23. Un sentimento difficile

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Dae-ho crollò del tutto e Hyun-ju lì accanto si mostrò subito pronta a sorreggerlo. Il pranzo proseguì nel peggiore degli umori, fra lacrime e ricordi dolorosi, e alla fine nessuno dei tre aveva veramente mangiato, sebbene per motivi molto diversi. Si congedarono da Dae-ho con estrema fatica per tutti e dopo, inevitabilmente, Hyun-ju si sentì in dovere di domandare a Jun-ho come si sentisse "Jun-ho" gli sfiorò delicatamente una spalla mentre tornavano al portone del palazzo dov'era l'ufficio "Come ti senti?" Jun-ho si voltò e i suoi occhi umidi parlarono per lui "Distrutto" ammise poi "Sentir parlare nuovamente di mio fratello ma con un nome diverso fa male. Lui è sempre stato quello di cui Dae-ho parlava, giusto tanto da risultare eroico. Un po' come te" ammise Jun-ho. "Vorresti dirmi" sorrise un poco a forza Hyun-ju "Che ti sei innamorato di me perché ti ricordo tuo fratello?"

Jun-ho tornò a capo chino e arrossì lievemente "Sì" ammise comunque "Se tu l'avessi conosciuto prima del Gioco avresti capito. Era la persona migliore che conoscessi, tutti sapevano quanto adorassi mio fratello e In-ho anche mi amava, tanto. Fra le sue braccia non avevo mai paura, il suo sorriso scacciava tutta la tristezza e ogni lacrime sul suo volto oscurava il mio cielo. Da quando l'ho perduto non c'è stato giorno in cui io sia stato veramente felice, eccetto i momenti con te, perché quando tu sei con me io provo lo stesso conforto e la stessa gioia che sentivo quando ero con lui". Hyun-ju avrebbe voluto sorridere per quelle belle parole, eppure non riusciva. Era una sostituta? "Se tuo fratello tornasse, quindi" mormorò Hyun-ju suo malgrado "Non avresti più bisogno di me". Erano in ascensore intanto, vicini all'ufficio. "Come puoi pensare una cosa del genere?" Replicò Jun-ho e sembrava sinceramente ferito per quelle parole "Entrambi mi piacete per il vostro spirito ma se potessi riavere il fratello che ho sempre amato sarei solo felice di potergli dire chi amo, ovvero una donna che rispecchia tutti gli ideali con i quali lui mi ha cresciuto e mi hanno reso quello che sono. Tu non saresti mai una sostituzione di In-ho, questo mai".

Jun-ho uscì dell'ascensore e Hyun-ju rimase qualche istante a ragionare, per rendersi conto solo dopo che Jun-ho aveva detto di amarla. Tentò di riscuotersi senza troppo turbamento e lo seguì nell'ufficio. Lo guardò di profilo mentre tornava alla sua postazione, apparentemente impeccabile eppure così tormentato. Ecco perché l'aveva capita e accettata da subito, perché conosceva a menadito il dolore e tutte le sue sfumature, comprese quelle provocate dalla delusione e dalla mancanza. Però la paura di essere veramente solo il rimpiazzo di In-ho era troppo forte, soprattutto per chi come lei era stata obbligata per anni a fingere di essere qualcuno di diverso. Se l'amore di Jun-ho era sincero sarebbe venuto fuori in qualche modo, altrimenti si sarebbe confermato quello che Hyun-ju credeva fosse: il disperato bisogno di un ragazzo abbandonato da chi amava di aggrapparsi a qualcosa.

Al tramonto, una brezza piacevole e non troppo fredda, finalmente stavano per raggiungere terra, o meglio, il piccolo arcipelago privato di Lecter e Will Graham. La mattinata non era stata troppo burrascosa, anche soprattutto perché Gi-hun era dovuto stare fermo con In-ho che gli praticava la fisioterapia sotto la guida di Hannibal. A pranzo Gi-hun e Will avevano avuto l'ennesima discussione, conclusasi con In-ho che portava Gi-hun in camera. Avevano dormito per quasi due ore dopo la notte trascorsa, poi erano finiti per fare nuovamente sesso ma tassativamente in posizioni che non infiammavano il braccio di In-ho e neppure la gamba di Gi-hun, pena una cena a base di carne, parola del dottor Lecter. Gi-hun si era rivestito controvoglia quando In-ho glielo aveva chiesto ma l'aveva trattenuto comunque una mezz'ora in camera per baciarlo e parlare di quanto odiasse Will Graham, che oltre a essere uno psicopatico cannibale era anche un vero stronzo.

In-ho aveva riso e gli aveva assicurato che, preso nel modo giusto, Will poteva essere molto piacevole. La scelta proprio di quelle parole aveva provocato in Gi-hun una nuova fitta di gelosia "Che c'è, ti piace?" Aveva mormorato Gi-hun, stringendolo da dietro con eccessiva forza "È un bell'uomo, non si può negare" aveva risposto In-ho con un sorrisino sincero "Ma non è il mio tipo. Troppo occidentale, oltre a essere felicemente sposato". Gi-hun l'aveva ugualmente colpito con un cuscino "Che stronzo, fare questi commenti su un uomo che odio. Lo dirò al tuo dottore che ti piace suo marito, così vedremo come finirà" "Se hai voglia di assaggiarmi tanto a fondo non mi ribellerò". Erano usciti giusto in tempo prima che li facessero salire "Benvenuti nel nostro arcipelago dei ricordi" sorrise Lecter, indicando quattro isole di dimensioni diverse. Erano tre isolette che circondavano un'isola più grande dove sorgeva nascosto da molti alberi secolari quello che sembrava il palazzo di un'altra epoca.

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