Quando Rosie arrivò a casa iniziò a piovere e la prima cosa che fece fu quella di prendere una sedia e sedersi vicino alla finestra per ammirare le gocce d'acqua scendere lungo il vetro. Era un passatempo che lei amava.
Rosie amava la pioggia, lei era così. Amava cose che la maggior parte delle persone odiano.
Infatti risultava strana , o pazza, forse lo era.
Anzi , lei era da manicomio, ma non c'è niente di strano.
Gli psicopatici e i pazzi sono delle persone normalissime, proprio uguali a noi , solo che amano perdersi nella loro mente. Amano esplorare delle zone della nostra mente che noi siamo portati ad ignorare.
Dopo circa mezz'ora la madre entrò accompagnata da Maddy, la sorellina di Rosie.
"Hey tesoro, com'è andata a scuola?" le chiese la madre sorridendole.
"Bene " disse Rosie sorridendo ,pensando all'ultimo incontro con Christian
"mmm.... E quel sorriso?"
"Rosie ? Rosie!"
"È?!"Chiese Rosie
"Niente, tranquilla. Stasera tuo padre ha una cena di lavoro e siamo stati invitati, quindi cerca di essere pronta per le 7." Disse la madre.
"Okay" rispose semplicemente Rosie
Mancava mezz'ora alle 7 allora Rosie decise di prepararsi, mise un vestito blu stirò i suoi già lisci capelli e si truccò.
Rosie non si sentiva bella,infatti non lo era.
La bellezza era tutt'altro, lei non aveva niente di speciale , non aveva né gli occhi blu ne i capelli biondissimi, era normale.
I suoi occhi erano marroni, ma non il classico marrone, bastava che li colpisse un raggio di sole e spiccavano i colori, all'interno di quella pozzanghera di fango sbucava del blu dell'oro e del verde.
I suoi capelli erano castano chiaro ma le punte erano sempre più bionde, non li aveva mai toccati , erano naturali.
Le sette arrivarono e in poco tempo lei e la sua famiglia si ritrovarono in un ristorante ,del quale Rosie non si ricordava il nome,ad aspettare la famiglia del capo di lavoro del padre.
Essi non tardarono e in meno di dieci minuti arrivarono. A Rosie mancò l'aria quando vide Christian. Non ci poteva credere. Il capo di suo padre era il padre di Christian.
"Hey Rosie"
"C-ciao Christian" disse Rosie
"Ahh allora vi conoscete" disse la madre di Christian ,ed i due annuirono senza distogliere lo sguardo l'uno dall'altro.
Mentre i genitori dialogavano a Christian arrivò un messaggio.
Da Joe : hey che fai?
A joe: sono al ristorante con i genitori di Rosie.
Da Joe: che ci fai con quella tipa?
A Joe: suo padre lavora per il mio ed io sono ad una cena con loro...
Da Joe: ti va di fare un gioco?
A Joe: no.
Da Joe: non era una domanda
A Joe: che vuoi che faccia?
Da Joe: dimostrami hai tutte le ragazze ai tuoi piedi, falla innamorare di te e poi lasciala.
A Joe: perché dovrei farlo?
Da Joe: perché io voglio scommettere che non cela farai. Se vinci tu ti darò la mia terza moto se vinco io sarai tu a darmi una delle tue moto.
A Joe: okay.
Quando arrivò il momento del dolce a Rosie passò la fame e decise di andare fuori. Vicino al ristorante c'era un giardino completamente vuoto dato che tutti erano in sala a cenare.
Rosie si andò a sedere su un altalena ed iniziò ad osservare le stelle. Lei amava tutte quelle piccole cose che in pochi notavano o amavano.
Guardare quelle piccole scintille le metteva tranquillità.
Durante le notti senza nuvole lei non andava a dormire, saliva sul tetto di casa sua e si perdeva nella luce della luna. Lei amava la luna, per lei era come un fantasma, è così immensa eppure riesce a nascondersi dietro a cose che confronto a lei sono minuscole. Tu non la vedi sempre però sai che c'è e che ti osserva.
Mentre osservava le stelle si ricordò di suo nonno, lui era come lei, amava perdersi nelle stelle e ,infatti , quando Rosie era piccola amava andare a dormire dai suoi nonni, la sera sgattaiolava in camera loro ,svegliava il nonno e andavano ad osservare le stelle.
Suo nonno era un punto di riferimento , lei non era stata accettata nella sua classe, nessuno la voleva ,o la considerava.
Lei non era nessuno neppure a casa sua, ma quando era con suo nonno tutto cambiava lei era felice.
Una lacrima bagnò la sua calda guancia ,ma venne asciugata da una mano. Lei girò la testa verso destra e vide Christian seduto vicino a lei.
"È tutto okay?" Le chiese il ragazzo dagli occhi smeraldo.
"si..."Disse abbozzando un sorriso.
"si, e io sono Luke Hemmings "disse
"Oddio non pronunciare il suo nome o rischio di urlare."Disse la ragazza.
"Hahaha okay. Mi spieghi cos'hai?"
"è tutto okay , solo che a volte mi immergo nei ricordi e non mi fa bene..."
"Non hai ricordi felici?"Chiese il ragazzo.
"Beh si, non mi prendere come una depressa!"
Disse la ragazza facendo sorridere Christian
"e ti dirò di più ne ho anche tanti di ricordi felici, solo che risalgono a tanto tempo fa e ricordarli mi fa sentire male"
Il ragazzo sentendo quelle parole provò molta compassione nei confronti della ragazza , però la capiva.
Lui ha tutto ,ma non ha niente.
Non ha mai ricevuto una carezza o un abbraccio da suo padre o da sua madre.
La prima cosa che Christian fece fu quella di asciugare in altra lacrima che stava rigando la guancia di Rosie. Appena la sua mano toccò la sua guancia non si staccò subito, anzi, iniziò ad accarezzargliela e i loro sguardi erano come collegati, Christian si avvicinò sempre di più alle labbra della ragazza , Rosie riusciva a sentire il suo respiro.
Ma questo momento venne interrotto da Rosie, lei non si fidava ed era impossibile che un ragazzo provasse qualcosa per lei.
"C-credo che che dobbiamo... rientrare" balbettò la ragazza allontanandosi.
"Em... S-si lo credo anche io..."Disse il ragazzo.
A Rosie è sempre piaciuto Christian , ma nonostante tutto non si fidava, non riusciva a fidarsi. Si era pentita di non aver baciato quelle labbra che sognava già da tanto tempo ma aveva troppa paura.
