Capitolo 2 - Ora capisco perché tutti i ragazzi ti guardano...

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Capitolo 2 - Ora capisco perché tutti i ragazzi ti guardano...

Tutto mi sarei aspettata, ma non una risposta da parte dello sconosciuto che ieri sera mi aveva avvisata. Deglutii nervosamente e osservai il display del mio telefono indecisa se rispondere o no. La curiosità aveva preso il sopravvento, volevo sapere chi fosse, quindi avevo deciso di rispondere. Le mie dita batterono alla velocità della luce sulla tastiera. *Chi sei?*. Volevo sapere chi fosse perché, forse, ciò che aveva fatto ieri sera non era stato farmi del mare, bensì aiutarmi avvisandomi di quello che stava succedendo. Avevo provato a vedere la questione sotto un punto di vista differente. A passo lento uscii dalla stanza di mio fratello con il necessario e, senza farmi vedere, uscii di casa osservando tutto ciò che mi circondava. Il cielo non era più scuro, solamente nuvoloso, ma l'aria era ancora intrisa dell'odore della pioggia. Il mio giardino era malconcio, potei notare passandoci accanto, e i giardinieri stavano cercando di fare del loro meglio per sistemare il danno arrecato. Il problema maggiore era l'albero buttato giù, cosa mai successa da noi, ma in generale in tutta la cittadina perché passeggiando avevo potuto notare la quantità di resti di alberi sparsi e abbandonati nelle strade e nei cortili. Infilai gli auricolari lasciandomi trascinare dalla musica, nelle orecchie rimbombava Sad Song dei We The Kings, osservando ciò che mi si parava davanti per non pensare. Ciò che dovevo fare oggi era non pensare, distrarmi e pensare alla vera Elena che doveva emergere. Purtroppo questo mio lavoro mentale svanì nel giro di qualche minuto perché passando vicino al campo sportivo vidi un gruppetto di ragazzi giocare a calcio, tra cui Lio. Era lì che correva insieme ai suoi amici, come se nulla fosse, come se non mi avesse tradita la sera prima. Non riuscivo a capire dal suo volto se fosse triste, arrabbiato o felice di essersi sbarazzato di me, ma poco contava perché io ero concentrata soprattutto sui miei sentimenti, le mie emozioni. Avevo perso un battito e avevo cercato di trattenermi dal non piangere. La prima cosa che pensai di fare era nascondersi dietro ad un muretto, appoggiandomi con il sedere a terra, non curante del fatto che mi sarei potuta bagnare. Non sapevo perché rimanessi lì a guardarlo, eppure era più forte di me. Come si poteva odiare la persona che fino al giorno prima amavi? Non potevi. Io amavo Lio, alla follia, ma ero anche ferita da quello che mi aveva fatto. La musica continuò a scorrere.

'You and I,

We're like fireworks and symphonies exploding in the sky.
With you, I'm alive
Like all the missing pieces of my heart, they finally collide.

So stop time right here in the moonlight,
Cause I don't ever wanna close my eyes.

Without you, I feel broke.
Like I'm half of a whole.
Without you, I've got no hand to hold.
Without you, I feel torn.
Like a sail in a storm.
Without you, I'm just a sad song.
I'm just a sad song.

With you I fall.
It's like I'm leaving all my past in silhouettes up on the wall.
With you I'm a beautiful mess.
It's like we're standing hand in hand with all our fears up on the edge.'

