3 - Io non mi sbaglio mai

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14 DICEMBRE - Ore 09:56

Villaggio di Hogsmeade - Hogwarts

Sirona aveva deciso che non potevamo assolutamente aspettare oltre per scegliere i nostri abiti per il Ballo del Ceppo. «Tra una settimana c'è il ballo ed io non ho ancora trovato un vestito...» disse mentre mi trascinava giù verso il cancello di Hogwarts, «finiremo con il doverci accontentare dei fondi di magazzino di Madam McFarlane. E io rifiuto di sembrare un centrino stregato.» Così prendemmo parte alla spedizione verso Hogsmeade, io con poca convinzione e lei con l'entusiasmo di una collezionista di vestiti incantati.

Avevamo già visitato due botteghe e mezzo, litigato amichevolmente su colori, scollature e tessuti che "non metterei nemmeno sotto Imperius". Dopo poco decidemmo di fermarci a prendere qualcosa di caldo prima di morire congelate per il nevischio che lentamente ricopriva i tetti delle case. Fuori da Mielandia, mentre ci stringevamo i mantelli sotto il mento, Sirona si immobilizzò di colpo.

«No. No-no-no,» borbottò pallida, trascinandomi per un braccio fino al lato del negozio, vicino ad un grosso barile di caramelle esplosive.

«Che succede?» Mormorai massaggiandomi il polso. Lei indicò un punto appena sopra il bordo del barile, e non appena uscimmo con la testa per sbirciare meglio li vidi. James Potter con un sacchetto di zuccotti in mano, Peter Minus che ridacchiava per qualcosa che non avrei mai voluto sapere, Sirius che giocava con il filo del mantello come se fosse una bacchetta. E Remus. Più in disparte, com'era tipico, che osservava la vetrina di un negozio di libri con quell'aria che sembrava sempre a metà tra il distratto e l'analitico. Il cuore mi si fermò per qualche istante, così come il respiro. Ma subito dopo erano scivolati giù, afflosciati sotto il peso della realtà: Sirius era lì. Mi abbassai nuovamente dietro il barile. «Perfetto. Esattamente quello che ci voleva.»

Sirona si era accovacciata accanto a me, con un'espressione da spettacolo in arrivo «Potrebbe essere il momento ideale per mostrargli che stai benissimo senza di lui.»

Sgranai gli occhi per poi sbottare in una risatina nervosa «Sì, certo. Nascosta dietro un barile e avvolta in una sciarpa sfilacciata. Un incanto.»

Lei alzò alzato gli occhi al cielo, spostandosi per continuare a monitorare la situazione «Almeno Lupin ti guarderebbe. E magari ti inviterebbe al Ballo.»

Dopo quel suo commento sentii le guance scaldarsi, più pericolosamente che per il freddo. «Non succederà. Lui non...»

Sirona mi interruppe «Non ti guarda come se volesse sapere cosa pensi anche quando non parli? No, certo. Mai.»

Stavo per replicare con fare scontroso, ma una voce familiare ci raggiunse dall'alto «Avete perso qualcosa, dietro quel barile?»

Remus. Mi voltai lentamente, piano, insieme a Sirona. Era lì, in piedi, con un sorrisetto curioso e le mani in tasca. Non rideva apertamente, ma si intuiva che la scena lo divertiva. «Solo la dignità,» mormorai, alzandomi in piedi cercando di non sembrare completamente colta sul fatto. 

Anche Sirona si era rialzata con una grazia teatrale «Oh, guarda chi c'è. Remus! Piacere, sono Sirona...»

L'avrei strozzata con una striscia di velluto se ne avessi avuto uno a portata di mano.

«Siete a caccia di dolci o...» chiese lui, guardandomi più che Sirona, spostando la testa da un lato.

«Abiti,» Risposi, sistemandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. «Per il Ballo del Ceppo.»

«Ah,» mormorò, e qualcosa nei suoi occhi sembrava cambiato. Appena. Un lampo rapido. «Hai già un accompagnatore?»

Mi mancò nuovamente il respiro. Non era una domanda detta con leggerezza. Non c'era tono scherzoso, né troppo diretto. Era solo... sincera. E aveva avuto l'effetto di congelarmi per un attimo. Deglutii, stringendo le mani per il freddo «No. Tu?»

THE THIRD NAME (The Map and the Marauders)Where stories live. Discover now