CAPITOLO 2

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"E così il leone si innamorò dell'agnello.

Che agnello stupido. Che leone pazzo e masochista".

Twilight

Dicevano fosse giovane, alto, attraente e macho.

La cosa non mi metteva assolutamente a mio agio.

Strano a dirsi ma quella volta ero io in ritardo: era sabato mattina, non avevo dormito bene e mi era arrivato il ciclo.

Mi stiracchiai pigramente tra le coperte, quello era il grande giorno, avrei conosciuto il fantomatico genio in fatto di diete.

Tanto lo sapevo come andava sempre a finire: o gettava la spugna lui o lo facevo io.

Avevo quella dannata tendenza a perdere molto peso inizialmente, cosa che mi mandava su di giri e mi metteva entusiasmo, ma poi, immancabilmente, arrivava quel periodo in cui perdevo la grinta e mi lasciavo andare. Il mio peso subiva un arresto improvviso e poi io ingrassavo.

Ingrassavo.

Ingrassavo.

Era un circolo vizioso. Sì, un dannatissimo circolo vizioso.

Mi vestii di fretta, con i capi che avevo già scelto: niente di particolare, una maglietta larga e dei pantaloni che, ahimè, mettevano troppo in luce le mie curve.

Eh che curve!

Oh, ma buongiorno vocina.

Andai in bagno per mettermi un po' di trucco.

Per farti figa, dillo.

Shhh, stupida!

Mi stavo mettendo l'eyeliner, facendo smorfie indecenti e sporgendomi pericolosamente verso lo specchio, quando il citofono suonò.

Presa dai miei pensieri sobbalzai e tracciai una linea decisamente di troppo.

Cercai di porre rimedio al disastro creatosi, ma è inutile dire che...

Che eri diventata un panda.

Non è vero!

No, beh, un rispettosissimo signor panda.

Fatto sta che la situazione iniziava a sfuggirmi di mano, cercai dappertutto lo struccante ma non lo trovai e intanto il citofono suonò nuovamente.

Corsi con un dischetto inzuppato d'acqua verso la porta e aprii senza nemmeno chiedere chi fosse.

Cercai di rifinire in fretta la macchia pandiforme intorno al mio occhio destro, ma non mi restó il tempo per vedere se questa volta avevo applicato bene il trucco o se comunque il danno fosse stato contenuto che il citofono suonò nuovamente.

Ma cosa vuole? Gli hai già aperto!

Dai vocina, sii un po' più rispettosa.

Ritornai alla porta di ingresso, feci un gran respiro e risposi al citofono: "Sì?".

"Signorina Birch?", chiese dall'altra parte una voce profonda e suadente.

Ma che suadente e suadente. Ragazzi, era eccitante da morire!

Ok sì, forse un pochino...

"Signorina Birch, è ancora lì?", domandò nuovamente la voce con una venatura leggermente seccata.

Deglutii e mi ripresi un attimo, "Ehm", mi schiarii la voce, "sì, sì".

"Fantastico" non so perchè ma mi parve di cogliere una nota leggermente sarcastica "mi fa salire?".

hot diet [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora