24. Non è un attico, è un inizio

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Era un venerdì pomeriggio e il cielo sopra Genova sembrava essersi svegliato di buon umore: limpido, quasi liquido, e con l'odore del mare che si faceva spazio tra i vicoli. Avevamo già visto troppe case, ma appena siamo arrivati lì, ho capito che c'era qualcosa di diverso.

La palazzina era antica, i muri un po' scrostati, ma sotto c'era una focacceria che profumava di felicità. Cipolla, rosmarino, lievito. Una piccola insegna con scritto "Antica Focacceria Marinella".

Ico: "Se non ci piace la casa, almeno mangiamo bene."

Ha riso, stringendomi la mano, ed io ho sorriso, già più incuriosita che convinta.

Siamo saliti a piedi, fino all'ultimo piano. Quattro rampe che sembravano infinite, ma appena la porta si è aperta...

La luce. Tanta, morbida, ovunque.

Il soggiorno era circondato da vetrate e oltre i vetri, il mare. Non uno scorcio, non un angolo, ma proprio lui. Aperto, presente. Vivo. Una terrazza ampia correva lungo tutto l'attico, con mattonelle color ocra e vasi di terracotta sparsi qua e là. Il sole disegnava ombre sulle pareti bianche. Mi sembrava di respirare meglio, solo stando lì dentro.

Bianca: "È... casa."

Ho sussurrato, quasi senza rendermene conto.

Ico: "Sì. È nostra."

L'ho guardato. Non diceva parole d'effetto, non faceva promesse teatrali. Era semplice, deciso. Quel "nostra" mi si è piantato nel petto.

Bianca: "Ti immagini? Colazioni con la luce che filtra da qui... la moka, i piedi nudi sul pavimento freddo, il mare che ci parla piano..."

Ico: "E io che ogni sabato mattina scendo a prendere la focaccia, anche se fuori piove."

Ci siamo guardati in silenzio.

Ico: "Bianca, questa casa è un sì."

Bianca: "Anche per me."

E così abbiamo detto sì.

*

Un mese dopo, ogni dettaglio portava la nostra impronta. Il divano color panna che Ico voleva da sempre. I miei cuscini con le frange. Una libreria caotica, un tappeto troppo grande, una mensola solo per le nostre tazze diverse. Era casa. Nostra.

Decidiamo di organizzare una cena. Ma senza rivelare tutto subito.

Ico (nel gruppo WhatsApp):
Vi va una serata easy? Focaccia e vino bianco? Abbiamo scoperto un posticino nuovo vista mare.

July, Camilla e mamma rispondono entusiasti. Non sospettano nulla.

La sera arriva. July è puntuale come un orologio svizzero, come sempre.

July: "Allora, Olly? 'Sta focaccia segreta dov'è?"

Ico: "Eh, si sale un po'... ma ne vale la pena."

Camilla arriva con una bottiglia di vino, mamma con un vasetto di fiori.

Mamma: "Ma che bella scalinata, ragazzi... però dove ci portate? Al piano attico della focacceria?"

Bianca: "Non proprio..."

Saliti all'ultimo piano, apro la porta. Il profumo del mare entra subito in casa. La terrazza illuminata da lucine calde, la tavola apparecchiata, i bicchieri che brillano sotto la luna.

July (guardandosi intorno): "Aspetta... ma che...?"

Camilla (sottovoce): "Bianca... questa casa è vostra?"

L'amore va...Where stories live. Discover now