Sentivo tutta la pressione soffocarmi il respiro, chiudendomi le vie aeree. Mi sentivo seguita, perseguitata da una famiglia disgregata in mille pezzi. E da quando i nonni erano morti, questa frammentazione si era fatta sentire ancora di piu'. L'odio puro dei nostri genitori era qualcosa che mi aveva sempre ferita, ed anche a Phoebe faceva questo effetto. Eravamo entrambe in un momento importante nella nostra vita, ed essere trattate in quel modo non ci aiutava per niente.

Misi in moto la macchina, quando la porta di casa si spalanco'. Le lingue di fuoco che mandavano gli occhi dei miei genitori erano qualcosa di raccapricciante, cosi' schiacciai l'accelleratore e scappai da quella casa. Sentii ridere Phoebe per un'istante, come se adesso fossimo davvero al sicuro. Ma non lo eravamo ancora, perche' loro potevano ancora trovarci.

Ma non mossero nemmeno un dito per cercarci, per chiedere alla scuola se frequentavamo ancora quei corsi. Non si sono mai fatti qualche domanda sulla nostra fuga, e forse e' stato meglio perderli per sempre.

**

La mia giornata non e' iniziata per niente bene, e sembra peggiorare ogni secondo che passa. Il mal di pancia e' insopportabile, e non capisco nemmeno il perche'. Il ciclo mi e' finito da poco, quindi quello non e', ed in piu' e' escluso che io sia.. si insomma.. incinta. Inoltre, stare seduta dietro quella scrivania e cercare di non mandare a quel paese ogni cliente che entra e' tremendamente difficile per me.

"Puoi stare tu un attimo qui? Devo andare a parlare con Harry.." Mormoro ad Henry, seduto fedelmente vicino a me, e lui annuisce dolcemente. "Grazie" Mormoro, alzandomi dalla sedia e dirigendomi verso il suo ufficio.

Busso velocemente, quasi impaziente, ed i crampi sembrano non voler andare via. La porta viene aperta quasi subito dal ragazzo riccio, e non riesco a fare a meno di sorridere leggermente. Ormai da una settimana abbiamo definito che cosa siamo: siamo una specie di coppia, che si sta conoscendo e che, al momento adatto, forse diventera' ufficiale. Dobbiamo solo capire se ci piace quello che abbiamo dentro, perche' l'attrazione e' visibile.

Sbuffa una risata, muovendo qualche ciuffo ricaduto sulla sua fronte. "Si accomodi, Signorina Hill" Mormora Harry, aprendo la porta e sbirciando dietro di me. Abbiamo promesso di essere una coppia quando usciamo dalla hall dell'hotel, perche' si potrebbero creare dei pettegolezzi tra il personale. Ma a me non dispiace far finta di niente quando Harry passa davanti a me, perche' trova sempre un modo buffo per richiamare la mia attenzione- facendo ridere Henry.

Chiudo la porta dietro di me, sistemandomi la gonna sui fianchi. Corruccio le labbra quando un altro crampo mi colpisce, e vorrei davvero che smettessero di uccidermi le interiora. "Qualche cosa non va?" Mi chiede lui, cambiando rapidamente la sua espressione.

Mi appoggio alla porta, sospirando pesantemente. "Sto male, Harry" Dico soltanto, contraendo la pancia per la millesima volta.

Lui si avvicina a me, sbottonandosi la giacca nera chiusa per prendere un respiro profondo. Si vede che e' stanco, e' stato molto impegnato in questo periodo. Mi sono sentita molte volte in colpa per avergli chiesto magari qualcosa fuori dal programma, perche' era davvero stravolto- anche se insisteva di accompagnarmi in qualsiasi posto volessi andare oppure avessi solo anche pensato di volere qualcosa, lui me la prendeva. "Che cosa c'e'? Ti vedo piu' stanca del solito" Mi chiede, poggiando le sue mani suoi miei fianchi. Sospiro pesantemente, cercando la causa di questo mal di pancia. Forse e' stato quel cibo indiano che abbiamo ordinato ieri sera?

"Ho mal di pancia e.. credo che sia stato il cibo di ieri" Mormoro, appoggiando la testa sulla sua spalla. Una sua mano raggiunge il retro della mia testa, accarezzando i capelli raccolti nella coda alta.

"Se vuoi possiamo andare, ormai il tuo turno e' quasi finito ed io ho finalmente firmato e controllato tutte quelle carte" Dice lui, facendomi annuire. In questi giorni siamo stati bene, sia al lavoro che non. Ma sento di volere di piu', e mi dispiace un sacco. Siamo presi entrambi dal lavoro, ed abbiamo avuto davvero poco tempo per parlare. E' stata una settimana di fuoco, dato che Marzo sta finendo e la pioggia sembra non voler smettere di cadere. In piu', Phoebe e' in periodo di esami ed ha davvero pochissimo tempo per venire a trovarmi, ma va bene cosi'. Mi sento un po' come una madre abbandonata da sua figlia. "E se vuoi, domani possiamo stare a letto tutto il giorno. Ce lo meritiamo"

Autostop • H.S.Where stories live. Discover now