Perché ogni giorno riesce a darmi un motivo in più per amarlo? Ero in pericolo, la mia lista dei pro si stava allungando ed ogni giorno che passava perdevo un altro pezzo di me. Ogni giorno mi perdevo sempre di più in lui, consegnandogli un altro pezzo del mio cuore. Che cosa resterà di me quando tutto questo finirà? Conoscevo già la risposta: niente. Non sarebbe rimasto proprio niente, mi avrebbe distrutta. Sì, perché non esisteva nemmeno la benché minima possibilità che fossi io a mettere la parola fine sull'ultima pagina del libro che rappresentava la nostra storia. C'era solo un modo in cui tutto sarebbe potuto finire: per mano di Jared.

Smettila di tormentarti!, mi rimproverò severo Gollum. Non tollerava che pensassi quelle cose di Jared, per lui erano inconcepibili.

«A che ora atterrerà il volo?» mi interrogò Jared, sollevando la sua tazza dal ripiano del tavolo e portandosela alle labbra.

Ingoiai il boccone e mi pulii gli angoli della bocca con il tovagliolo. «Se non mi sbaglio, alle undici.»

Non mi sbagliavo. Il giorno dopo la telefonata avevo mandato un messaggio a Jen per chiederle l'ora del suo volo e quella del suo previsto arrivo all'aeroporto JFK. Era impossibile che mi sbagliassi, ero così precisa che oltre a tenere il conto dei giorni, facevo anche il conto delle ore.

«Vuoi che ti accompagni?» proseguì, studiando il contenuto della sua tazza.

«Dove? In aeroporto?»

Jared sollevò un sopracciglio, incurvando le labbra in un sorriso provocatorio. «Adesso rispondi alle domande con altre domande?»

La mia bocca imitò la sua e sollevai la mia tazza per mimare la sua la postura. «È fastidioso, vero?»

Jared rise ed annuì vigorosamente. «Sì, è abbastanza fastidioso.» ammise, posando la sua tazza di caffè sul tavolo. «Ti ripeto la mia domanda: vuoi che ti accompagni in aeroporto?»

Pessima idea! Mandai giù un sorso della mia bevanda calda e riflettei sulla sua offerta. Era fuori discussione, Jennifer non sapeva di me e Jared e non le avevo mai parlato dei recenti sviluppi della nostra storia. A Jennifer non piaceva Jared. Non le era mai piaciuto e dubitavo che avrebbe cambiato opinione su di lui tanto presto, soprattutto visto e considerato che teneva il mio cuore nelle sue mani e poteva disporne come meglio credeva. Non sapevo come avrebbe accolto la notizia che stavamo insieme, la sua reazione era quella che mi preoccupava più di tutte, non volevo deluderla e quello non mi sembrava il momento più adatto per affrontare la questione.

«No, non voglio che tu perda le lezioni» rifiutai, scuotendo la testa in segno di diniego. «Prenderò un taxi, non sarebbe la prima volta.»

«Ne sei sicura?» insistette lui, imperterrito. «Mi sentirei molto più tranquillo se ti accompagnassi.»

Io no. Anzi, averlo al mio fianco in quel momento non avrebbe fatto altro che minare tutte le mie sicurezze. Consideravo Jennifer una madre, non potevo correre il rischio di deluderla presentandomi con Jared. Non lei che mi aveva insegnato che la mia felicità non doveva dipendere da nessuno in generale, e dagli uomini in particolare. No, non potevo perdere anche la sola madre che mi restava, dopo non avrei più avuto nessuno.

«È come hai detto tu, Jared» commentai, posando la mia tazza. «Non ci vediamo da mesi e sente la mia mancanza, penso che dovremmo passare un po' di tempo insieme, da sole.»

Lui mosse la testa in un cenno d'assenso, improvvisamente serio e pensieroso. «Quando tornerà a casa?»

Aveva capito. Era un bene, dato che non me la sentivo di dirgli che non ci saremmo potuti vedere per tutto il fine settimana. «Lunedì mattina.»

DelicateWhere stories live. Discover now