8 gennaio
Non si poteva propriamente dire che Jun-ho e Hyun-ju fossero tornati insieme ma di certo questo pensava il capo scrutando i loro sguardi. All'ora di pranzo con i nuovi membri della squadra Hyun-ju non era più l'unica a restare su, di conseguenza aveva preso coraggio ed era scesa. S'era avvicinata per prendere il pranzo lì al bar ma erano bastate un paio di occhiate per farle cambiare idea. Comprò l'acqua e raggiunse a passo svelto la macchina per mangiare lì da sola. O meglio, l'intenzione era quella perché Dae-ho comparve inaspettatamente davanti al parabrezza col suo codino inconfondibile e un sorriso. Hyun-ju d'istinto aprì la portiera "Dae-ho, che ci fai qui?" Domandò stupita "Che ci fai tu da sola a pranzare in macchina, piuttosto" replicò Dae-ho.
"Lo sai" rispose Hyun-ju con un sorrisino triste "Dai, basta sciocchezze, esci e portami da Jun-ho". Hyun-ju si lasciò trascinare fuori dalla macchina ma senza sorridere "Perché da Jun-ho? Cos'è capitato?" Dae-ho la prese sottobraccio e la trascinò incurante verso uno dei tavoli, ordinando del gimbap. "Sono passato a trovare Geum-ja e mi ha raccontato del brutto incidente della cartella dei primi dieci giocatori". Hyun-ju annuì piano "Sì, un errore di cui mi vergogno sinceramente" replicò "Non è stato mica volontario, queste cose capitano. Io ho iniziato così con i giochi online, credevo di aver chiuso la pubblicità e invece avevo aperto il gioco. Capitano queste cose, anche se posso capire la situazione. Sono passato per cercare di dare una mano a questo riguardo" annunciò Dae-ho "E come?" "Dae-ho?" La voce di Jun-ho fece voltare entrambi, l'altro arrivava verso di loro avvolto dalla sua tipica giacca di pelle.
"Jun-ho, proprio te cercavo! Oltre Hyun-ju, ovviamente" aggiunse subito dopo Dae-ho "Eccomi, sono a tua disposizione" assicurò Jun-ho, chiedendo a Hyun-ju il permesso con uno sguardo prima di mettersi a sedere. "Ho saputo dell'incidente della cartella" ripeté Dae-ho "Ovviamente non posso aiutarvi con tutti ma credo di essere l'unico fra i sopravvissuti ad aver conosciuto meglio Young-il, il giocatore 001, e vorrei dire qualche parola su di lui per la sua famiglia". Jun-ho si irrigidì impercettibilmente ma Hyun-ju lo notò subito "Certo" rispose comunque "Dimmi quello che vuoi, io cercherò la sua famiglia e la contatterò" "Grazie Jun-ho" rispose Dae-ho "Sono felice di aver chiesto il nome dei miei compagni di squadra o adesso non potrei aiutare. E Young-il merita di essere ricordato perché era un brav'uomo".
Jun-ho col capo chino tirò fuori il cellulare per scrivere "Sono pronto" dichiarò lentamente, mentre il gimbap veniva servito a Dae-ho "Young-il era coraggioso" disse innanzitutto Dae-ho "È stato l'unico a difendere... beh, quello che dovrebbe essere il padre di Jun-hee e che poi si è rivelato essere uno stronzo, ma non è questo il punto! Erano in due contro uno e Young-il è stato il solo ad avvicinarsi, prima ha cercato di fermarli a parole e quando hanno provato a dargli contro li ha presi a calci. È stato un momento molto bello, tutti hanno applaudito per il suo coraggio e la sua giustizia, io per primo". L'espressione sul volto di Jun-ho era molto seria, eppure tradiva la commozione "Young-il era logico, la sua organizzazione ci è stata di grande aiuto. Ma non era solo logico e serio, cercava sempre di farci ridere e di rassicurarci. Ed era così affettuoso con Jun-hee, le ha dato il suo latte da bere e si assicurava sempre che stesse bene. Nel terzo gioco ha rischiato la vita per i suoi compagni di squadra. Ci ha fatti morire di paura, soprattutto Gi-hun, stava per farci sparare a tutti pur di assicurarsi che Young-il fosse salvo".
Provò ad accennare una risata ma era evidente dalla sue espressione che riesumare ogni ricordo fosse una tortura per lui. "Non serve che continui, Dae-ho" disse piano Jun-ho. Era impallidito ma Dae-ho era talmente preso dal suo di trauma da non averlo notato. "L'ho ucciso io" mormorò flebilmente, il sorriso sul volto completamente cancellato dal dolore "Dae-ho" lo chiamò Hyun-ju "È la verità" insistette Dae-ho, coprendosi il volto con le mani "Sarebbe vivo se non fossi stato un codardo" "La sindrome da stress post traumatico non significa essere codardi" rispose Jun-ho con estrema forza, in perfetto contrasto con il patimento che lui per primo stava affrontando "E anche avessi avuto semplicemente paura" proseguì Jun-ho "Non puoi incolpare te per la sua morte. La colpa è solo di quel maledetto Gioco" "Allora perché sento il suo sangue sulle mie mani?" Domandò Dae-ho, le mani fra i capelli e la testa bassa "Perché quell'isola era un inferno di bugie e crudeltà. Non credere mai di essere responsabile in qualche modo di qualcosa se non hai premuto il grilletto con piacere. Se l'hai fatto sei colpevole, altrimenti sei solo una vittima".
YOU ARE READING
Bad Game
FanfictionIn-ho, dopo la ribellione, tiene Gi-hun insieme a lui e questa decisione genera una catena di eventi che stravolgono la trama. Jun-ho per primo riesce a trovare l'isola e salvare molte persone ma suo fratello scappa in America, portando Gi-hun con s...
