Casa dolce casa

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Il furgone si ferma di colpo.Sono arrivato.

Un uomo, vestito anche lui di nero, mi apre le porte, facendomi un cenno.

Salto fuori e i miei scarponi calpestano la ghiaia del vialetto, costeggiato da alberi alti e fini. La luce è ancora debole, deve ancora sorgere il sole.

L'uomo risale sul mezzo e riparte, lasciandomi da solo, in quella via tranquilla.

Molto probabilmente non hanno avvisato nemmeno, che sarei tornato a casa. Fantastico, così farò una sorpresa ai miei!

Con un sospiro, inizio a camminare verso una casa alla mia destra.
È di colore grigiastro, a due piani. Le ringhiere e staccionate sono di nero opaco, mente accanto alla porta d'entrata c'è una parete fatta interamente di sassi, tenuti insieme da una rete.
Ha anche un grande giardino, tenuto curato da un giardiniere che viene ogni settimana.
Da che io ricordi, ho sempre vissuto in questa casa e da piccolo mi divertivo un sacco ad arrampicarmi sulla parete di sassi.

Mi fermo davanti al cancelletto e suono al campanello. Nessuno mi apre... e a quest'ora dovrebbero già essere in piedi.

In teoria, in questa situazione dovrei scavalcare il cancello ed entrare, prendere la chiave di scorta ed entrare in casa. Peccato che se ci provassi, finirei per essere fulminato... misure di sicurezza per mio padre.

Ovviamente, se avessi le chiavi, non avrei questi problemi... non le ho portate perché non avrebbe senso, sarei dovuto stare via un'anno... non appena quindici giorni.

Bene, mi tocca cercare il punto debole della barriera.

Se ci fosse qui Haley, mi avrebbe già fatto entrare... 

Con un sospiro, mi trasformo e con la mia vista migliorata guardo attentamente la protezione che ricopre la casa. È di colore azzurrina, attraversata da alcuni lampi. Non fa rumore però, è completamente silenziosa.

Le parti deboli si riconoscono dal colore più chiaro, rispetto al resto. E' come uno strato e dove in alcuni punti è più sottile.

Mia madre ha fatto un gran lavoro, perché la parte in questione è a un metro e ottanta di altezza e ci passo a malapena.

Prendo il coltello nello stivale e lo infilzo nel piccolo rettangolo, che inizia a vibrare e a illuminarsi.
Continuo a spingerlo all'interno,finché c'è una forte esplosione di luce e sento uno scoppio, come quando buchi un palloncino.

Spero che i vicini non vengano a controllare.

Rimetto il coltello al suo posto e poi mi guardo intorno.

La strada è ancora silenziosa e le case pure...spero di non aver attirato più di tanto l'attenzione. Okay da fuori sembra un pochino sospetto, un ragazzo, vestito tutto di nero, che ha un coltello in meno e ha distrutto la barriera. Già.

Mi allontano dalla barriera e guardo attentamente il mio operato: devo passarci dentro.

Scatto in avanti e quando sono vicinissimo allo schianto, spicco un salto e appena tocco terra faccio una capriola, attutendo la caduta.

Sento la barriera sibilare e con mia sorpresa scopro che il buco si è già rimarginato.

Sento un sibilo nell'aria, alla mia destra, così agisco d'istinto e mi sposto.

"Papà?" Esclamo raddrizzandomi e guardando l'uomo di fronte a me: È alto e muscoloso, con capelli scuri, anche se riesco a vedere qualche ciocca grigia. Ha occhi color azzurro chiaro, stanchi ma che comunque ti riscaldano. Ha un accenno di barba, probabilmente deve ancora farsela. E' un uomo sui quarant'anni e anche se non sembra, è una furia durante i combattimenti.

Compagni Di GuerraWhere stories live. Discover now