Presente: Ventidue

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Le sue narici si dilatarono e si chinò, scusandosi di nuovo a bassa voce contro la pelle sotto il mio seno. "Questa impotenza mi riempie con una rabbia che non riesco a contenere," ammise silenziosamente, sembrava quasi che non avesse voluto dirlo ad alta voce.

I minuti passarono. Il fuoco scoppiettava nel grande camino. Infine, la sua voce ruppe il silenzio. "Ho bisogno di sentire il tuo piacere. Non voglio pensare a nient'altro che a te finché ti avrò."

Inarcai la schiena sotto di lui, dicendogli silenziosamente che avevo bisogno della stessa cosa.

"Fammi guardare mentre ti dai piacere."

Mi immobilizzai. "Vostro Onore?"

Si mosse sopra di me, togliendosi la camicia. Restai a bocca aperta di fronte alla sua nudità, il mio cuore batteva così forte che mi ritrovai a tremare, il mio corpo diventò così caldo che credevo mi sarei sciolta sotto di lui.

Il suo petto era liscio, rivestito da muscoli. Il suo torso si tese, senza fine. Al suo ombelico partiva una scia di peli scuri, che arrivava in mezzo alle sue gambe. Era perfetto.

I miei capezzoli diventarono rigidi, la mia pelle si riscaldò. Inspirò profondamente - sapendo tutto - e allungò la mano per toccarmi in mezzo alle gambe, facendomi guardare.

Voleva che guardassi.

"Sai quante volte mi sono masturbato oggi dopo che te ne sei andata?" Sussurrò. "Ho abusato di te, ti ho presa dolorosamente e sto comunque impazzendo. Guardami."

Avvolse una mano attorno a sé stesso, tirando la punta e spostando la mano per rivelare una goccia della sua eccitazione. Il glande era gonfio e arrossato.

Avvampai, mi si bloccò il respiro in gola mentre lo guardavo veramente per la prima volta.

"Sono insaziabile. Voglio essere violento con te. Voglio i segni delle tue unghie sulla mia schiena. Voglio sapere come fare in modo che le tue pareti impazziscano intorno a me. Se stanotte ti prendessi, esagererei troppo, cercherei di vedere di nuovo sangue." Si avvicinò a me, con il respiro irregolare e le braccia aggrappate al mio bacino. "Questo perché sono ossessionato. Ho avuto un assaggio di te e non riesco a tornare indietro."

Afferrò la mia mano, portandola alla morbida peluria sul suo ombelico e poi sempre più in alto fino al suo petto, con l'altra mano si stava masturbando di nuovo, in modo che lo guardassi. "Invece di scusarmi per averti portata qui alla luce del giorno, invece di scusarmi ancora e ancora per ciò che Douglas ha fatto, invece di chiederti pietà per tutto quanto - tutto - voglio semplicemente prenderti stanotte, perché non posso davvero averti." I suoi occhi si strinsero. "Questo mi rende un mostro?"

Scossi la testa, dicendogli silenziosamente, "No, vostro Onore."

Guardò la mia bocca, la sua si dischiuse per il desiderio. "Invece sì. Tu rivendichi la mia sanità mentale. Facendo un cenno verso la pelle esposta tra le mie gambe, sussurrò, "Fai come ti dico. Toccati."

Si abbassò finché fu lì, proprio vicino, guardando il modo in cui facevo scivolare la mano tra le gambe. Si avvicinò abbastanza da inspirare contro di me, da sentire il rumore delle mie dita che sfregavano la pelle diventata bagnata sotto la sua attenzione.

Era così vicino che sentivo il suo respiro sulle dita.

"Non le stai spingendo dentro," notò.

"No," dissi in un respiro.

"Il mio è l'unico tocco che è stato dentro di te?" La sua voce sembrava vittoriosa.

"È solo la seconda volta che mi tocco qui."

No Fury [Italian translation]Where stories live. Discover now