Idillio

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Il cinguettio dei passerotti mi sveglia.

Sono leggera, felice: non mi sentivo così da anni. È una sensazione magnifica e me la voglio godere a fondo.

Canticchiando, mi lavo, mi vesto e scendo al pianterreno a fare colazione.

Nemmeno la presenza di Eugenio e Italo in cucina turba la mia beatitudine.

«Ciao.» mi saluta Debora.

«Buongiorno, Deb.» le rispondo, ignorando bellamente gli altri due.

«Ho bisogno di aiuto.» mi dice lei senza preamboli, come al solito.

«Comandi!» le rispondo gaia «Cosa devo fare?» mi informo.

«Finalmente hanno finito di imbiancare le stanze del terzo piano.» annuncia facendo un cenno con la testa in direzione degli amici del suo fidanzato «Però ci sarebbe da pulire tutto: hanno fatto un disastro.» esclama con una smorfia, incurante del fatto che possano sentirla.

«Non ti preoccupare: ci penso io.» le rispondo con un sorriso.

Nulla può turbarmi oggi.

«Grazie. Caffè?» mi offre poi, più serena.

«Sì. Macchiato, grazie.» annuisco.

«Allora? Com'è andata la serata?» mi chiede in tono ansioso, dopo avermi consegnato la tazzina fumante.

«Bene.» rispondo schiva.

«Dai: non mi racconti nulla?» esclama fingendosi offesa.

«È stata una serata molto piacevole.» le confido sottovoce, per non farmi sentire dai due ragazzi seduti poco distante.

«E...?» mi incoraggia lei, scrutandomi attentamente.

«E cosa? Andrew ed io ci siamo chiariti e poi abbiamo raggiunto gli altri nel salone centrale.» le dico, omettendo la parte più rovente della serata.

«Tutto qui?» ribatte, diffidente.

In effetti, dopo il bacio, Andrew ed io siamo rientrati in albergo fingendo che non fosse successo nulla: ho dato per scontato che lui non volesse far sapere agli altri del nostro bacio, così mi sono unita alle mie amiche che stavano ballando spensierate, come se nulla fosse, ignorando gli sguardi indiscreti di tutte.

«Certo. Cosa credevi?» le chiedo a mia volta.

«Beh... pensavo che tra te e quel tipo ci fosse qualcosa.» afferma, poco convinta della mia spiegazione.

Già. Ma non abbiamo chiarito la nostra posizione: siamo rientrati e a fine serata ci siamo salutati con un banalissimo "buonanotte".

«Ma che dici?» ribatto, fingendomi sorpresa.

L'ingresso di Alessandro interrompe la nostra chiacchierata; bevo d'un fiato il mio caffè e mi alzo.

«Mi metto al lavoro; se hai bisogno sai dove trovarmi.» comunico a Debora, lasciando la stanza.

Quando passo di fianco al ragazzo, questi finge di sbandare, finendomi addosso; mi stringe le braccia con le mani, fissandomi accalorato.

«Mi libero di lei e vengo di sopra al più presto.» sussurra in un fiato, indicando Deb con la testa.

«Non ti disturbare.» replico scocciata, cercando di divincolarmi puntando le mani sul suo torace.

«Hey! Tutto bene?» chiede lei, notando che siamo quasi abbracciati.

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