Chiarimenti (?)

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- Jess, almeno cerca di aiutarmi cazzo! -

La mia migliore amica era chinata per terra, con un tovagliolo che cercava di rimediare al danno che avevo causato.
"Dio. "

- Ehm.. Sisi scusa, arrivo. - la raggiunsi come presa da uno scatto improvviso.

Non appena iniziai a raccogliere quelli che un tempo erano i miei biscotti preferiti, sentii un profondo sospiro provenire dalle labbra della bionda al mio fianco.
Nulla di buono.
"Dio."

- Jess, che ti prende in questi giorni? -

- Assolutamente nulla. - cercai di essere convincente

Mi ignorò completamente: - Giuro che cerco di non farci caso, ma mi viene difficile. Ti vedo poco e quelle rare volte sei strana, come persa. E io non ti capisco, e di solito capirti mi viene facile. - disse quasi triste, solo per il fatto di non essere riuscita a comprendere il motivo del mio pessimo umore.

Cercai di sviare la risposta con una nuova domanda, che mi rimbalzava insistentemente per il cervello da quando Thomas se n'era andato.

- Mel, oggi.. Oggi che giorno è? - chiesi lentamente e con un filo di voce.
Infatti non rispose subito, e inizialmente credetti che la mia voce non fosse giunta al suo orecchio.

Ma dopo poco: - Credo il 17, perché? Hai qualche impegno? -

Una duello con la morte alla fine del mese. Ma è un gioco da ragazzi, puoi andare tranquilla.

- No, cioè pensavo di chiamare Nick. -

Aprì un po' la bocca, come sorpresa.

- Jessica Stone. È per questo che ti comporti in questo modo? Perché avevi paura che me la prendessi? -

Cazzo, avrei dovuto pensarci.
In quel momento mi sentii totalmente in imbarazzo, e mi vergognai un po' di me stessa per essermi dimenticata un particolare importante che ha occupato gran parte della vita di Melany.
Nick.
Da come l'ho descritto sembra il ragazzo perfetto per me, con il suo modo attento di osservare i dettagli più irrilevanti, con la sua capacità di farmi ridere e con una bellezza che non è assolutamente da trascurare.
E tutti questi pregi lo fanno diventare il ragazzo perfetto per molte altre ragazze, non che uno dei sogni nascosti di Mel da sempre.
O almeno, da quando abbiamo messo piede per la prima volta all'università.
Fu infatti lei la prima a conoscerlo esattamente tre anni fa.
Non le classiche scene romantiche che accadono nei film, come per esempio i due che si scontrano e scambiandosi i libri si iniziano a frequentare.
No, per niente.
Semplicemente Melany era nuova nel corso di analisi e io quel giorno avevo una lezione completamente diversa, quindi non passammo insieme la giornata.
In corsi separati io in quel periodo riuscì a conoscere Lucas, un ragazzo altrettanto stupendo.
A sinistra aveva una delle ragazze più in gamba del corso: Valerie di origini francese. Mentre a destra c'era Nick.
E se già a prima vista Mel era rimasta intrigata, dopo averlo conosciuto potete solo immaginare.
Ma purtroppo Nick sembrava completamente con la testa tra le nuvole siccome non notò neanche per sbaglio l'interessamento da parte di Melany, quindi non è mai successo niente tra i due se non qualche bevuta amichevole.
Così come è sempre accaduto con me.
L'anno scorso Melany si convinse di non provare più niente per il riccio, e allora da quel giorno non ne parlammo più e non mi passò neanche un attimo per la testa questo dubbio. Semplicemente la trovavo una cosa ormai passata, come lei aveva sempre affermato.
"Ma è così?
Dio."

- Ehm.. Si, io non sapevo se.. - dissi titubante.

Mi guardò con uno sguardo indecifrabile e sorrise come se non fosse successo niente: - State insieme? -

Spalancai gli occhi.
Non decido di condividere dei momenti importanti della mia vita con un ragazzo solo dopo una piacevole serata.

- Oddio no, ieri.. Abbiamo solo passato una serata insieme. Come quelle che passi anche tu di solito con lui. - provai a convincerla di questo.

- Però non era come quelle che passo di solito con lui, non è vero? -

- Se mi stai chiedendo se è successo qualcosa allora no, cioè te ne avrei prima parlato! -

"Bugia."
Quanto sono egoista, non mi ricordo nemmeno le cose più importanti e ovvie.

- Sono sicura di questo. - sorrise confortante - ma ti ho già detto che è un caso chiuso, da quasi un anno. Voglio solo che tu sia felice, ma sono contenta che ti sei preoccupata di quello che provavo. -

Sorrisi falsamente, non perché non volessi ascoltarla. Ma se avesse continuato di quel passo, mi sarei sentita una grandissima stronza per tutta la vita. O almeno il tempo che ne rimaneva.

-Okay.. Allora io chiamo Nick e organizzo per oggi. Grazie di tutto Mel! - e senza nemmeno finire di raccogliere le briciole, che erano rimaste per terra durante la nostra conversazione, corsi di sopra come un lampo e chiusi a chiave la porta con un grande sospiro.

Afferrai il telefono che era in carica sul comodino e digitai il numero di Nick in fretta. Ormai lo sapevo a memoria.
Così aspettai.

- Pronto? -

Sobbalzai leggermente, non aspettandomi una risposta dopo i vari suoni acustici.

- Ehi Nick! -

- Jess, come stai? -

- Oh bene, un po' stanca.. Avevo pensato che sai, magari potevamo pranzare insieme.. Anche solo un panino se ti va. Ma se non ti va possiamo mangiare altro, cioè farci un giro.. Se non hai tanta fame dico... - stavo parlando troppo in fretta e a vanvera. Ma ero giustificata, non sapevo bene come comportarmi.

- Ok Ok! - sentii la sua risata da dietro il telefono e così sorrisi anche io - Ti passo a prendere alle 12.00? -

- Sarebbe perfetto, a dopo allora! -

- A più tardi - continuò a ridere, ma non mi sentii presa in giro. Era una risata molto leggera.

Inspirai profondamente e mi feci la lista mentale delle cose che dovevo riuscire a terminare per le 12.00:
- Lavarmi
- Truccarmi
- Vestirmi
- Prendere la borsa con le chiavi
- Uscire

"Ma che ore sono?"
10.30
"Cristo, devo farcela."

Credo che quella mattina feci la doccia più frettolosa di tutta la mia vita, ma almeno ebbi più tempo per truccarmi e scegliere adeguatamente i vestiti.
Comunque faceva ancora freddo, e non si sarebbe visto molto del mio abbigliamento se non la mia felpa nera e i miei jeans strappati.
Così, alle 11.58 ero pronta.
Decisi di scendere, così mi diressi verso il comodino pronta per scollegare il telefono che avevo ancora attaccato al caricabatterie.
Ma un bigliettino sopra catturò la mia attenzione, era ripiegato in quattro.
Diceva esattamente queste parole:
"Quando tornerai, io sarò qui ad aspettarti."

Il volto della paura.Место, где живут истории. Откройте их для себя