<< S-secoli? >> chiedo balbettando.

<< Secondo te da quanto siamo qui noi? >> domanda ancora.

La guardo dritta in quei suoi pozzi neri, chiedendomi come non abbiano comunque trovato modo di fuggire.

<< E ora dimmi.. Hai fatto caso a quante siamo in questa stanza? >> mi chiede poi, voltandosi verso le altre, cosa che faccio pure io.

Mi volto ed inizio a contare.

Ci sono: Torah, Alef, Arbe e le altre due.

<< Cinque. >> rispondo tornando a guardare la ragazza.

<< Esatto, cinque e non ti fa venire in mente nulla? >> abbasso gi occhi a terra in cerca di soluzione, ma niente sono cinque ragazze... cos'hanno a che fare con tutto questo solo loro?

<< Pentacolo. >> risponde per me la giovane dalle sensuali curve.

<< Pentacolo? >> chiedo interdetta.

Alef sbuffa infastidita per l'ennesima volta.

<< Trayah è inutile, non capisce. >> la ragazza cortese blocca la donna con un gesto della mano per non essere interrotta.

<< Pentacolo: è un simbolo usato da quelle persone che ci hanno uccise, esso è formato da cinque punte. >> mi intrometto subito, capendo finalmente.

<< Ecco perché siete in cinque! >> Trayah annuisce sorridendo lievemente.

<< Come i nostri nuovi nomi. >> ma il sorriso si spegne.

<< Nuovi.. nomi? >> domando lentamente.

<< Ad ognuna di noi è stato attribuito un rispettivo numero, per esempio il mio significa Tre, perché sono la terza punta e la terza ad essere giunta qui. >> aggrotto le sopracciglia e Trayah inizia ad indicare ogni ragazza.

<< Torah significa cinque, quindi lei è la quinta punta. Arbe è la quarta, Twai è la seconda ed infine Alef è la prima punta. >> spiega semplificandomi il tutto.

Non so che cosa dire... siamo state usate e c'hanno strappato la vita per scopi orribili.

<< E tu, Vaan, sei l'ultima chiave. >> conclude Torah, che è rimasta tutto il tempo in disparte dopo un lungo momento di silenzio.

<< La chiave per cosa? >> chiedo avendo io stessa paura dela risposta.

Tutte si guardano tra loro prima che Alef avanzi verso di me, seguita dalle altre che si piazzano alle sue spalle.

<< Per aprire a loro il portale degli Inferi in modo da poter entrare e vivere una vita lunga e benevola, sotto i comandi del loro begnamino. Regalando al Diavolo l'unica uscita ed entrata per la Terra dagli inferi. Gli fu vietata da Dio secoli e secoli orsono, non contento a iniziato a pianificare tutto questo e sei Lui riuscirà a mettere piede tra i mortali, sai che significa? Che per gli angeli sarà la fine. >> spiega con l'ira negli occhi e rabbia repressa.

Restiamo in silenzio. Il peso della colpa ora mi assale.

Riesco a sentire dei rumori provenire da sotto il pavimento e penso a tutte quelle persone che erano bloccate nella lava come me e mi si stringe il cuore, loro laggiù ed io qui a scottarmi nella vasca da bagno.

Penso a mia madre... Fortunatamente non sa dove io mi trovi in questo momento.

<< Vaan io... >> si avvicina velocemente a me Torah, ma la donna viene bloccata da dei botti provenienti dalla porta.

<< Chi è? >> chiede quest'ultima.

<< L'uomo nero. >> risponde una voce maschile da fuori, che riconosco subito: il ragazzo logorroico.

<< Beh, non sei andato così fuori strada. >> risponde da dentro, Arbe, facendolo ridere.

<< Belial che vuoi? >> chiede però, trattenendo un sorrisetto che scompare subito non appena Alef digrigna i denti infastidita; Torah va verso la porta aprendola, ma non facendo entrare il cosidetto Belial.

<< E' ancora viva Sheol? O Alef l'ha già fatta fuori col suo sguardo? >> domanda infilando la testa dentro la camera, controllandone l'interno.

<< Non hai qualche anima pura da strappare alla terra, invece di gironzolare sempre intorno a noi? >> interviene con acidità Alef sentendosi nominare e dirigendosi verso la porta.

<< Voi? Esagerata, sai che miro sempre e solo ad un unico interesse. >> e così dicendo vedo Belial entrare con un veloce scatto, prima che la donna gli chiuda la porta in faccia.

<< Esci subito da qua, schifoso serpente! >> urla la donna, battendo un piede a terra.

<< Non ci penso nemmeno. >>

<< Ahhh! Quanto ti odio! >> detto ciò Alef se ne esce dalla camera.

Il ragazzo, come suo solito, se la ride di gusto mentre Torah sospira portando una mano sulla fronte senza speranze << Hai appena detto Sheol prima, di chi parli? >> chiede deviando il discorso.

<< E' il nome che il Signore le ha dato, vi consiglio di tenerlo bene a mente. >> vedo tutti i componenti nella stanza girarsi verso di me.

Sarei io Sheol? Oh no no no, nessuno si può permettere di cambiarmi nome!

Fisso Beliel che non smette di sorridermi ed il mio respiro si appesantisce nell'osservare quei suoi occhi scuri e tenebrosi come il buio assoluto; il sorriso del ragazzo si trasforma in un ghigno e socchiudendo gli occhi non smette di mostrarmi i suoi denti perfettamente bianchi, dai canini poco più appuntini degli altri.

Lo studio in quella sua posizione naturale e così umana, le mani appoggiate sulla vita e la gamba un poco piegata in avanti.

La chioma perfettamente pettinati verso l'alto, ma al tempo stesso con qualche ciuffo sbarazzino qua e là gli rende l'aria fresca e giovanile, ma come non parlare di quelle due fossette che si formano non appena sorride: impeccabile.

Come può essere un demone?

Torna a guardarmi e le sue labbra si chiudono, non perdendo il sorriso << Vaan, non incantarti troppo. >> la voce di Torah mi richiama, mi giro a guardarla e la vedo sospirare con Arbe.

<< Lui è bravo in questo, sa abbindolare molto bene. >> scuoto la testa e torno in me, cambio la mia espressione da perfetta idiota a furiosa come una iena.

<< Figurati, l'abito non fa il monaco. >> rispondo seria e Beliel ride.

<< Così mi offendi. >> dice portando una mano sul petto come se avessi ferito davvero i suoi sentimenti.

Lo guardo con un certo ribrezzo, ma lui non perde ancora il suo sorriso.

<< Adesso devo portarti via. >> mi comunica con voce terribilmente profonda, non faccio in tempo a controbattere che lo vedo avanzare verso di me con fretta, per poi afferrarmi il braccio. Ci risiamo.

<< Scusa? >> chiedo strattonandomi dalla sua presa.

<< Lui vuole conoscerti. >> lo guardo confusa mentre intorno a me versi di stupore risuonano nella stanza, nel frattempo Beliel mi trascina verso la porta non mollandomi un secondo.

Scappata dall'Inferno [IN REVISIONE]Where stories live. Discover now