Rosso e Nero in un Cosmo interiore

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Lampi attraversano la notte, lacerano la tela del buio,scivolano tra le crepe del cielo e lasciano che la luce scorra in esse; e solo per un attimo la realtà si dilata, gl'incubi mutano in sogni, le tenebre in giorno.
E poi tutto torna come prima. Gli spettri, che per un istante erano morti, tornano in vita, vagano nel perpetuo divenire del tempo, sotto il Sole di mezzanotte, assieme a ogni ombra che, dietro muri o lampioni, si nasconde, muta, e lascia che la tempesta rompa il silenzio.
Goccia per goccia scende sulla terra, picchia sulle strade, sulle finestre, sulle fronde degli alberi.
E di nuovo il fulmine.
E di nuovo il buio.


Ma tra le nuvole, molto più in alto dei tetti e dei campanili, una figura più scura della notte è libera nell'aria. E vola, vola, vola tra pioggia, lampi e bufera, le sue piume sono del colore della pece, le zampe e il becco di quello dell'abisso di un mare profondo, gli occhi sono vitrei e senz'anima, e le ali afferrano con avidità ogni bava di vento.

«Cosa ci fai tu quassù piccolo corvo?»

«Non vedi? Sto volando» risponde l'essere.

«E perché?»

« Perché è la mia natura»

Dall'orizzonte, dove il cielo incontra la terra, linee scarlatte salgono verso le nubi, e si intrecciano nel firmamento.

«È la tua natura, piccolo corvo, volare nella tempesta?»

«È mia natura sopravvivere»

Sono fiumi di un liquido cremisi; attraversano la pioggia e le stelle come se nulla più appartenesse alla logica.
La realtà a volte ci sfugge di mano.

«E dimmi, come riesci a sopravvivere in questo mondo?»



«Volo per trovarle, per prenderle»

«Cosa?Cosa devi prendere, piccolo corvo?»

«Mi nutro delle gioie, mi nutro degli amori, mi nutro delle passioni»

Gli enormi torrenti,dalla linea del tramonto, cominciano a riversarsi anche sulla terra, attraversano montagne, valli, arrivano tra le case, inondano le strade e i marciapiedi; ma la città rimane muta.

«Quale immonda creatura sei tu, oh corvo?»

«Per quale motivo sarei immondo? Sono ciò che di più naturale ci possa essere»

Il suolo comincia a tremare, ma nessuno si vede uscire di casa. I fiumi color rubino sono ampi, forti, veloci. Chiudono l'orizzonte in un reticolo rosso, avvolgendo ogni cosa, come edera attorno a una sfera di cristallo.

«Io, come il ragno che cattura la farfalla, faccio solo ciò che mi permette di vivere. È giusto che la serpe mangi i piccoli aquilotti nel nido quando la mamma è a caccia? Perché allora non dovrebbe esserlo quello che faccio io?»



«Tu ti nutri della felicità. Tu non uccidi gli uomini, tu li privi della loro vita»



«Io faccio ciò che è giusto. Io faccio ciò che è necessario.»

Una bava di chiarore lunare attraversa il vento della tempesta, colpisce un ruscello purpureo, illuminando il tetto di una casa di una luce spaventosamente meravigliosa.

«Cosa sono questi fiumi, piccolo corvo?»



«Io prendo le anime pure e le prosciugo dei loro affetti, dei loro talenti»



«Cos'è questo liquido rosso, piccolo corvo?»



«Io mangio la gioia, e in cambio do timore, ansia »

L' uccello volteggia sopra la casa. Una finestra si apre, una figura si sporge e unisce le mani, chiedendo pietà.
Il corvo si appollaia sulla mensola, guardando la sua vittima con i suoi occhi di vetro. È un ragazzo giovane, con un cuore grande.

«Cosa fai?»
«Regalo incubi»

L'essere alato attacca il giovane uomo, gli lacera il petto, strappa la carne.
Non può fare più nulla per scappare, ormai nessuno può fermare il suo carnefice .

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⏰ Last updated: Jul 11, 2016 ⏰

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