IL MESSAGGIO

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Era lunedì e tutti stavano sistemando i festoni della sera precedente.
Dal balcone di camera mia vedevo il panettiere che sfornava altre torte e tutti i bambini che correvano per prenderle ancora calde. D'un tratto, all'orizzonte, una nuvola nera spuntò e creò un vortice che iniziava a propagarsi per il paese.
I bambini iniziarono a correre chiamati dalle madri che li spingevano in casa.
Le bancherelle furono ribaltate da quella specie di tornado e gli alberi furono spezzati.
Poco a poco la nuvola prese forma e diventò il vicecapo di Ghostly, il Vendicatore.
Era all'inizio della nostra via, la gente urlava e io avevo paura che arrivasse anche da noi;avevo brutti ricordi sul suo conto.
Durante una battaglia era stato ferito da un incantesimo e perciò portava una maschera di ferro che lo nascondeva per metà, ma non serviva a molto perché era un essere raccapricciante.
Era per metà uomo e per metà una creatura sconosciuta.
Poco dopo venne il nostro turno: il Vendicatore bussò alla porta di casa e Polly corse ad aprire; per poco non svenne! Per fortuna un attimo dopo arrivai anch'io .
Il Vendicatore iniziò a parlare:"Mi manda il Signore del Monte Oscuro e sono qui per annunciarvi che lui ha decretato che voi ve ne dobbiate andare dal mondo dei Magici perché lui non vuole avere nessun ostacolo quando diventerà sovrano. Quindi andatevene o morirete".
Non è proprio una bella cosa da sentirsi dire!
Io ero più arrabbiata che spaventata e replicai, mi accorsi dopo che non avrei mai dovuto  farlo:"Non ce ne andremo e lui non diventerà mai il sovrano del Regno, appartiene a tutti!" Mentre dissi queste parole iniziai a piangere e lui mi scaglio contro il divano dentro casa,graffiandomi il braccio.
Con un incantesimo di allontanamento lo feci sparire, ma il pericolo c'era ancora.
Io e mia nonna rimanemmo impietrita dalla paura di perdere la nostra casa e, se sarebbe successo, saremmo tutti dovuti andare nel Regno degli umani e avremmo dovuto nasconderci per sempre perché se un umano ti vede...scompari nel nulla. Nessuno sa dove si capiti.
Quando uscii di casa, la notte stessa, vidi le case scoperchiate, gli animali in fuga e le bancarelle della fiera a pezzi.
Era uno spettacolo che non sarei mai riuscita a togliere dalla memoria: tutto quello a cui tenevo era distrutto.
La gente piangeva, era terrorizzata; su ogni casa c'era il segno di Gostly, nero come la pece.
Così presi una decisione: sarei diventata una ribelle.

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Questo è il secondo capitolo, speriamo vi sia piaciuto
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UGUALI MA DIVERSEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora