Capitolo 2

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Era passata ormai una settimana dalla sera della decisione di Hermione, e da allora aveva cercato di sfruttare tutto il tempo che le rimaneva per prepararsi adeguatamente al suo viaggio.

Passava la maggior parte delle ore in biblioteca, per informarsi sui principali avvenimenti del mondo magico tra gli anni '20 e i '40. Era anche riuscita a trovare l'annuario scolastico del 1942 nell'archivio.

Ogni sera, prima di dormire lo sfogliava, cercando di familiarizzare a poco a poco con i nomi e con i volti che le sorridevano dalle foto in bianco e nero.

Si soffermò a lungo su quella di Hagrid, sapere che avrebbe ritrovato almeno un amico le scaldava un poco il cuore, anche se lui ovviamente non avrebbe potuto riconoscerla.

Tutti i volti nelle scolorite illustrazioni color seppia le sorridevano, facevano dei gesti di saluto con le mani. Tutte tranne una.

Sotto lo stendardo verde raffigurante un serpente dalle fauci spalancate, c'era la foto del prefetto dei Serpeverde.

Hermione scorse le dita sulle lettere impresse sulla pergamena in bella calligrafia: Tom Orvoloson Riddle.

Un ragazzo distinto, dai capelli neri ben pettinati da una parte e dai tratti del viso raffinati guardava verso di lei, in piedi sotto il faggio dei giardini esterni. La foto era statica, come se fosse stata scattata da una macchina fotografica babbana. Nessun'espressione trapelava dal suo sguardo freddo, o dalle labbra carnose che rimanevano immobili, la mascella contratta.

L'unico movimento era la leggera brezza che increspava la divisa scolastica.

La ragazza rabbrividì, chiudendo i fretta il libro e appoggiandolo sul comodino.

Cosa avrebbe dato per parlare con Harry, o con Ron in quel momento.

Ma entrambi erano già partiti da Hogwards.

Avevano creduto alla sua storia, che i suoi genitori sarebbero stati in Francia fino a Lunedì prossimo e che quindi lei avrebbe aspettato a scuola il loro ritorno, per poi andare a casa via camino una volta che i suoi fossero ritornati.

Si sentiva incredibilmente sola, nella scuola ora deserta - se si faceva eccezione per i pochi professori che erano rimasti ad Hogwards per sistemare le ultime cose prima di partire per le vacanze-.

Ma forse era meglio così. Non avrebbe sopportato di stare con i suoi amici, sapendo che a breve li avrebbe lasciati, forse per sempre.

Era riuscita a raggruppare un po'di libri di testo obsoleti e di vestiti anni '40 dal vecchio armadio degli oggetti smarriti.

Pensò che era incredibile che Gazza si aspettasse ancora che quelle cose potessero un giorno essere reclamate dai legittimi proprietari.

Varie gonne a pieghe, camicette, e nastri per i capelli. Trovò anche un bel vestito da ballo di seta verde, e sorrise amara. Sicuramente non le sarebbe servito ,stava per compiere una missione omicida -o forse, suicida- e di sicuro non ci sarebbe stata un occasione per metterlo...

Ciononostante lo mise nel suo baule, insieme al materiale scolastico ( almeno a quello che poteva essere compatibile con quello usato negli anni '40).

I giorni, così pieni di studio e preparativi, scorrevano come sabbia fra le sue dita, finchè arrivò la sera in cui aveva programmato la sua partenza.

Si mise nella tasca la scatola della giratempo e la lettera che aveva scritto Silente, la sera del loro colloquio, indirizzata all'allora preside di Hogwarts,

Armando Dippet, dove era spiegato del trasferimento di Hermione dall' Accademia di Beauxbatons.

Hermione era ora tremendamente grata per il fatto che i suoi genitori le avessero fatto studiare il francese da piccola.

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