(finalmente)Capitolo 16

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Mi crollò il mondo addosso. Il sudore freddo colava dalla mia fronte e i miei occhi non erano più marrone chiaro come erano sempre stati, bensì sprofondarono nel nero. Una lacrima minacciava di uscire, sapendo nel profondo di non saper accettare una simile notizia avendo passato tutta l'infanzia ad aspettare quel momento. 

Pochi secondi, che a me sembrarono minuti, prima che il dottore riprendesse parola:

"Perché avrà solo bambine!"

Avrei voluto fucilare il dottore. Con quel suo sorriso stampato in faccia avevo una gran voglia di urlare al mondo la sua idiozia e il suo pessimo gusto. 
Mi limitai però a rispondere con un "Grazie" fatto uscire con forza dalla bocca, e con un sussurro chiaramente pieno di ira. 

Ma, ovviamente, quello sciocco non se ne accorse, ancora intento a crogiolarsi nel suo essere genio a fare scherzi di pessimo gusto a persone malate. 

Dopo avermi prescritto dei farmaci da prendere per un paio di settimane finalmente si congedò, lasciando soli me e Salvatore, che intanto era rimasto in un angolino della stanza a fissare la scena. 

Si sedette sul letto, affondando nel mio materasso coperto da un sottile copriletto verdino. Mi guardò negli occhi con un'espressione mista a disgusto e sorpresa. 
Ma non ebbe neanche il tempo di parlare, dato che suonò il citofono, svegliandomi da quello stato di trance nel quale ero entrata. 

Feci per alzarmi per andare a vedere, ma ancor prima di poterlo fare un aeroplanino di carta entrò dalla porta finestra, atterrando accanto al morbido tappeto che avevo ai piedi del comodino.
Lo aprii: c'era un messaggio scritto con una penna blu, con delle parole un po' sbiadite. 
Vi era ciò: 

Hey, malaticcia! Noi siamo qui sotto. Se abbiamo il permesso di te e del tuo spasimante, vorremmo entrare a vedere se sei viva o morta. No perché, sai com'è, è da un po' che non ci si vede!

-Sascha, Stefano e Giuseppe

Vedendo le mie risatine, Salvatore si sporse a leggere e con un movimento fulmineo balzò giù dal letto per andare ad aprire. 

Stavo commuovendomi quando, lateralmente, entrarono, Giuseppe per primo, poi Sascha e infine Stefano: portavano in mano un cartellone arancione, con una scritta nera a caratteri cubitali: STAY STRONG. 

Con la mia reazione, Sascha rise divertito, rivolgendo uno sguardo agli altri tre, per poi guardare verso il mio cuscino. Vide la lista dei farmaci che dovevo prendere, poi rise di nuovo: "Heeey, non vorrai fare mica la mia stessa fine!"
Risi anch'io. Provai a pensare a quando tutto questo sarebbe finito, a quando avremmo preso strade diverse, a quando non avremmo avuto più la possibilità di rivederci. A quando tutto quello che stavo vivendo sarebbe stato un lontano ricordo. 

Fui interrotta dai miei pensieri da una chiamata al cellulare, che emise quella suoneria che amavo ma che al contempo odiavo per la mia "dipendenza" da essa.
In ogni caso, lessi il nome sullo schermo luminoso che poco prima era sul comodino, e per poco non mi venne un colpo: Anna.

***

HEEEY

Ce l'ho fatta a pubblicare questo capitolo, AMEN.Il prossimo ce l'ho già pronto, dato che ne avevo scritti due MALACONNESSIONEMIVUOLEMALE.

Bene, è ora di porvi LA domanda. *pensapensapensa*
AH!
Quando tempo fa avete conosciuto Surry?


Rispondete, se vi va, qui ====>

Io l'ho conosciuto circa un annetto fa, più o meno attorno al 350° ePPPPPisodio di Minecraft Ita.

Beneh, io qui ho finito, se il capitolo vi è piaciuto me la lasciate una stellina? *occhi dolciosi*
Comunque sia, io vi saluto. 
Buona giornata (anche se sta per finire, ma fottesega essenzialmente)!


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