Baci da prima classe

1K 69 42
                                    

Abbracciami, baciami e stringimi la mano, poi sussurrami che noi due siamo più forti dell'uragano.

Una coppia di ragazzi si teneva mano nella mano, andando in giro per le strade di Toronto, accompagnati dal caldo estivo che non dava cenni di diminuire.
-È insopportabile questa umidità. Ho i capelli che sembrano uno straccio!- si lamentò Heather per l'ennesima volta.
-Tranquilla chica, ancora un paio di giorni e le temperature dovrebbero abbassarsi- cercò inutilmente di consolarla Alejandro.
-Ah, la fai facile tu! Sei abituato al clima caldo lì in Argentina!-
Il ragazzo rassegnato, la invitò a sedersi su una panchina, dinanzi a loro un cielo limpido, coperto solo da qualche nuvola passeggera e raggi del sole che picchiavano insistentemente sulle loro teste.
-Te l'ho detto che se vuoi puoi partire con me per le vacanze.-
-Ma lì ci sono i tuoi e José che preferirei non vedere, se non vuoi ritrovarti con un fratello in meno.-
Alejandro capì subito che la ragazza alludeva alla puntata di All Stars, quando suo fratello maggiore era apparso per la prima volta, rivelando tutti i loro 'retroscena in famiglia' e dicendo cose poco garbate sulla sua attuale fidanzata.
-Non avrei problemi a vivere solo con i miei e Carlos- disse sdrammatizzando benché sapesse che la ragazza non era ancora pronta a dare una simile svolta, presentandosi come si deve ai suoi genitori. Solo in rare volte li aveva visti e salutati, ma nulla di più. E sì che erano già due anni e mezzo che stavano insieme.
-Comunque, per quanto starai via?-
-Stai già contando i giorni alla rovescia per quando torno?- le chiese punzecchiandola.
Heather spalancò gli occhi e un colore tendente al rosso si fece largo sulle sue guance solitamente pallide.
-Pff! Per niente! Sto contando quanti giorni mi restano di libertà e relax senza te- disse lei stessa poco convinta, abbassando la testa, con gli angoli della bocca all'ingiù, un po' sconsolata.
Ale le prese la mano e intrecciò le sue dita con quelle della compagna.
-Ehy, starò via solo per due settimane. Tranquilla.-
Lei lo guardò. Quel gesto per loro era un po' come dire "il mondo ci odia, ma io sono con te e tu con me, il resto vale meno di zero".
Heather sorrise, ricordandosi ancora la prima volta che si erano dati la mano, e stranamente era stata lei a prendere l'iniziativa...

~¤~¤~

Dopo la sfida dell'Isola di Pasqua, in prima classe...

Alejandro stava seduto comodamente sul divano, cambiando repentinamente canale.
Il problema? Come programma c'era solo quel dannatissimo doposhow condotto da Bridgette e Geoff e ciliegina sulla torta, Leshawna stava ballando e cantando per eliminarlo.
"Credevi di riuscire ad ingannare me!, ma non è questa la realtà..."
Beh, è quello che ho fatto, pensò Alejandro ghignando.
"Tu vuoi che tutto vada come piace a te, ma questo non succederà!"
Peccato che sia già successo...
"Mi hai saputo dire solo bugie, ma un vero uomo non lo fa (Vero Harold?)"
Harold un uomo? Pff, persino Cody lo è più di lui.
"So che fare, ti voglio K.O. ... perchè sei una nullità!!
Geoff: Sì!
Forza! Tutte unite per abbatterlo, forza non è altro che un codardo.
Forza, radunatevi per distruggere quel b******o, Uoh!
Forza, è più viscido di una spia!
Forza, è il più ipocrita che ci sia!
Forza, attivatevi se volete che, vada via VENDETTA!"
E così... tutti contro di lui, eh?
Vedremo come andrà a finire.
Con stizza spense la TV e buttò per terra il telecomando, che cadde proprio ai piedi di qualcuno.
-Ehy Stupidandro fai attenzione! Ancora un po' e mi beccavi!- gli urlò contro Heather. Che novità.
-Lasciami in pace. Oggi non sono in vena delle nostre 'litigate giornaliere'.-
La calcolatrice fece una smorfia, stupita che il suo rivale non ribattesse.
-Mi spiace rovinarti la tua 'piacevole giornata' ma l'aereo è senza carburante di conseguenza dovremo rimanere rinchiusi in prima classe per un po'.-
Lui la guardò accennando a un sorriso.
-Lo dici come se fossi seccata.-
-E lo sono! Per giunta tra esattamente...- iniziò a dire facendo finta di guardare l'orologio al polso che non aveva -...adesso, la corrente non andrà per giorni! Quindi, niente wifi, niente internet- disse sbuffando.
La mente del ragazzo, al contrario, era arrivata a tutt'altra conclusione.
-Niente corrente, niente videocamere accese- disse sussurando.
-Come?-
-Nulla, nulla- rispose mettendosi un braccio sugli occhi e distendendosi meglio sul divano.
L'asiatica notò che aveva ingoiato la saliva più volte, come se avesse un groppo in gola e fosse sul punto di scoppiare.
Impossibile.
Uno come Burromuerto non può essere così fragile, giusto?
-Sicuro di stare bene?- chiese con una punta di preoccupazione.
Lui annuì, senza rispondere.
-Come non detto. Accendo...-
-No! Non osare accendere quel televisore. Primo perché tra poco non andrà più e secondo... non voglio risentirmi la performance di Leshawna insieme a tutto il resto del cast contro di me.-
Gli occhi di Heather prima si spalancarono dallo stupore, poi iniziarono a riempirsi di lacrime... dal ridere.
-Non ci posso credere!!-
L'argentino tolse il braccio dagli occhi per ritornare a vedere quella che oramai considerava la sua acerrima nemica.
-Si può sapere che hai?- chiese quasi allarmato dalla scena raccapricciante di una Heather a terra che si sgozzava dalle risate e teneva la mano sopra la pancia per cercare di respirare.
Com'è bella quando ride...” si ritrovò a constatare il ragazzo, che solo dopo essersi accorto di ciò che aveva appena affermato, si schiaffeggiò mentalmente.
-Allora?- richiese, quasi spazientito.
Lei dopo una manciata di minuti, si riprese.
-Tu, Alejandro Burromuerto, il so-tutto-io, quello che ha sempre un asso nella manica... alla fine, sei uscito allo scoperto. Dimmi, come ci si sente ad avere tutti contro?- gli rinfacciò, pregustandosi che cosa avrebbe detto in sua difesa il compagno.
-Non lo so. Dimmelo tu, ci dovresti essere abituata.-
A quelle parole, la ragazza ricacciò via il sorriso e ritornò ad essere seria.
-Pff, io sono sola per scelta. E tu non sai niente di me. Niente- disse sbrigativa, cercando di andarsene, ma qualcuno le bloccò il braccio.
-Nessuno sta da solo per scelta. O almeno, non tu- affermò Alejandro, e con un solo gesto, la fece inciampare, casualmente sopra di lui.
La girò di lato, facendole spazio e lui fece lo stesso, potendosi vedere faccia a faccia.
-C-che stai f-facendo?- chiese la calcolatrice non capacitandosi ancora della situazione.
Lei e Burromuerto erano così vicini che poteva sentire il suo battito regolare e il petto che andava su e giù, in sincronia con il suo leggermente accelerato.
-Come combatti la solitudine?- le chiese, ignorando la sua precedente domanda.
Lo guardò fisso negli occhi prima di rispondergli.
Quel verde smeraldo che li aveva sempre caratterizzati era quasi... spento. Al contrario, quelli di lei, erano due pozzi d'argento senza fine, che ti scrutavano attentamente per giudicarti.
-Io non la combatto, ci convivo- rispose semplicemente.
-E ora se permetti vorrei alzar...- fu di nuovo fermata da una mano ambrata, e riportata giù.
-Rimani qui. Stai con me. Almeno fino a quando non riandranno le telecamere. Per favore- disse supplicandola.
Lei non seppe che altro dire, se non un banale: "Ok, ma se è uno dei tuoi soliti scherzi, finisci male".
L'argentino accennò ad un sorriso sincero, e in un attimo azzerò le distanze, premendo vogliosamente le sue labbra su quelle di Heather, che ricambiò dopo alcuni istanti di incertezza.
Il bacio durò per minuti che sembravano ore.
-Perché lo hai fatto?- gli domandò con il fiato corto.
-È da quando ti ho conosciuto che volevo farlo- le disse, accarezzandole la guancia e scostandole qualche ciuffo dei capelli che copriva il suo viso.
Miracolosamente, la mora non si oppose a quel suo gesto inaspettato.
-Pensavo mi odiassi.-
-Anche. Soprattutto quando vincevi le sfide e facevi perdere la mia squadra- rise Alejandro.
Pure lei si lasciò sfuggire un ghigno in risposta.
-Con ciò non pensare di addolcirmi, Cascamuerto. Il milione di dollari ha già il suo proprietario.-
-Hmm vedremo...-
-Comunque, non che mi interessi dei tuoi problemi, sia chiaro... ma cos'avevi prima? Andiamo, non puoi non ribattere ai miei insulti!-
-È un modo 'carino' per dirmi che sei preoccupata per me? Comunque, ti è mai capitato di avere quei momenti di incoprensione, dove ti sembra che potrai contare solo e unicamente su te stesso?-
Annuì: oh sì, se l'era capitato!
-Dunque tu ti senti incompreso...-
-Già.-
-Beh, come ho ribadito più volte a Sierra, io non sono una psicologa, ma sotto quest'aspetto ti posso capire. Mi sembra di essere circondata da una massa di idioti tutti uguali, tutti buoni e innocenti. Poi arriviamo noi, i cattivi, a scombussolargli l'esistenza. Loro però non sanno neanche un decimo della nostra vita o perché siamo indotti a fare certe azioni che si possono rivelare sbagliate ai loro occhi. Nelle azioni che noi facciamo, riveliamo sempre una parte oscura del nostro passato. Il problema è che nessuno lo comprende, se non noi stessi- parlò in maniera fitta, calcando su ogni parola, del suo breve discorso.
Alejandro si complimentò con la sua nemica numero uno, avendo centrato bene il punto:
-Ecco perché ti considero una degna rivale. È come se mi leggessi la mente, come se i miei e i tuoi sentimenti fossero un tutt'uno.-
-Una degna rivale? Avevi forse dei dubbi?- lo sfidò.
-No. Mai avuti.-
-Sarà meglio per te.-
Aveva una gran voglia di stiracchiarsi, si sentiva tutta intorpidita.
Infondo erano in quella posizione già da un'ora.
Cercò dunque di trovare un appoggio per tirarsi su, ma nel farlo, sfiorò la mano di lui.
D'istinto, cercò di ritrarla subito; tuttavia, appena ebbe quel contatto così caloroso, pensò bene di non muoversi di un solo millimetro. L'argentino colse la palla al volo, e decise di approfittarne: prese la mano minuta e diafana di lei e la incastrò con la sua, la trascinò verso di sé e si riappropriò delle sue labbra.

