terza prova

29 8 0
                                    

Samantha, nonostante le continue rassicurazioni da parte di suo padre, lo sceriffo Smith, continuava a guardare fuori dalla finestra della sua stanzetta. Credeva che da quanto lui si fosse trasferito nel vicinato, succedessero cose strane. C'era qualcosa in quel ragazzo dagli occhi tremendamente celesti e i capelli biondi, che a lei incuteva paura. Stava lì, ore e ore, davanti a quel vetro, che appannava respirando, a fissare la camera di lui, cercando di capire cosa facesse e cosa ci fosse al suo interno. Ormai era diventata un'ossessione, una dipendenza che faceva ogni giorno, ogni istante in cui era possibile...Tutto quello che faceva lui, appariva normale agli occhi degli altri, ma lei, dentro di sé, sapeva. Sapeva che non tutto quello che compiva, era giusto.

*-*-*

"Questo è il suo fascicolo-disse suo padre posandolo delicatamente sulla sua scrivania.-spero riesca a farti togliere quella folle idea dalla testa." ammise, stanco, uscendo dalla stanza.

La ragazza lo prese, lo girò tra le mani, e poi, con gran coraggio e curiositá lo aprì e lo sfogliò...

nome: Niall James Horan

data di nascita: 13 settembre 1993

Lo lesse intensamente fino alla fine, cercando parola dopo parola, qualcosa di strano, di oscuro, ma solo all'ora, si accorse di una pagina mancante. Aveva letto della sua famiglia, del suo trasloco, del suo lavoro, ma non aveva avuto modo di scoprire il suo passato. Qualcuno l'aveva strappata recentemente, si notava dal colore del restante della pagina, ancora attaccata al fascicolo.

*-*-*

Samantha si svegliò a tarda notte, con il cuore in gola. Aveva sentito delle urla acute, che chiedevano disperatamente aiuto, nel suo sogno, anche se sembravano quasi reali. Si guardò intorno spaventata, ma quello che vide, fu solo la sua camera illuminata dalla luce della luna. Fece un profondo respiro di sollievo e cercó di autoconvincersi che fosse solo nella sua immaginazione, che fosse solo un incubo, così, decise di riprendere a dormire e dimenticare tutto, ma appena chiuse gli occhi, sentì il suono del cigolio delle assi del corridoio. Lei rimase immobile terrorizzata sul letto, cercando intanto di sentire di piú. Il rumore, era profondo, ed ad ogni passo, diventava sempre più forte ed intenso.
L'ansia della ragazza cresceva, finché la paura non si impossessò completamente di lei, appena vide un'ombra, passare lentamente davanti alla sua stanza.
Era consapevole del fatto che non fosse suo padre, lo aveva visto andare al lavoro dopo cena. Molto spesso, nella notte, lo chiamavano, e lui doveva correre lasciandola a casa da sola.
La persona, si allontanò, e si diresse verso la direzione delle scale che portavano al piano di sotto, facendo tranquillizzare lievemente la ragazza, che ormai non ci capiva più nulla.
Pensò fosse un ladro, così prese il cellulare e senza fare rumore chiamò il padre. Dopo due squilli, rispose la segreteria. Contemporaneamente sentì un forte rumore di qualcosa che si rompeva, provenire dal salotto.
Leggermente incuriosita, e ancora scossa, si alzò dal letto e a passo piccolo, ma svelto, si avvicinò alla porta. La socchiuse leggermente e si affacciò al corridoio. Quello che vide, fu una scena raccapricciante.
Si coprì la bocca con le mani, cercando di non emettere suoni per non venire scoperta.
Niall stava accoltellando lo sceriffo, che sicuramente, era appena tornato a casa, senza pietà. Una scena disgustosa, che le stava facendo salire e scendere i conati di vomito.
Da una parte voleva aiutarlo, ero suo padre infondo, ma le gambe non si muovevano, dall'altra parte invece, voleva lasciarlo lì, perché sicuramente, anche se avesse provato a salvarlo, sarebbe già morto e lei sarebbe stata sgamata e chissá, anche torturata ed uccisa. Fatto sta, che non si mosse da lì e rimase pietrificata, guardando l'accaduto.
Il coltello entrava ed usciva velocemente dall'addome dell'uomo, il sangue continuava a sgorgare, a scendere, fino a sporcare il pavimento, e il terrore comparso sulla faccia del padre, che lanciava degli urli soffocati, i suoi occhi spalancati che sporgevano leggermente dalle orbite e che lentamente si girarono a fissarla, come per supplicarla di aiutarlo. Rimase in silenzio e immobile continuando a fissarlo. Non poteva provare a scappare in un'altra stanza perché si sarebbe sentito il cigolio del pavimento.
Il ragazzo, seguendo la direzione degli occhi della sua vittima, si giró verso la porta della ragazza, e in quel preciso instante, il sangue le si gelò. Quegli occhi l'avevano paralizzata sul posto, erano...diversi. Stavolta erano di un azzurro piú scuro, privi di vita. Intanto con uno scatto felino, il presunto Horan infiló l'arma nel collo dello scheriffo, dal quale fuoriuscí una grossa quantità di sangue in un solo schizzo. In quel momento si sentí un ultimo sussuro del padre che stava morendo, mentre l'assassino si alzava. Samantha, fece due passi indietro, tornando all'interno della camera, ma quando quegli occhi blu, incontrarono i suoi, il ragazzo distolse lo sguardo, facendo finta di non averla notata e se ne andò.

*-*-*

"Non dovresti essere quì." la rimproverò seccata, una voce maschile, alle sue spalle.

Lei si voltò subito, ma non appena si accorse della persona che aveva di fronte, la sua rabbia prese libero sfogo.

"Esci immediatamente." le ordinò lui a denti stretti serrando le mani in pugni.

"Non mi fai paura-disse convinta.-E non uscirò di quì." lo sfidò.

"Ragazzina, non ho tempo da perdere...-la minacciò.-Perciò, vedi di andartene."

"Hai ucciso mio padre, ma io ne troverò le prove." affermò lei con coraggio.

Lui fece un sorriso sghembo, ma quando i suoi occhi si posarono sulle scartoffie che la ragazza aveva sotto le mani, riuscendo a leggere il suo nome sulla coperina, perse l'autocontrollo, giá poco di suo.

"Senti brutta stronzetta.- il suo tono era più che infuriato, e mentre si avvicinava di due passi, la ragazza indietreggiava di altrettanti passi.-Adesso te ne vai da dove sei venuta, chiaro?" le urlò.

Lei iniziò ad avere paura...

*-*-*

Come ogni sera, Samantha chiuse a chiave le porte e le finestre. Ormai lo faceva come abitudine... Dopo le continue minacce da parte di Niall, cercava in tutti i modi di rendere più sicura possibile la casa. Quando lui le disse che sarebbe entrato dalla finestra della sua camera e avrebbe finito il suo compito, a lei gelò il sangue, ma decise comunque che avrebbe portato a termine anche lei la sua missione: scoprire chi era, e trovare le prove per dimostrare che fosse lui l'assassino del padre.
Dopo aver controllato accuratamente le entrate ed uscite della casa, si distese sul letto, senza accorgersi di non aver sigillato la finestra accanto al suo letto...

Parole: 1085

You've reached the end of published parts.

⏰ Last updated: Sep 13, 2015 ⏰

Add this story to your Library to get notified about new parts!

concorso di fourgirlsandmeWhere stories live. Discover now