capitolo 6

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Arrivata l'ora di salire sull'aereo mamma mi prese per mano e mi fissò, come se fosse l'ultima volta, mi baciò sulla fronte e una lacrima le scese dagli occhi color nocciola. Che begli occhi che aveva mamma" Mi blocco, pronunciando l'ultima frase fa un sospiro e l'ombra di una lacrima le si affaccia nell'occhio destro che diventa improvvisamente marrone, come se non fosse il suo ma quello di qualcun altro. Possibile la madre? Mi spavento, ma ho una sorella più piccola e per non far terrorizzare anche lei rimango fermo sperando che quell'effetto passi presto. Ora il cimitero è buio, ma è a malapena mezzogiorno, com'è possibilr? Quanto è passato?
"Ci sedemmo, io ridevo mentre papà mi faceva il solletico. Una signorina bionda ci disse di allacciare le cinture. Lo facemmo. Ci portarono altro cibo, lei non mangiava, mi guardava e poi impallidì. Non so perchè."
Lei, chissà chi è la lei di cui parla. Probabilmente la madre, ma come poteva sapere quello che stava succedendo? Oppure loro lo sanno, le mamme intendo, sanno cosa succede? Sanno tutto del destino? Impossibile, mia madre non avrebbe mai fatto partire papà per quel viaggio se fosse stato così. Ma mi sento strano, c'è un motivo per il quale oggi mi ha fatto venire qui da solo?
"Passò un'ora, dovevo andare in bagno. Lei sembrava più tranquilla ma non me la sentivo di chiederle di accompagnarmi, di papà mi vergognavo. Così ci andai da sola. Il corridoio era lungo, non finiva più, facevo fatica ad arrivare, era lontano, sempre più lontano. Mi venne il fiatone e non capivo il motivo. Una spia rossa si accese sui sedili: bisognava allacciare le cinture. Non eravamo arrivati però, l'aereo stava precipitando. Vedevo la gente correre ma non sapevo più dove mi trovavo, sentivo la sua voce che mi chiamava, urlava il mio nome, vidi i suoi occhi color nocciola e poi più niente."
Sento il respiro farsi più debole e guardo la bambina negli occhi, sono tornati del loro colore naturale, se così si può dire. Adesso capisco perchè la gioia ha abbandonato la sua vita. Il quattro novembre del 1999. Ricordo il telegiornale di stamattina dove trasmettevano un servizio su questo giorno tremendo. Il signore in giacca e cravatta diceva:

1999Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora