Cap. 1

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Prima di riportarmi al mio ormai solito orfanotrofio, devo fare un salto al commissariato. Uffa che noia! Come posso tornare felice dai miei migliori amici se ho di nuovo portato morte in una povera famiglia, e povera è per modo di dire. Per una volta che mi sentivo davvero accettato da qualcuno!

Mi sento veramente male in questo posto, ho come l'impressione di sentire un peso sul cuore e tutte le volte che uno di questi poliziotti mi fanno delle domande sull'accaduto mi sembra di star mentendo, ma com'è possibile? Io sto realmente rispondendo seriamente, ma a quanto pare c'è qualcosa in me che non va.

«Ti riporto al tuo orfanotrofio. Scusami, appena saprò qualcosa te lo farò sapere» ah quasi dimenticavo questo è il detective Edogawa, era un amico di famiglia, l'unico che mi è rimasto.

In questi quattro anni mi sta aiutando a scoprire chi sta cercando di uccidere tutte le persone che hanno a che fare con me. Spero vivamente che non prendano di mira anche lui, mi sentirei veramente in colpa se provassero a togliermi anche lui ed anche i miei due unici amici. Ha provato a prendermi in custodia, ma non essendo quasi mai a casa il giudice non gliel'ha concessa, peccato.

Vorrei tanto sapere se qualche giorno prima di ucciderli lasci un segno, almeno potrei provare a proteggerlo in qualche modo, che so ... chiamando il detective e chiedendogli se potrebbe metterlo sotto protezione, mi chiedo se possa funzionare o è solo una stupida pazzia.

Saliamo in macchina non appena finisce di parlare con il suo superiore, quest'ultimo annuisce a qualcosa e partiamo. Chissà che cosa gli avrà detto ... vorrei tanto saperlo, ma dalla sua faccia deduco che non possa riferirmelo oppure è sconvolto per qualcosa. Spero che non sia nulla di grave. La cosa che mi rende nervoso è questo silenzio imbarazzante è ... orribile.

«Kin, ho scoperto che prima di ... dividervi, lascia un segno» mi dice sospirando. Qualcosa mi fa capire che non è una cosa molto divertente. Scuote la testa e non parla per tutto il resto del tragitto ... ma che palle!

Non appena arriviamo all'edificio malmesso e orribile, va a parlare con il direttore/preside o qualunque cosa sia! Quanto odio stare qui, le persone mi evitano per paura, il colore grigio dell'esterno mi deprime e quello bianco dell'interno non è di certo d'aiuto. Non ho ancora parlato delle camere! Per non parlare dei mobili, sono talmente malmessi che cadono a pezzi non appena apri le antelle! Se dovessi consigliare un posto dove andare a vivere lascerei questo posto per ultimo.

Insomma è un vero e proprio schifo per me, io non vengo da una famiglia ricca, quindi non posso paragonare questo posto ad una villa, ma quello che posso dire è che questo posto è un vero e proprio incubo, il più brutto della mia vita, vorrei svegliarmi e trovare mia madre che cucina i suoi dolci. Lo devo dire ... erano i migliori del mondo, mentre invece mio padre era negato ... se non ricordo male, bruciava pranzo o cena, tutte le volte. Mi mancano tantissimo.

«KIN» sento prima di venir stritolato dalla mia migliore amica, il suo abbraccio è sempre stato spaccaossa, ogni volta sento le mie ossa scrocchiare, ho paura che prima o poi me le divida in tanti minuscoli pezzi.

«Ciao, a quanto pare starò qui con voi ancora per un po' di tempo» lei mi guarda sorridente, ho il dubbio che a lei piaccio e la cosa non mi piace. Non dico che non sia una bella ragazza o che non mi possa piacere, ma ho paura per lei e per quello che le possa succedere.

«Kin, siamo ancora di ritorno eh. Mi dispiace che non sia andata bene neppure questa volta» e lui è l'altro mio migliore amico, eccoli. Loro per me ci sono sempre in ogni situazione e io spero vivamente che non gli succeda mai nulla.

«A quanto pare sono qui ancora ... dovrete sopportarmi ancora per un po'» loro ridono come risposta e mi fanno strada verso la mia nuova, forse dovrei dire mal andata, camera e mi butto sul letto. Per fortuna sono in camera da solo.

Allora già che ho un po' di tempo vi parlo dei miei amici. La ragazza si chiama Kazumi, è di media statura, lei si definisce bassa, ma secondo me non lo è, ha capelli di color violetto corti, non le superano le spalle, a parte due ciocche ai lati del suo viso che le arrivano poco sotto le spalle. I suoi occhi sono di uno strano azzurro mischiato al viola. È una ragazza dolce, solare e molte delle persone presenti qui dentro le stanno attorno, peccato che poi ha scoperto che le stavano vicino solo perché suo padre è il direttore di questo posto, è solo per questo che è qui. Molto spesso è vestita di nero, sinceramente non ho ancora capito perché li indossa. Ha la mia stessa età.

Il ragazzo invece si chiama Kiba, non è il suo vero nome, ma da quando si è appassionato all'anime di Naruto non permette più a nessuno di chiamarlo con il suo vero nome, nemmeno io so qual è! Lui invece ha capelli azzurrino chiaro, corti, gli occhi sono di un rosso intenso, non so perché ma mi vengono i brividi quando li guardo. In giro, gira la voce che lui sia americano, ma non so se sia vero, sta di fatto che lui non parla mai del suo passato quindi non so quasi nulla su di lui. Il suo carattere è uguale a quello di Kazumi, peccato che lui non sia per niente dolce! Anche Kiba è di media stautra ed ha 16 anni.

Secondo me loro due sono più che simpatici, peccato che su alcune cose non vadano per niente d'accordo così devo cercare di non farli accapigliare, peccato che non tutte le volte ci riesco e finiscono per tirarsi contro qualcosa di mio! Ma non possono uccidere qualcosa di loro, che ne so ... il loro portatile!

Mi stendo sul letto e non appena sento la loro voce alzarsi più del dovuto li caccio fuori e mi chiudo in camera. Appena in tempo, beh ora posso dormire in pace infondo è già mezza notte, chissà come ho fatto a far così tardi ... bho il tempo è davvero strano oggi.

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Prendo il controllo su quello che dovrebbe essere il padrone del corpo e mi alzo, apro la porta precedentemente chiusa a chiave e mi avvio verso la cucina. Per fortuna sono le tre di notte ed a quest'ora tutti dormono, in questo modo non mi è difficile prendere un qualsiasi coltello e ritornare nel corridoio.

Vediamo un po' ... la sua stanza dovrebbe essere al secondo piano, la quinta a destra. Mi avvio lì, apro la porta e guardo la persona a cui appartiene la camera. Non so che cosa ci trova, ma la cosa non mi piace per niente. Quel dannato detective si è accorto del mio avvertimento, ma nessuno si accorge quindi posso continuare senza essere disturbato.

Prendo il coltello che avevo nascosto nella tasca e rigo il suo collo, per me non è divertente però è il mio biglietto da visita e finché non ne trovo un altro più decente, non ancora utilizzato, lo testerò, per ora terrò questo.

Puoi scappare dove vuoi, ma io sono te!Where stories live. Discover now