Hey Angel ||Larry||

3.

«Dottoressa cos'ha? Cos'è successo? Mi dica.»
«Quanti anni ha?»
«Il messo prossimo due, ma perché questa domanda?»
«Signor Styles si sieda...la piccolina ha un tumore ai polmoni...»
Ed eccolo lì, il mondo che mi crolla di nuovo addosso. Non è una sensazione nuova, l'ho già provata qualche anno fa, la sensazione di perdere la persona più fondamentale per te da un momento all'altro. Non ha neanche due anni, perché proprio lei? Perché proprio io? Perché deve succedere tutto a me? Prima lui, ora nostra figlia. No, non può portarsi via anche lei, glielo devo, la nostra bambina deve rimanere qui con me, gli ho promesso di prendermene cura.

Le parole della dottoressa non lasciano la mia mente da giorni ormai, non ce la faccio più, ho bisogno di parlare con lui, lui deve sapere.

Ciao Lou, come vanno lì da te le cose? Qui tutto bene, sempre la solita routine. Oh avanti, ma chi voglio prendere in giro? La nostra bambina ha il cancro, l'altro giorno mentre ti scrivevo non ho neanche finito di scrivere la parola, era svenuta, me l'ha urlato Nick, poi insieme l'abbiamo portata in ospedale dove le hanno fatto un mucchio di controlli.
'La piccolina ha un tumore ai polmoni', sono state queste le parole della dottoressa. È curioso come poche parole possano cambiare, distruggere tutto così all'improvviso. Quel momento mi ha ricordato tanto quella sera, su quel lettino quando mi hai detto della tua malattia. Perché deve stare sempre in mezzo? E se si porta via anche lei? No, non ce la potrei fare, a quel punto non ci sarà nessun Nick che tenga, se lei viene da te, vengo anch'io. Non gli sei bastato? Ora deve portarmi via anche lei? Perché le piace così tanto vedermi soffrire? Non riuscirò a perdere anche lei, tu sei già stato una grande botta, non reggerò un'altra perdita, non la sua. Giò è l'unico pezzo di te che mi è rimasto, è la mia bambina e deve rimanere qui con me. Non è assolutamente possibile tutto questo, fra un po' mi sveglierò e questo incubo avrà fine, non ci sarai più, non ci sarà più nessun noi, nessun primo incontro, nessuna prima volta, nessuna gravidanza, nessun lui, niente di niente, non se va di mezzo la nostra bambina. Sognavo una vita felice con te, Louis. Tipo quella nelle favole, solo un po' meno polpettone rosa. Volevo sposarti Lou, avevo deciso di chiedertelo al momento giusto, magari nella nostra casa e magari con Giò fra le nostre braccia. Mi dispiace non aver vissuto fino in fondo ogni singolo momento nostro, avevo così tante idee in testa che non sono riuscito a realizzarne neanche una. Sappiamo bene entrambi come sono fatto, non sono mai stato bravo ad esprimere i miei sentimenti, a far capire alle persone quanto io tenessi a loro. Ho sempre allontanato tutti col carattere che mi ritrovo, ma loro non hanno mai cercato di capirmi davvero, tu sei stato l'unico a restare, a provare di capire come sono realmente fatto. Tutti hanno sempre fallito in questo, si sono sempre fermati alla porta e non l'hanno mai varcata, ma non perché fosse chissà quanto difficile o spaventoso, è che, semplicemente, non volevano. È vero, non ho un carattere facile, ma non per questo sono incapace di amare, anzi a volte ho amato anche troppo, anche chi non ne valeva poi così tanto la pena. In un secondo hai spazzato giù tutte le barriere che col tempo mi ero creato, quattro mura dove non facevo entrare più nessuno da tempo, belle spesse pensavo, ma non era così dato che è bastato un tuo sguardo per farmele crollare. Eri la mia coperta calda quando fuori faceva freddo, eri uno scudo, una sorta di protezione contro il resto del mondo, eri l'unico in grado di farmi star bene nei momenti peggiori, ora chi lo farà? Ora che non ci sei più chi mi asciugherà le lacrime? Chi mi rialzerà quando Giò inizierà a stare male per questa malattia del cazzo? Non riesco a vederla soffrire, persino quando ha la febbre o è un po' raffreddata vado nel panico più totale. Nick è un bravo compagno e ci sa fare con i bambini, ma vedi lui non è te ed io ho bisogno del mio Nanetto.