Te l'ho già detto, ero curiosa.
"Capisco. Hai bisogno di qualcosa?"
Sembra che tu abbia una discreta forza, ma i bambini dell'orfanotrofio non ti reputino abbastanza forte per il loro gioco.
"Dis..creta? Reputino?"
Ti ho appena detto che sei una bambina piuttosto debole e che i bambini con cui vivi in quell'orfanotrofio non ti considerano forte. E per questo non vogliono giocare con te.
"Ohw. Ho capito, ho capito."
Io posso darti la forza di cui hai bisogno. Ti aiuterò, ti farai un nome, verrai conosciuta a livello mondiale! Tutti non faranno altro che invitarti ad iscriverti alle loro scuole!
I miei occhi si illuminarono in quel preciso istante: gli occhi di una bambina che credette a quelle semplici e così illusorie parole videro un futuro che sarebbe stato a dir poco perfetto. Un futuro molto prossimo, stadi gremiti di gente che avrebbe acclamato il mio nome, gente che avrebbe urlato nel momento in cui la palla sarebbe stata scaraventata in porta grazie a me.
"Tu...tu potresti davvero?" chiesi entusiasta.
Ci sono due condizioni: dovrai mantenerti costantemente allenqta, poiche la tua forza deve raggiungere sempre i massimi livelli; per di più non voglio essere coinvolta in questioni di cuore, altrimenti sarò costretta ad intervenire.
Una risata alquanto sinistra.
"Mh. Va bene." risposi titubante.
In quei pochi secondi mi mostrò la sua vera forma, nonché quella che avrei assunto io stessa.
I miei occhi erano rimasti ammaliati: era un esemplare unico nel suo genere e di una maestosità incredibile.
Un carattere si impresse nella mia mente: 黒
"Ku...ro?"
Sai, anche io ho un nome.
"Ma dove sei andata a finire?!" feci un giro attorno a me stessa e controllai ovunque.
Ti avevo detto che ti avrei dato la mia forza o mi sbaglio? Ora siamo una cosa sola.
"E io come faccio a sapere come e quando usare...questa forza?"
Nel momento in cui ti sentirai leggera, libera, un tutt'uno con il vento. Ti basterà saltare, fare una capriola avanti e sbizzarrirti sul come far finire la sfera nella porta.
"Sbizzari..rti? E di che sfera parli?"
Sentii un sospiro.
Significa che sarai libera di scegliere la tecnica con cui far entrare il pallone in porta mentre hai le mie sembianze.

*Fine flashback*
"Lo so...lo so...ora smettila...ti prego smettila..." piangevo. Per causa sua non era mai successo quindi sapevo che se non avessi cambiato le cose, ci avrebbe pensato lei a peggiorarle.
Quello che stava accadendo dentro me assomigliava ad un conflitto interno, ma non esattamente.
Non sarei comunque stata in grado di rispondere alla domanda di Yume: quanto saremo stati via? Un mese? Due? Un anno intero?
Dovevamo pur sempre viaggiare nello spazio.
Misi un paio di felpe, alcune magliette, calzini, pantaloncini sportivi, le scarpe, la tuta della squadra. Non pensavo mi sarebbe potuto servire altro.
Restai seduta ad aspettare l'alba, impossibilitata ad addormentarmi a causa della presenza del mio totem.

Appena scorsi i primi raggi di sole presi il borsone, scrissi un veloce biglietto ai miei genitori e mi precipitai fuori di casa, guidata dalla preoccupazione verso quel ragazzo che in realtà non era nemmeno mio cugino.
Stranamente scoprii di essere l'ultima ad arrivare, nonostante il mio anticipo di una decina di minuti.
"Ragazzi...voi...come mai tutti già qui?"
"Fidati, non siamo tutti: mancano Arion e Victor. Era passato da Vladimir da quel che so.." era stato Riccardo a prendere la parola e mi aveva rivelato l'ultima cosa a bassa voce.
Gli sorrisi debolmente.
Aspettammo venti minuti prima del loro arrivo, e altri cinque prima che Arion smettesse di scusarsi per aver dormito qualche minuto in più.
"Sono nuova in questa cosa quindi non so come funzionano le cose. Dove dobbiamo andare? Fra quanto si parte? Quanto si sta via?"
"Ragazza quante domande!" rispose sgarbatamente un ragazzo con dei ciuffi blu e un ghigno in volto.
"Falco vedo che non sei cambiato eh? I tuoi fratellini come stanno?" sorrise un ragazzo con una fascetta nera che gli teneva sollevati i capelli.
Il castano arrossì improvvisamente: "B..bene.."
Mi fece l'occhiolino e appena incontrai il suo sguardo lo riconobbi: era quel ragazzo con cui avevo fatto dei tiri a basket.
"Non abbiamo avuto la possibilità di presentarci: io sono Terry." sorrise e allungò la mano.
Gliela strinsi e mi presentai a mia volta "Eileen."
"Ohi, Terry! Ti ho detto giù le mani!" rise Victor dopo aver interrotto il discorso che stava avendo con Arion e Riccardo.
Il ragazzo davanti a me alzò le braccia con fare innocente e mi rivolse un sorriso, per poi allontanarsi.
"Bene! Il signor Travis ci aspetta sul cortile posteriore! Sbrighiamoci!"

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