Normale

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Stranamente, aveva cominciato a sentire una voce oscura parlarle in sogno. Le suonava come se fosse stata la sua voce, che sentiva echeggiare nelle tenebre: «Il tuo tempo è scaduto».

Si svegliò con la fronte imperlata di sudore. Non si trovava a casa, non era in macchina, ma si trovava su un letto bianco in una stanza tutta bianca. Affianco a lei vide il monitor a cui si trovava collegata, e che stava registrando i suoi battiti cardiaci. Fece per alzarsi, ma realizzò in quel momento, che non poteva, perché era legata dal busto in giù. Andò in panico e iniziò a cercare di divincolarsi dalle contenzioni, quando si fermò, perché aveva sentito la porta alla sua sinistra, aprirsi.

Entrò un uomo in una divisa bianca e con le mani dietro la schiena, che la guardò.

«Devi essere molto confusa in questo momento, e posso immaginarlo, ma vorrei farti sapere che siamo qui solo per aiutarti. I tuoi genitori hanno firmato un consenso per somministrarti degli psicofarmaci che aiuteranno a riequilibrare il tuo stato mentale». Lei aprì la bocca per protestare, ma fu presto messa a tacere. «Tornerai normale in un batter d'occhio. Cerca di rilassarti». Lui si avvicinò.

Lei cercò di allontanarsi, ma non poteva muoversi a causa delle contenzioni che le bloccavano i polsi e le gambe. Lui appoggiò una maschera dell'ossigeno sulla sua faccia, che le coprì il naso e la bocca. Cercò di scrollarsela di sotto, agitando la testa, ma aveva già respirato il gas e i suoi occhi iniziarono a farsi pesanti.

. . .

All'improvviso, si svegliò.

Non riusciva a capire che diavolo stava succedendo. Le erano state fatte iniezioni multiple di qualcosa e alcune cose erano state strofinate sulla sua pelle. Si sentiva stordita, ma era vigile e consapevole di quello che le stava accadendo intorno. Il suo battito cardiaco stava cominciando ad accelerare al monitor e i medici lo avevano notato, quando poi videro lei ad occhi aperti. Uno dei medici stava urlando a uno dei suoi colleghi. Ma lei non poteva capire di cosa stessero parlando, e all'improvviso, sentì una scarica di adrenalina attraversare il suo corpo come una scossa elettrica, che aveva preso a farla agitare violentemente sotto le contenzioni. Uno dei medici stava per andare a tenerla giù, ma esitò. Tutti e tre i medici indietreggiarono.

Natalie, si alzò a sedere sul ciglio del letto e si strappò la maschera dell'ossigeno e l'ago che aveva infilato nel braccio. Si alzò in piedi, cominciando a inciampare e a zoppicare, col respiro ansante. La sua vista cominciò ad annebbiarsi. Si portò una mano al petto, all'altezza del cuore e cadde sulle ginocchia, tossendo sangue e crollando sul pavimento, mentre perdeva i sensi.

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Creepypasta||Clockwork : Your time is upDove le storie prendono vita. Scoprilo ora