La Maternità nell'Arte

900 2 0
                                    

L'Arte, con diverse modalità interpretative, ha documentato più che i fatti e gli eventi storici, una visione del mondo e della realtà che si evolve. L'intervento artistico infatti, non è stato soltanto un'operazione puramente espressiva o comunicativa, ma anche uno strumento di indagine sui fenomeni psicologici o emotivi. Pertanto, questo percorso conoscitivo è stato effettuato tramite la scelta di motivi ricorrenti che assumono ruoli e importanza diversi nel corso della Storia. Attraverso tali motivi si possono ripercorrere le varie fasi che nel tempo hanno caratterizzato movimenti e correnti artistiche. Si può infatti osservare come sono stati trattati, nel corso dei secoli, soggetti come: il Paesaggio, la Natura morta, il Ritratto, l'immagine di Cristo, la guerra, la mitologia classica, le storie della Bibbia, eccetera.

Uno dei soggetti che può suscitare molto interesse, fosse solo per le sue implicazioni emotive, è il tema della "Maternità". Già in età paleolitica, il mistero della procreazione è un evento così prodigioso da indurre gli uomini del tempo a scolpire statuine nelle quali è possibile riconoscere, in forma stilizzata, la figura femminile.
Sono statuine prive di volto, di braccia e di piedi. Invero quello che all'artista paleolitico interessa esaltare sono: il ventre, i seni e le natiche. Quelle parti del corpo femminile cioè che nella loro smisurata evidenza, in questo caso, preludono a un parto imminente. Quali fossero gli usi che si faceva di tanti manufatti è difficile accertarlo, ma come affermato sopra, la gravidanza è percepita come un evento prodigioso. Una magia che l'uomo primitivo cerca di trasferire in un amuleto con le sembianze dell'involucro che la contiene. Siamo ancora lontani da quel soggetto a noi noto con il nome di "Maternità"; la rappresentazione in altre parole di una donna con bambino assunti come protagonisti di un dipinto o di un gruppo scultoreo. Prima di incontrarne una bisogna attendere la nascita della civiltà egizia con il culto di Iside, la dea madre della fertilità.

La Dea è scolpita seduta su un trono nell'atto di allattare il figlio Horus, e Il gruppo scultoreo si presenta nella tipica immobile e imperturbabile frontalità dell'iconografia egizia che raffigura gli dei come entità superiori non intaccate dalle umane passioni. É noto infatti, che nell'Arte dell'antico Egitto, prevale un immobilismo delle immagini scultoree che è l'emblema di una società rimasta immutabile per millenni. I canoni per la produzione pittorica o plastica di questa civiltà sviluppatasi lungo i margini del fiume Nilo, erano matematicamente rigidi e non lasciavano alcuna libertà di espressione personale all'artista che rimaneva di conseguenza anonimo. Nella sua solenne postura però, la dea madre evoca un umano gesto materno nella mano destra vicino al seno in procinto di allattare il piccolo dio Horus.

Nell'arte delle civiltà fiorite nell'Egeo, non esiste una produzione di rilievo tanto da farci ritenere che la tematica qui trattata, la rappresentazione cioè di una donna con bambino assunti come protagonisti di un dipinto o di un gruppo scultoreo, rientrasse in qualche modo nella cultura artistica di questi popoli. Nell'Arte cretese, per esempio, sembra prevalere l'intento decorativo, l'eleganza e il divertimento; nell'Arte micenea invece si intravede l'esaltazione della forza e la cura per gli arredi funerari delle tombe; nell'Arte greca, arcaica e classica, la scultura e la pittura mirano alla ricerca di una perfezione formale esaltando la grazia, l'armonia e la bellezza ideale.

In età ellenistica infine, tutti i soggetti della realtà sono degni di essere ritratti, forse anche il Nostro, ma in questo caso sarebbe solo un evento casuale. Esempi con soggetto madre -bambino si riscontrano nell'Arte etrusca. Qui è evidente infatti un maggior interesse per la famiglia e la vita domestica. Si tratta di espressioni artistiche meno raffinate e più popolari rispetto alla grande civiltà classica. Appartengono a quest'epoca statue cinerarie (contenitori di ceneri del defunto) della Mater Matuta, la dea del Mattino o dell'Aurora e quindi protettrice della nascita degli uomini e delle cose. Una di queste statuine, risalente al V secolo a. C., presenta una madre seduta su un trono con lo sguardo fisso e inespressivo. In altre parole, la ieraticità e il distacco emotivo tipico nella rappresentazione degli dei che, in questo esempio, rievoca il gruppo scultoreo di Iside e Horus. Comunque una scena di vita domestica che nell'intento dell'artista, non più sottomesso alle rigide regole del regno egizio, non solo fa riferimento al nume ma richiama anche momenti di serena vita familiare che doveva perpetuarsi anche dopo la morte.

Storia di un Motivo iconografico. La Maternità nell'ArteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora