La quercia dei ricordi

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Restò a guardare la vecchia quercia dei ricordi,ormai spoglia e tutta rotta,piena di crepe,col tronco ammuffito.
I suoi occhi acquosi osservavano le poche foglie rimaste e gli vennero in mente i tantissimi ricordi delle cazzate fatte su quell'albero con Jake,il suo migliore amico andato via dei mesi prima.
Si alzò dopo un paio di minuti e riprese il suo solito zaino tutto raggrinzito a strisce bianche e rosse quando fece per andare via,ma un vento gli suscitava di rigirarsi verso l'albero mentre il sole tramontava alle sue spalle.
"Sei andato via" pensò prendendo una sigaretta. "Lì,nel cielo". Accese la sigaretta e comincio a fare dei tiri,poi penso all'orario affidatogli dalla madre,quindi decise di andare via.
Girò sui piedi e cominciò a incamminarsi verso casa sua,aggrappandosi alla bicicletta che era appoggiata ad un albero. Montò in sella e cominciò a pedalare,con delle luci che emanavano led a intermittenza tra i raggi di ferro delle ruote.
-Josh!- si sentì chiamare e frenò di botto,scese dalla bicicletta e si guardò intorno.
-Chi è là?- urlo Josh,cominciando a camminare tra l'erba.
-Josh!- si sentì chiamare una seconda volta,e andò a sbattere contro il petto di qualcuno.
-Idiota- disse con voce sghignazzante questa figura.
-Matt,lasciami sta..- Josh venne interrotto da uno sputo emanato dal ragazzo che gli scendeva sulla guancia.
-L'hai ucciso- Matt guardò con cattiveria il ragazzo.
-Non l'ho ucciso!- Josh venne sbattuto all'albero col collo.
-È caduto da solo allora,quella notte del venticinque agosto al falò, Jake. Non è così?-
-Non dire cazzate!-
Josh prese la rincorsa e potè riprendere la bicicletta per scappare.
-Dove scappi,eh?-
Nessuna risposta,solo uno sguardo in lontananza,poi mise il cappuccio di lana invernale e pedalò verso casa.
"Sono passati tre mesi" pensò; "Tre mesi esatti dall'accaduto" Sfrecciò in una curva; "E ogni mese succede questo casino". Arrivò al garage di casa con le sue sneakers tutte sporche e con le maniche del suo maglioncino sbiadite e macchiate dalle pozzanghere di fango colte in pieno durante il viaggio.
-Sono a casa- entrò in casa e notò alcune novità,tipo della madre imbronciata e del padre arrabbiato nell'ingresso,pronto ad accorglierlo con una calorosa rimproverata.
-Ma'?- Josh guardo la madre,accigliato,poi passo gli occhi al padre,che gli rispose con un grugnito.
-Pa'?-. Nessuna risposta,allora fece per andare via quando venne bloccato dalla grossa mano del padre.
-Signorino. Lei dovrebbe avere un orario da rispettare,o sbaglio?- la madre lo guardò minacciosa.
Senza risposta,si avvio verso le scale per andare in camera sua.
-E puzzi di fumo. Quante novità eh?- il padre gli urlò dietro.
-Già,quante.- rispose Josh,stanco.
-Hai quattordici anni,Josh. Il tuo orario è dalle due alle cinque del pomeriggio. Non ti basta?-
-No.-
-Io chiamo lo psicologo- la madre era esaurita.
-Chiamalo- disse secco Josh,all'ultimo gradino,poi si chiese perché quelle scale erano così lunghe.
Schivò per un pelo una ciabatta lanciata dall'isterica e si chiuse le porte alle spalle,con la paura di morire tanto dalla forte pulsazione del cuore,poi si avvicino al frigo e prese uno yogurt,interessandosi del muro,non avendo nulla da fare.
"Passerà" diede una cucchiaiata e continuò a mangiare "Spero".
Aspettò un via libera dallo spioncino della porta,e al momento uscì,recandosi nel salotto.
-Passato?- disse Josh appena entrò in salotto.
Due grugniti provenirono dai due genitori,poi un cenno della testa.
-Bene.- si sedette sul divano di pelle e prese delle caramelle dal vasetto.
-Josh?- la madre lo guardava preoccupata.
-Mh?-
-A noi non piace il tuo comportamento-
-E a me non piace la vostra stronzataggine-
La madre lo guardò accigliata.
-Ma fatemi capire. Tutto questo per un ritardo?-
-Non solo per questo! Ma per quello che ti sta accadendo- il padre gli urlò contro,per poi susseguire con un silenzio tombale: si sentiva il fuoco scoppiettare e il ticchettio dell'orologio a pendolo in noce stile ottocentesco.
Gli sguardi si incrociavano furtivi.
-Io sono sempre lo stesso- Josh interruppe il silenzio,poi di nuovo sguardi furtivi.
-Tu non sei lo stesso- la madre interruppe il secondo silenzio.
-Si che lo sono- lottò Josh con tutte le sue forze.
I genitori si rassegnarono. -Bene,quindi per te non è un problema se resti qui con tua sorella mentre io e tua madre usciamo- sorrise sghignazzando il padre.
Josh rispose un "no,non c'è problema" con un cenno del capo,poi fece segno di andare ai genitori con la mano.
-Andate-,disse con tono cupo,aspettando che chiudessero lap porta.
-Josh?- una voce piccola e dolce lo chiamò.
-Mh?-
-Stasera dovresti badarmi- continuò la voce sottile.
-Kat,lì ci sono i popcorn- Josh li indicò e girò la faccia verso il divano.
-Succede qualcosa?- Kathrine lo guardò di spalle e,aspettando una risposta gli scuoteva le spalle.
-No. Va tutto bene- rispose Josh seccamente.
-Sicuro?-
-No-
Uno sbuffo proveniente dalla bocca di Kat inondò l'aria. -Allora,mi dici che succede?-
-Perchè questo tono da sapientina?- domandò Josh irritato.
-E perchè sembra che io sia la tua sorella maggiore nonostante abbia dodici anni mentre tu ne hai 14?-
-Ti ho detto che va tutto bene-
-Se lo dici tu- si avvicinò alla cucina e cominciò a mangiare pop corn.
Un silenzio improvviso
-Domani vado a tingere i capelli- esclamò Josh con entusiasmo.
-Mamma e papà lo sanno?- disse intelligentemente Kathrine.
-No- Josh si accese una sigaretta.
-Non credi di stare esagerando? Da quando è morto Jake sembra che sei in depressione-
-Depressione?- la guardò accigliato Josh. Poi scoppiò a ridere,cominciando a diminuire sempre il volume -Hai ragione-
-Io ho sempre ragione- sorrise Kat.
Josh si rassegnò e incrociò le gambe sui morbidi cuscini.
-Ci vorrebbe qualcuno che ti darebbe una svolta alla tua vita- commentò Kat con la bocca sporca di cioccolata.
-Già- chiuse gli occhi Josh accendendosi una sigaretta.
-Non fa schifo quella cosa?- disse Kat indicando la sigaretta.
Josh non rispose ma si rilanciò steso sul divano e fece degli altri tiri.
-Smetterò- rispose -credo-
-Smetterai di distruggerti o solo di fumare?-
-Non sono affari tuoi-
-Tu nascondi qualcosa-
-Io nascondo la mia vita-
-Scappi troppo dal tempo-
-Scappo troppo dalla mia mente-
-Sbagli!- s'infuriò Kat.
-Troppo spesso- borbottò Josh,a malincuore.
-Basta,così ti distruggi-
-Già- Josh sussurrò e vide appannato dalle lacrime.
-Mi distruggo- continuò.
-Tu nascondi qualcosa- cominciò a rattristirsi Kat,sentendo il cuore nel vuoto.
-Troppe cose- obiettò il ragazzo.

-Fai male,così-
-Fa male-

Mantieni il tuo segreto. ∞Where stories live. Discover now