«The beginning»

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"Wake me up,
wake me up inside.
Call my name and
save me from the dark."

Cassie

Immagazzinare tutto fu sorprendentemente semplice. Come se la ragazza già conoscesse l'argomento e quella fosse solo una ripassata veloce.
Il problema principale era che lei non ricordava dove mai avesse potuto apprendere una storia, o meglio una consapevolezza, tanto spregevole. I ragazzi che erano con lei, di cui al momento non ricordava i nomi, cercavano di spiegarle tutto pezzo per pezzo, per non farle scoppiare ció che restava del suo cervello. Chiese al primo ragazzino, al massimo tredicenne, di smettere di parlare.
Aveva bisogno di calma, in quel momento. «Chuck, dai. Smettila.» ringrazió con un cenno del capo il secondo ragazzo che aveva parlato. «Scusate ma.. potete ripetermi i vostri nomi?», chiese lei, imbarazzata. Il bassino disse di chiamarsi Chuck, mentre l' altro Thomas. Lei annuì e chiese dopo: «E tra quanto tempo, più o meno, dovrei ricordare il mio nome?».
Loro si guardarono interdetti.
«In questi giorni» rispose il primo. Assentì e Chuck propose di andare a cena. Concordarono si diressero verso il casolare.
***
Fu il pasto migliore che avesse mai mangiato, be', almeno credeva lo fosse.
Non riusciva a ricordare l' ultima volta che avesse avuto così fame, ma non ci badó a lungo. Il prosciutto era delizioso, cercó solo di non pensare ai poveri maiali che aveva intravisto qualche ora prima, durante il "tour".
Non aveva ancora capito come mai tutti la guardassero in quel modo.
Sì, okay. Era una sola ragazza e loro una cinquantina di ragazzi, ma, potevano contenersi?
Il suo sguardo doveva essersi indurito poiché Thomas, di fronte a lei, le picchiettó con un dito sul braccio.
La ragazza sbattè gli occhi e cercó di sorridergli. Lui non sembrava cavarsela tanto meglio di lei.
«Vieni, pive. Prima abbiamo visitato un solo lato della Radura. Adesso tocca al lato tosto», Chuck si alzó, pulendosi dai residui di cibo. Controvoglia, fece lo stesso e seguì il piccoletto.
La prima volta che aveva visto quelle mura, da lontano, non credeva fossero così maestose, imponenti. Circondavano la radura, come una sorta di protezione da qualunque cosa si trovasse all' interno del labirinto. «Chuck, possiamo avvicinarci?» chiese poi, titubante. Luì annuì. «Poco.» continuó. Lei inizió a camminare verso le porte ma notó, una volta avvicinatasi, un ragazzo, un medicale, così l' aveva chiamato Chuck, che lavorava lì intorno. Guardó meglio, notando che stava scrivendo qualcosa su un lato della porta. E poi li vide: nomi e nomi, di tutti i Radurai presenti in quel luogo. Vide anche che alcuni di essi erano sbarrati. Non voleva sapere perché. Riconosceva alcuni dei ragazzi che si erano presentati in precendenza.
Chuck.
Alby.
Thomas.
Winston.
Gally.
Newt.
E, finalmente, come un colpo di fulmine, un ricordo riaffioró dalla nebbia dei suoi pensieri, e lei lo afferró prima di perderlo di nuovo.
Cassie.
Il suo nome.

Newt (A Maze Runner Story)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora