Temporale

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Questa volta, non è la sveglia che tutte le ragazze detestano nei film, ma è la pioggia a svegliarmi. Con più precisione mi alzerei verso i tuoni. Rimbombavano dalle 4.00 del mattino e, sinceramente, non volevo che smettessero di farsi sentire. Adoro quando ho una gara e fuori dalla vetrata vedo scorrere goccioline piccole ma forti. Alle 6.30 decido di alzarmi, non vale la pena restare nel letto senza dormire. Vado in bagno per lavarmi il viso. Senza luce, ovviamente. Con un temporale del genere, come non aspettarselo. Mi lavo la faccia al buio, poi decido cosa mettermi, sempre al buio. Decido di mettermi de leggins felpati Neri e una felpa di lana bianca. Mi metto le calze, e poi decido di fare una cosa che non facevo da tantissimo tempo. Mi metto la collana che papà mi regalò dopo la mia prima gara. Era una collana d' oro bianco con una 'L' al centro. Molto semplice, ma è il pensiero che conta. Metto le pantofole e scendo giù. La casa è silenziosa, forse troppo. Sono solo le 7.00, mamma si sveglia alle 7.30 per portare Martina a scuola, quando io sono già in autobus. Viviamo in una casa in periferia, quindi devo farmi circa mezz'ora d'autobus. Sono le 7.20, corro di sopra, prendo lo zaino e il telefono, metto le scarpe, sciarpa di lana e giacchetto. Prendo l'ombrello ed esco. Vengo subito sballottata dalla forza del vento: sembra ci sia un tornado. La pioggia mi bagna le punte dei miei capelli che volano per il troppo vento. Vedo dei fulmini ne cielo e, solo per un secondo, ho sperato che l'autobus arrivasse prima che uno di quei fulmini mi prendesse in pieno. Con la fortuna che ho non mi stupirei. Le mie preghiere vengono ascoltate e , dopo un minuto, ecco le luci dell'autobus. Salgo in fretta e l'autobus parte. Mi metto in fondo e, per sicurezza, controllo le materie che ho quella mattina:
-Matematica
-Inglese
-Greco
-Scienze
-Geografia
Giornata niente male. Mi metto le cuggie alle orecchie, e inizio a guardare fuori dl finestrino, è una cosa che mi rilassa molto. Le gocce iniziano a farsi più violente e l'autobus si ferma. Provi a guardare con la cosa dell'occhio e scorgo, con mio dispiacere, una fila lunghissima. Posso dire addio a matematica. Mi stendo un po' sul finestrino e inzio a canticchiare " One call away" di Charlie Puth.

Un'amore In GaraWhere stories live. Discover now