andai a mettere la torta in frigorifero mentre Aura cucinava.
Mia madre era uscita e sarebbe stata fuori tutta la notte.
Perché?! Semplice.
Stava iniziato a frequentare un uomo.
Non voglio nemmeno pensare a ciò che faranno.
Però, dopotutto, sono felice per lei è una brava donna e merita di essere amata anche da un uomo.
Ero talmente immersa nei miei pensieri, che non mi ero neanche accorta che Aura aveva già preparato la tavola e mi sta chiamando.
<< Becca è pronto. Muoviti se no si fredda >>
"Umm... Che buon profumino.
Cavolo, quanta roba."
Si vede che ha la passione per la cucina.
Chiusi il frigo e andai verso il tavolo.
Presi una sedia e mi sedetti in parte ad Aura.
Tra una forchettata e l'altra, ci perdemmo anche in chiacchiere.
Appena finito di  cenare, sparecchiammo e lavammo i piatti.
Quando senti la voce di Aura chiamarmi dalle scale: << Becca finisci tu di pulire la cucina. Io vado a lavarmi e a cambiarmi per la notte >>
<< ok non ti preoccupare la faccio io. Appena finita ti raggiungo. >>
<< grazie mille Becca. >>
E la senti salire le scale.
Quando finì di pulire, andai pure io a prepararmi per la notte.
Appena ebbi fatto tutto, uscì dal bagno e mi diressi in camera mia.
Quando entrai vidi Becca nel mio letto, e visto che si era già addormentata non la volli svegliare.
Ma mi ricordai dei biscotti.
Così corsi in cucina a presi il vassoio e me li portai in camera.
Iniziai a mangiarmeli sul letto, in parte a Aura e anche se facevo tanto rumore a sgranocchiarli lei non si svegliò.
Purtroppo non ce la feci a finirli tutti così li posai.
Avevo uno strano presentimento come se dovesse succedere qualcosa di brutto questa notte.
Ma che mi viene in mente.
E dopo qualche minuto mi addormentai avvinghiata ad Aura.

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