(Decima Capitolo)

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Finalmente a casa.

Dopo aver fatto il nome di Anastasia, giorgio non disse più nulla per tetto il tempo. Aprì bocca solo all'incrocio in cui si dividono le due strade che portano alle nostre case. Mi salutó e prese la strada a destra mentre io andai in quella di sinistra.

-Adriana la pasta è nel piatto!-
Urla mia madre per farsi sentire da me che sono al piano di sopra in camera mia.

Mi fiondai li non appena misi piede in casa. Non volevo che nessun altro si accorgesse del mio stato d'animo.

-Mamma... Mi dispiace ma ho troppo da studiare dato che devo anche recuperare i primi giorni persi.- mentii.

Ma preferisco rimanere nella mia stanza perfettamente in ordine e con tutti i colori perfettamente abbinati.

PERFEZIONE

Sta diventando veramente insopportabile questa parola negli ultimi giorni.

Ma adesso è meglio che riaccenda il cellulare che è spento da troppo tempo ormai...

Presi nella ricreazione questa iniziativa. Non ne potevo più di tutti gli stupidi messaggi di complimenti da parte di tutti per aver dato il pugno a Luca.
Tutti mi scrivevano messaggi del tipo.
-Grazie mille se lo meritava proprio quello sbruffone- o -Grazie per averlo cambiato così tanto adesso non offende più nessuno ne picchia nessuno-. O peggio, mi arrivavano notifiche di facebook, con richieste di giochi. Se non lo avessi spento alla prossima notifica, avrei preso il mio povero iphon 5 e lo avrei fatto volare dalla finestra della scuola.

Acceso il cellulare trovo 3 chiamate di Giorgio e... Che cosa!?!? 24 da Pan??? Neppure mi ricordavo di avergli cambiato il nome in rubrica in quei giorni.

Ecco che suona di nuovo "Pan" dovrei rispondere? O dovrei fumarmi una sigaretta? Non so perché ma la seconda la trovo molto più interessante. Allora poso il cullulare di fianco a me sul letto e prendo sigaretta e accendino dalla borsa.

Neanche il tempo di accendere che risuona il cellulare.

Se è di nuovo Alex lo rispengo!

Ma vado per vedere ed era Giorgio.
Bhe... Probabilmente è preuccupato mi sa che è meglio che risponda.

-Pronto?- dico.

-Pronto, Adri ti va di vederci pomeriggio alle 5 al parco?- chiede con voce preoccupata e velocemente.

-Ok. Ma è forse successo qualcosa?- chiedo preoccupata.

-Emm... Bhe... Veramente. Ne riparliamo la. Ciao.-

Cosa? Mi ha riattaccato in faccia? ma se ogni volta fa di tutto per parlare il più tempo possibile. Adesso sono veramente preoccupata. Già dalla voce sembrava avesse paura. Ma di cosa?

Bho... Poi si vedrà per adesso voglio solo stendermi e riposarmi.

...varie ore dopo.

Apro gli occhi e vedo dalla sveglia che sono le le 16:38 mi alzo e mi preparo velocemente. Saluto mia mamma e sono già le 17:03. Corro al parco e ancora con il fiatone alzo il braccio per controllare dall'orologgio che ora è 17:06. Ok... Non sono troppo in ritardo ma lui dov'è?

Comincio a guardarmi intorno quando mi sento afferrare da dietro.

-Sei tu Giorgio!?- dico.

Ma girato il viso non è giorgio ma Alex. Ma lui cosa ci fa qui?
no!nO!NO!... Proprio l'ultima persona che avrei voluto vedere in questo momento.

-Cosa ci fai tu qui!? Lasciami!- dico cercando in tutti i modi di liberarmi.

La lui mi tappa la bocca con la sua mano sinistra mentre continua a tenermi solo con la destra.
Poi avvicina le sue labbra al mio orcchio dicendo -Ti prego... Sta ferma. Voglio stare un po così. Mi sei mancata oggi Nana.-

Non so se fu la sua bellissima voce suadente, il suo respiro così vicino al mio collo, le sue parole dolci o il risentirmi chiamarmi "Nana" dopo così tanto tempo a immobilizzarmi fra le sue braccia nonostante tutta la rabbia che avessi in corpo fino a 2 secondi prima.

Ma adesso sono stretta fra le sue braccia e mi sento talmente bene che non credo di essermi mai sentita meglio.

Stronza dentroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora