-lui le fa male, ma allo stesso tempo bene.

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[passate allo spazio autrice please!]
Siamo ad inizio marzo, il tempo qui a Roma è piovoso, umido e talvolta il cielo si scurisce molto, tanto che sembra buio.

Odio il fatto che sta finendo l'inverno, è la mia stagione preferita..
La pioggia che cade, la nebbia, il freddo, sono tutte cose che mi calmano.

Perché diavolo sto pensando all'inverno mentre faccio shopping?

Mi dirigo verso la cassa per pagare.
Odio le cassiere di Terranova; sono scorbutiche e lente pergiunta!

Finalmente arrivato il mio momento apro la borsa, ma prima del portafogli, ad attirare la mia attenzione è una busta da lettere verde scura che non ricordo avere nella borsa;l'aprirò più tardo.

"Si può sbrigare? Io dovrei andare in pausa pranzo" si lamenta la ragazza alla cassa.

"Può aspettare..il cibo non scappa stia tranquilla, poi guardi che un po' di dieta non fa male a nessuno, c'è sempre qualche chilo da perdere, dia retta a me!" Sorrido beffarda e porgo il mio contante dopo aver guardato la cifra sul display.
-
Uscita dal negozio, apro la mia borsa bordeaux e tiro fuori la busta di quel verde orribile, chi l'ha scelta ha davvero dei gusti osceni.

Apro la busta.

Sento le guance bagnate, tutto ciò che avevo in mano cade a terra.

Sento gli sguardi su di me.
Ho già detto che odio essere osservata? Se non l'ho detto lo dico ora e se l'ho già detto, beh..lo ridico lo stesso!

Sento ancora le lacrime scendere sulle guance, e sulle labbra quel sapore salato, cerco di asciugarle con la manica, ma non cessano, ed arrivano fino al collo.

Mi affretto a raccogliere le cose e sotto lo sguardo di tutti, esco di fretta dal centro commerciale .

Prendo il treno, è affollato e la gente mi guarda interrogativa.

Scendo dal treno, sono solo 2 minuti a piedi fino a casa mia o meglio, di mio fratello; sì, sto andando da lui .

Sento ancora le lacrime scendere calde sul mio viso.

Il mio telefono squilla e rispondo senza neanche guardare chi è e quando sento la sua voce, capisco di aver sbagliato a non guardare il display.

"Stellì.."
"Non chiamarmi così."
"Che hai?"
"Non ho niente, proprio niente, non mi chiamare, sparisci, non ti far più vedere..capito? Devi sparire dalla mia vita intesi?" Mi scappano dei singhiozzi.

"Giù che cazzo c'hai?"
Attacco. Non ho proprio voglia di sentirlo.

Busso e sento imprecare.

Appena la porta si apre, salto al collo di mio fratello che velocemente chiude la porta alle mia spalle e mi accarezza la schiena per cercare di calmare i miei singhiozzi.

Mi prende in braccio e si siede con me sopra sul divano.

Dopo circa mezz'ora credo, dove non abbiamo parlato, mi chiede che succede.

"T-ti ho detto che mi sono fidanzata no?" Annuisce.
"L-lui ha b-baciato u-un' altra" abbasso lo sguardo.

Mi guarda sbalordito.

"È un cretino, un fottuto cretino..non capisce un cazzo."

"Ho sbagliato i-io a fidarmi, dovevo dare retta alle voci che giravano."

"Qualunque persona con un minimo di cervello, capirebbe che cosa si perde a lasciarsi scappare una come te..a meno che non sia un ragazzino"

"È grande eppure mi ha lasciata scappare lo stesso..
22 anni buttati al cesso" mi alzo dalle sue gambe e vado in cucina a farmi un caffè.

#sorreggimisecadoМесто, где живут истории. Откройте их для себя