The rain is our soundtrack ;

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Alex non ha paura e Alex non è insicuro. Non lo è mai stato ed è questa sua caratteristica che spesso gli viene invidiata. E' il suo mantenere sempre la calma, qualunque sia la situazione da affrontare che spesso confonde il suo collega e lo porta a chiedersi: "come diavolo fa? Qual è il suo segreto?"
Come due poli opposti, Genn la calma la perde per qualsiasi cosa. Che si tratti di un live, di un qualche problema tecnico o anche di una semplice discussione, si ritrova sempre avvolto da un'aura di ansia e cade nel panico più totale per un semplice nonnulla, incapace di calmarsi se non con un paio di cuffie e il suo ipod personale.
La musica lo rilassa ma non musica qualunque.
E' la voce di Alex l'unica in grado di farlo riprendere, la ascolta in loop per ore e ore senza mai stancarsi. Quella voce dolce e comunque profonda, in grado di penetrare nel cuore delle persone e fonderlo, in grado di renderti dipendente da essa neanche fosse la droga più pregiata. Ma questo Alex non lo sa e Genn non glielo ha mai detto.

Alex non ha paura e Alex non è insicuro.
Alex non parla neanche tanto e Genn ormai si è abituato al suo essere, al suo modo di fare e non è l'unico perché anche gli altri concorrenti all'interno del loft lo hanno imparato. Ma quella sera Alex è più silenzioso del solito. I suoi occhi sono più spenti e la smorfia sul suo viso, solitamente impassibile, sia davanti che dietro alle telecamere, lascia trapelare un velo di tristezza invisibile ai più, ma visibile a chi quel volto lo ha visto tante, troppe volte. Anzi. Visibile a chi quel volto lo ha guardato e conosciuto. Perché chiudendo gli occhi, Genn sarebbe in grado di descrivere perfettamente ogni dettaglio di quel volto che tanto gli piace, se solo trovasse le parole adatte. La posizione di ogni neo sulla sua pelle chiara, la direzione di ogni ciocca di capelli quando si pettina e la direzione di ogni ciocca di capelli anche quando non si pettina la mattina, lasciandoli trasandati proprio come piacciono a lui.
Ecco quanto conosce quel volto.

Genn ha condiviso più volte la stanza con il suo amico, non di rado provavano a casa di uno per poi dormire fianco a fianco, come due amici di infanzia quando in realtà di anni ne sono passati pochi dal loro primo incontro. E anche all'interno del loft si sono ritrovati insieme, in una stanzetta in cui a malapena ci sarebbero stati due letti, infatti ve ne sono quattro perché gli altri due vengono occupati dagli altri membri della Baell squad: Shorty e Giò, e stanno stretti ma questo non è importante.
In quel momento sono da soli, Alex sul letto con la schiena appoggiata contro il muro rovinato e le ginocchia leggermente flesse mentre lo sguardo è assente. Genn è preoccupato ma non lo dà a vedere perché Genn ha paura e Genn è insicuro.
Il rumore della pioggia che batte contro l'asfalto fuori dal loft è l'unico suono udibile, accompagnato da sospiri irregolari del biondino, seduto sul davanzale della finestra con una sigaretta tra le labbra e una cuffia sul capo, a proteggere i capelli ancora bagnati dalla doccia appena conclusa.
E' passata la mezzanotte da un pezzo, ormai è venerdì e il live è terminato da ore ma il sonno ancora non li ha raggiunti e gli altri concorrenti rimasti stanno parlottando in salotto, chissà di quale argomento. Non che gli importi visto che nella sua mente solo quegli occhi spenti sono interessanti, gli occhi di un Alex che mai è assomigliato tanto ad un cane bastonato.
"Alé".
Con le labbra aperte, una nuvoletta di fumo si confonde con l'aria fresca e seppure i suoi occhi non lo stanno più guardando, Genn sa di aver catturato l'attenzione del collega ma nessuno dei due dice più nulla per un paio di minuti e si chiede se per caso non si sia addormentato, troppo nervoso per controllare con i suoi stessi occhi.
"Alé, dovresti riposare. Hai fatto tanto oggi".
"E tu dovresti smettere di fumare. Ma non lo fai".
Se la aspettava una risposta del genere, lo aveva sempre detto e questa volta non è da meno. Ma entrambi sono consapevoli che non sarebbe accaduto, per Genn ormai è inutile anche solo tentare di smettere.
"Alé".
Ripete, premendo ciò che rimane della sigaretta ormai completamente bruciata, sul marmo del davanzale per spegnerla. Salta giù con un movimento agile e delicato, i suoi piedi nudi non fanno alcun suono quando atterra e si avvicina al letto dell'amico e questo quasi lo spaventa perché Alex sicuramente non si aspetta di ritrovarselo così vicino quando alza lo sguardo.
"Prenderai freddo se non chiudi quella finestra".
Sa bene che Genn non lo ascolta, non lo fa mai. E poi si lamenta di stare sempre male e si comporta come un bambino, giurando di star per morire per un semplice raffreddore. Ma questa volta lo dice per allontanarlo, perché si sente improvvisamente a disagio e perché sa. Sa che Genn sta per chiedergli cosa c'è che non va e non vuole rispondere perché nemmeno lui sa cosa c'è che non va. La cosa lo tormenta, non ha le parole per descrivere il peso che ha dentro, quella sensazione di confusione che lo perseguita.
"Alé".
"Sto bene".
"Puoi parlarmene".
"Sto bene".
"Sei più brutto del solito, non stai bene".

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