«Hey, che ci fai qui?» mi chiamò qualcuno. Anche qui persi un battito. Alzai lo sguardo verso la voce che mi aveva appena richiamata e osservai gli occhi marroni di Mattia intrecciarsi ai miei verdi. Non ero nelle migliori condizioni al momento, ma poco mi importava perché, purtroppo, e dovevo sottolineare purtroppo, Mattia mi aveva vista la sera prima scappare in lacrime dalla festa, dopo aver scoperto del tradimento. «Niente...» sospirai. Lui si inginocchiò per arrivare alla mia altezza e mi scrutò attentamente, mettendomi in soggezione. Si sedette vicino a me e mi fece notare una cosa che prima, accecata dai sentimenti, non avevo notato: Lio aveva un occhio quasi viola. Questo piccolo dettaglio mi stupì. «Sei stato tu?» chiesi tranquillamente. Lui annuì fermandosi ad osservarmi, poi ritornò a guardare il campo dove Lio insieme ai suoi amici stava facendo un video stupido, ma io cercai di non guardare verso di loro per non sentirmi peggio. Faceva male e io dovevo reprimere quel dolore, non dovevo stare male per lui, dovevo mostrarmi forte perché la gente godeva se una persona stava male, quindi non bisognava dare loro la soddisfazione di vederci cadere. Mi sembrava strano parlare con Mattia, ma era anche strano il fatto che lui fosse gentile, dato che sin dall'inizio non eravamo andati d'amore e d'accordo. Mi sentii stupida in quel momento perché avevo giudicato il ragazzo senza conoscerlo realmente, cosa che anche lui aveva fatto con me, e avevo la sensazione che conoscendolo sarebbe potuta andare diversamente tra noi due. Si alzò dal terreno e lo seguii con lo sguardo, finché non trovai di fronte alla mia faccia la sua mano tesa. Aspettava una risposta da parte mia, forse voleva che l'accettassi per aiutarmi ad alzare. Non potevo perdere tempo, dovevo andare a fare shopping, ma non ero sicura lui volesse venire con me. Accettai la sua mano, il ragazzo mi tirò su finendo a pochi centimetri dal mio viso, con il mio cuore che batteva più forte. La scena si era trasformata da strana ad imbarazzante e volevo evitare che qualcuno ci vedesse, quindi mi staccai da lui guardando per terra. «Cosa dovevi fare oggi pomeriggio?» chiese lui indietreggiando di tre passi. La sua domanda mi fece intendere che probabilmente voleva venire con me e l'idea della compagnia da parte sua mi fece riflettere, era un modo per fare pace? Da quello che avevo potuto intuire, ieri sera aveva difeso il mio onore, un gesto gentile per una persona che non mi sopportava. Questo mi faceva pensare che sarebbe potuta nascere un'amicizia tra me e lui. Era strano, ma volevo che Mattia mi accompagnasse al centro commerciale perché nonostante una parte di me volesse stare da sola un'altra voleva che qualcuno fosse accanto a me. «In realtà volevo andare a fare shopping...» dissi con un leggero sorriso. Inizialmente percepii dell'astio da parte sua all'idea di accompagnarmi proprio a fare shopping, non lo biasimavo, ma poco dopo sembrò convincersi in qualche modo. «Mh, potrei accompagnarti sempre non ti da fastidio avere un imbranato accanto». Il suo non era stato un attaccato o una frecciatina, affatto, semplicemente un modo per cercare di farmi ridere, ridendo lui stesso dopo aver parlato. Ci era riuscito, infatti io ero arrossita violentemente, come non era mai successo, neanche con Lio. Questo mi parve strano a primo acchito, ma poco dopo i miei pensieri si spostarono al pensiero del ragazzo. No, non dovevo pensare a lui o a tutto ciò che era successo perché ora lui non era niente per me. Il giorno successivo lo avrei affrontato come una persona civile, senza urla o pianti da ragazzini, e avremmo chiuso. Non volevo più essere considerata come una bambina, che subito correva a piangere. Era lecito, il ragazzo che amavo mi aveva tradita, ma da un lato me lo sarei dovuta aspettare perché era già successo una volta. La prima volta, al ballo scolastico, Miriam con i suoi sotterfugi lo aveva fregato, ma in questo caso era diverso, dagli errori si imparava, non doveva accadere di nuovo la stessa cosa. Cercai di scacciare definitivamente il pensiero del ragazzo perché dovevo rispondere a Mattia, in attesa di una mia parola riguardo la sua proposta «Per me va bene!» sorrisi al moro davanti a me. 

Il nostro amore impossibile 3 (INAI's series) (In revisione)Where stories live. Discover now