Spalancai impercettibilmente la bocca, ma lui parve accorgersene lo stesso e "Ti piace quello che vedi?" chiese.

Quella domanda suonava familiare nei nostri ricordi così "Sì" annuii, per la seconda volta da quando lo conoscevo.

Mi ridestai solo quando "Allora, posso entrare?" mi chiese, ancora intrappolato sull'uscio della porta.

"Oh, sì, certo"

Louis si guardò intorno con il tipico sguardo da osservatore attento – l'ABC di un ladro provetto - , poi rivolse nuovamente lo sguardo verso di me.

"Bello qui"

Mi sedetti sul divano, incrociando le gambe ed invitandolo a prendere posto accanto a me.

Ci guardammo per qualche istante prima che lui immergesse una mano nei miei ricci facendomi mugolare.

"Non so come ho fatto a stare lontano da te in questi due giorni" mi comunicò. Acchiappai il mio labbro inferiore tra i denti, ostentando sicurezza proprio per farlo reagire.

"Mi chiedo come una creatura innocente come te sia diventata un ladro. Non che tu non sappia rispondere a tono, signorino. Solo, sembri così genuino, senza colpe"

Alzai lo sguardo puntandolo sul suo, era infinitamente bello.

"Mi fa impazzire il pensiero che tua sia tutt'altro che innocente, baby"

Chiusi gli occhi quando passò le sue dita delicate sul mio volto prima di tornare ad accarezzarmi la nuca, portandomi a sollevare il capo leggermente. Si avvicinò a me ed un brivido mi attraversò prepotentemente la schiena, quando poggiò le sue labbra calde sul mio collo.

Ci ritrovammo l'uno sopra l'altro il secondo dopo. Il corpo di Louis non mi sovrastava completamente a causa della sua stazza minuta, tuttavia i nostri bacini erano perfettamente allineati mentre lui continuava a martoriarmi il collo d a intrecciare le dita nei miei ricci.

Sentii il chiaro schiocco di un bacio prima che Louis potesse affondare leggermente i denti sul mio collo, succhiando e tirando la pelle nivea. Gemetti, maggiormente incontrollato, e lui rispose immediatamente spingendo il suo ventre contro il mio provocando una frizione divina che mi mandò in estasi.

"Continua, Louis" sibilai evidenziando quella falsa innocenza che tanto era preziosa ai suoi occhi chiari.

Proseguì a spingere per diversi minuti mentre il mio membro ingrossava a dismisura stretto nei miei skinny. Infilò una mano sotto la mia maglietta chiara, tastando subito il mio petto ed io, di rimando, agganciai le mie mani ai suoi fianchi, dettando il ritmo e costringendolo a spingere più forte mentre i nostri gemiti riempivano la stanza.

Sembravo io, in quel momento, il quindicenne represso che stava per sporcarsi i pantaloni del suo stesso piacere. Ed ero vicino, vicinissimo a quel disastro ma mentre già nella mia mente formulavo tutte le possibili scuse da attribuire al fatto che fossi venuto senza nemmeno essere stato toccato, Louis interruppe tutto con "Costringiamoli a non agire".

Rialzai il capo, abbandonato sul bracciolo del divano per "Come?" chiedere, stranito.

Louis si alzò completamente da me, mettendosi a sedere accanto, rimanendo sul divano. Non seppi se essere felice di quell'azione poiché non avrei dovuto giustificare i miei ormoni in subbuglio oppure esserne infastidito a causa dell'opera incompleta.

"Voglio dire, tu hai idea del motivo per cui è nata questa rivalità tra clan?"

Mi grattai il capo incerto sulla risposta da dare. I Wolves avevano sempre odiato i Widows a causa di tutte le volte in cui avevano fregato idee e prede senza vergogna. Tuttavia, a parte quello, non c'era una vera ragione che giustificasse la rivalità tra i due clan.

Heavy Crown.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora