«Molto divertente.» osservai, tirandomi su a sedere. «La mia risposta è no, non mi va. Mi vesto e vado a correre.»

«O tu ed il tuo pigiama potete restare qui nel letto con me ancora un po', tu potresti provare a dormire ed una volta svegli potrei prepararti la colazione.» propose lui, mettendosi seduto per essere alla mia stessa altezza. «Che cosa ne dici?»

«Mi sembra perfetto.» replicai, tornando a sdraiarmi accanto a lui. «Mi preparerai i pancakes al cioccolato?»

Scivolò verso il mio lato del letto e si sdraiò accanto a me, posando la testa su quello che ormai consideravo a tutti gli effetti il mio cuscino. «Ti preparerò tutto ciò che vuoi.»

«Anche il cappuccino senza caffè?» proseguii, chiudendo gli occhi ed espirando profondamente, lasciandomi avvolgere dal calore emanato dal suo corpo.

«Sì, anche il latte caldo con la schiuma» mi stuzzicò, senza riuscire a trattenere una risata. «Ed aggiungerò una spolverata di cacao in cima.»

Sorrisi felice e rilassata, prossima ad abbandonare la realtà per entrare nel mondo dei sogni. «Sei il ragazzo perfetto» sospirai, poco prima di addormentarmi.

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Sarei riuscita a riconoscere il profumo dei pancakes al cioccolato caldi ed appena fatti, ovunque ed anche a metri di distanza. Aprii gli occhi per poi richiuderli immediatamente, impreparata ad affrontare i raggi del sole che mi colpirono il viso. Quando ci riprovai dovetti sbattere più volte le palpebre per abituarmi a quel bagno di luce, Jared aveva spalancato le tende e i raggi del sole di Aprile si riversavano sul letto, creando un piccolo stagno di luce. Mi tirai su a sedere e scesi dal letto, stropicciandomi il viso con una mano. Mi opposi alla volontà del mio stomaco –la cui meta era la cucina- ed andai in bagno, dove espletai i miei bisogni e mi lavai il viso per lavare via le ultime tracce di sonno. Una volta finito di ispezionare il mio volto e chiedermi quanto ci avrei messo a coprire le occhiaie, permisi alla fame di prendere il sopravvento e lasciai che i piedi mi guidassero in cucina, dove mi sedetti su una sedia e presi posto a tavola senza farmi notare da Jared. Lo osservai mentre continuava a muoversi e districarsi ai fornelli, canticchiando Paradise City dei Guns N' Roses.

«È pronto?» chiesi, attirando la sua attenzione, oramai stanca di aspettare.

La sua testa ruotò verso di me. «Buongiorno, piccoletta.» mi salutò, lanciandomi un rapido sguardo da sopra la spalla. «Sì, è pronto.» confermò togliendo l'ultimo pancake dalla padella e spegnendo il fornello. Lo posò in cima ad una pila sistemata su un piatto di portata, che prese in mano e portò in tavola, dove lo sistemò davanti a me. Attesi con impazienza che si sedesse per iniziare a mangiare ma, invece di prendere posto di fronte a me, tornò ai fornelli per recuperare una padella con dentro delle uova strapazzate e la sistemò al centro, in modo che potessi prenderle anche io se le avessi volute, per poi tornare indietro.

«Che cosa fai?» gli chiesi, confusa. «Perché non vieni a sederti a tavola?»

Lui rise, sinceramente divertito dalla mia perplessità. «Tu inizia pure a mangiare, io intanto ti preparo il cappuccino senza caffè.»

«Vuoi dire il latte caldo con la schiuma, per caso?» lo presi in giro, servendomi un paio di pancakes.

Rise di nuovo e scosse la testa, tornando a concentrarsi su quello che stava facendo. Nonostante avessi due pancakes ancora caldi che aspettavano solo di essere divorati nel piatto, prima di iniziare a mangiare aspettai che lui avesse finito di preparare il mio latte ed il suo caffè e che prendesse posto a tavola.

Mangiammo in silenzio, gustandoci la colazione che Jared aveva preparato con tanta cura. I suoi pancakes erano persino più buoni di quelli di Jo, così morbidi e ricchi di sapore. Si scioglievano in bocca, lasciandosi dietro la sensazione di aver appena assaggiato il paradiso. O, la cosa più simile al paradiso in Terra. Le gocce di cioccolato fuso erano piccoli tesori nascosti, una piacevole aggiunta all'impasto al cacao e una sorpresa così dolce da suscitare una vera e propria festa nelle mie papille gustative. E mi innamorai di lui, di nuovo e per l'ennesima volta.

DelicateWhere stories live. Discover now