•••

Quei giorni trascorsero così, con baci di nascosto sempre più appassionanti. Era il loro modo per riappacificarsi dopo una lunga lite: bastava uno sguardo di troppo ed erano uno tra le braccia dell'altra.
Quando lo show riprese, i due ritornarono quelli di prima, con discussioni, strategie e vendette in serbo per l'altro.
-Ti ringrazio ancora una volta Heather, per avermi invitato a stare con te in prima classe- le disse, seduti sulle poltrone, offrendole i biscotti che stava mangiando.
-Pff. No grazie- rispose tagliente.
Tuttavia, la realtà dei fatti era differente: sotto al vassoio che Alejandro aveva appoggiato sui braccioli dei sedili, due mani si intrecciavano mentre due sguardi si distoglievano.

~¤~¤~

-A che stai pensando?-
Il ragazzo di fianco a lei, la riportò alla realtà, distogliendola da quei ricordi.
-Ale...?- iniziò puntando lo sguardo dritto davanti a sé.
-Sì?-
-Quando conquisteremo il mondo? I buoni si stanno moltiplicando e questo non va bene- ci scherzò su lei.
-Molto presto- le promise mettendole una mano sulla spalla, ricambiando il suo sorriso.
-Riusciremo a vincere?- chiese ritornando a concentrarsi sui suoi occhi verde smeraldo.
-Tranquilla. Se stiamo insieme vinciamo anche a tavolino.-

~~~

Okkk non so come mi sia uscita sta idea assurda. È una schifezza, lo so. Ma mi andava di pubblicarla. Se notate errori o altri tipi di obbrobri ditemelo. Li correggerò subito.
Allora, dite la vostra!
Un bacio :*
Ila♡

Baci da prima classeWhere stories live. Discover now