Capitolo 1

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«Jasmine! Svegliati. Non ti preparo la colazione, sappilo» sua madre ogni mattina la svegliava così: le urlava e Jas per la disperazione si alzava dal letto, pur sapendo che fosse ancora presto. Infatti, sua madre la svegliava sempre alle sei di mattina, quando lei usciva di casa alle sette e trenta con la sua bicicletta e non impiegava nemmeno tanto tempo a prepararsi. Non faceva mai colazione, perché le gonfiava lo stomaco, allora preferiva prendere un tè caldo alla macchinetta della scuola verso le nove di mattina.

«Si mamma, adesso mi alzo.» Ormai non osava più contraddirla.

Si alzò dal suo letto, andò in camera dei suoi genitori e si stese di fianco al padre, che tranquillamente continuava a dormire. Si sdraiava e aspettava che si svegliasse, sempre al solito orario.

«Buongiorno piccola, sei riuscita a riposare? » le chiese con voce ancora assonnata.

«Si papà, dopo che ti sei sdraiato accanto a me, ho dormito davvero bene. »

«Non ti conviene alzarti dal letto e mettere a posto la tua stanza? » Jas si alzò di scatto come se si fosse ricordato qualcosa d'importante. Diede un bacio di sfuggita al padre e andò di corsa in camera sua. Invece che riordinarla, la stava mettendo a soqquadro.

Finché non urlò «Eccolo, l'ho trovato»

Uscì dalla sua camera entusiasta, come se avesse appena vinto un trofeo. In effetti, aveva in mano qualcosa: era un pacchetto regalo, incartato molto bene con un fiocco color oro. Si stava dimenticando il regalo per Marco! Lo aveva preso a sera prima, sperava gli piacesse, perché era il bracciale che lui adorava e guardava ogni volta dalla vetrina di quella gioielleria in centro, innamorandosene sempre più. Costava un po' allora aveva chiesto un anticipo di paghetta al padre, che lui, amorevolmente, le aveva concesso. Erano ormai le 7 e 35 minuti e, come solito, era in ritardo. «Ciao gente, io vado. Ci vediamo oggi verso le cinque perché sapete che esco con Marco. Mangio fuori, poi mi farò sentire. Buona giornata». Sbatté la porta e sentì le urla di sua madre che ogni volta ripetevano "non sbattere la porta che si rompe", ma a Jas non importava e correva giù per le scale per prendere la bici e volare a scuola.

Arrivò a scuola prima di Marco, andò nella sua classe e gli lasciò il pacchetto con un biglietto con scritto "ci vediamo al primo intervallo. Jas." . Volando in classe, si scontrò con la bidella, Stefi

«Corri, Jas che la prof sta già andando in classe. »

«Grazie Ste, ci vediamo al cambio dell'ora».

La sua professoressa era appena entrata in classe quando arrivò Jas affannata

«Signorina, sai che alle mie lezioni devi arrivare sempre puntuale»

«Si professoressa, mi scusi, non succederà più. » Si diresse a testa bassa verso il suo banco, in fondo a sinistra, dove, dietro di se, c'era la presa di corrente che usava sempre per caricare il telefono. Una volta la sua compagna di banco le disse che alla fine l'avrebbero beccata. In certi casi Angela era proprio l'uccello del malaugurio, ma in fondo le voleva bene. Scherzavano sempre, ma ogni volta Jas diceva che se sarebbe successo l'avrebbe "denunciata". Adorava questo termine, anche se in certi casi non aveva senso metterlo in una frase, ma si divertiva a dirlo. La lezione di matematica incominciò e Jas pensava solo a quando avrebbe potuto abbracciare il suo migliore amico, con cui avrebbe trascorso il pomeriggio. Aspettava solo questo.

Mancava solo mezz'ora al primo intervallo, e Marco continuava a rigirare il suo nuovo bracciale sul polso. "come potrò mai sdebitarmi con lei, è un regalo fantastico" pensava, aspettando solo il suono della libertà vigilata di 10 minuti. Ad un certo punto, mentre era in sovrappensiero, si sentì chiamare

JasmineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora