Write On The Walls

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A Sabrina.

"Non nascondere i tuoi talenti, sono stati fatti per essere usati. Cosa è una meridiana nell'ombra?" (Susanna Tamaro)

Ti voglio bene♥


Aveva sempre fatto attenzione a tutto ciò che lo circondava, ad ogni piccolo particolare, ogni cambiamento, ogni puntino fuori posto. Era un musicista, quindi un'artista, traeva spunto dal mondo che gli girava intorno vorticosamente.

Quella mattina non fu diversa dalle altre, con lo zaino in spalle si diresse verso il pullman che lo avrebbe portato a scuola; passò davanti a casa di Antonio che lo stava aspettando e insieme percorsero la solita strada.

Esattamente come ogni giorno incontrarono Ilaria e Francesco, salutarono il cameriere che puliva i tavoli esterni del solito bar, allungarono il passo per paura di non arrivare in tempo anche se erano in anticipo di dieci minuti.

Girarono l'angolo seguendo il lungo muro che portava direttamente alla destinazione; si guardò ancora intorno, arrestandosi poco prima di raggiungere la fermata del bus.

Una piccola scritta decorava il grigio pallido della parete, la calligrafia delicata ed elegante lo attirò subito; non era invadente, tanto più artistica si disse. Rimase a guardarla, quasi incantato, quasi scosso da quella novità.

C'è della gloria nel non essere compresi- recitava solo, una frase che conosceva bene, di Baudelaire. L'aveva sentita e compresa, una delle sue preferite, a cui pensava spesso.

Si girò verso l'amico che era ancora accanto a lui e lo guardava con un'espressione interrogativa, indicandogli con la testa la via dove il pullman sarebbe arrivato. "Alé, ma che succede?" si sentì dire, infine, la voce di Antonio ancora strascicata e assonnata.

"Sai chi l'ha scritto?" indicò il muro, palpabilmente ansioso di sentire una risposta. Per sua sfortuna, però, l'amico lo guardò come se fosse impazzito, sempre più confuso dalla situazione che si era venuta a creare.

"Ma sei scemo?" strillò quasi, la voce più acuta e fastidiosa. "Come cavolo faccio a saperlo? Ja Ale, sta arrivando" chiuse il discorso, incamminandosi velocemente verso le porte del mezzo di trasporto, costringendo l'altro a seguirlo.

Passò tutte le ore scolastiche a pensarci, completamente assente, distante da ogni conversazioni, assorto nel rievocare il pensiero di quella frase e quella scrittura; sapeva che rimanere così tanto affascinato da un semplice particolare era stupido quanto deleterio, ma non poteva farne a meno.

Sorvolò sulle battutine stupide di quel piccolo gruppetto nella classe che inneggiava alla sua presunta omosessualità, alzando le spalle e sorridendo, accompagnando McFly a fumare in giardino. La campanella suonò quasi a fatica, si sentì annaspare, i minuti passarono angosciosamente.

Corse celermente a varcare il portone della scuola, salendo sull'autobus che arrivò quasi subito, questa volta totalmente da solo.

Giunse vicino al tramezzo che da quella mattina stava tormentando i suoi pensieri, rallentando il passo, sperando con tutto sé stesso di trovare un altro segno della presenza della persona che aveva scritto, al contempo spaventando di una possibile delusione.

Sorrise come se il Natale fosse arrivato in anticipo quando notò una macchia nera, l'inizio di una T, la stessa calligrafia, sempre più nitida man mano che si avvicinava.

Questa volta la parete veniva decorata da un "The world has bigger problems than boys who kiss boys", appena sotto alla frase precedente, la grafia sempre lineare ed elegante. Quasi scoppiò a ridere, cercando di trattenersi per non apparire ancora più stupido, anche se il piccolo verso che gli uscì fu persino più patetico.

Write It On The WallsWhere stories live. Discover now