Chapter 1.

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Dei passi rimbombarono sul pavimento in legno e ben presto delle scarpe eleganti attraversarono l'uscio della porta. Cercò un posto in cui nascondersi ma, essendo al centro del corridoio, non lo trovò. Iniziò a guardarsi freneticamente intorno, e quasi si mise a correre in tondo. Si appiattì contro il muro, trattenendo il respiro, come se nessuno lo potesse vedere.

Cercò di mimetizzarsi con la parete. Guardò attentamente Nicolai uscire dal suo ufficio. In un primo momento non lo vide, ma si ritrovò gli occhi dell'uomo addosso, che lo fulminarono con un solo sguardo. Il più piccolo abbassò gli occhi, come per scusarsi. Dopo poco uscì dalla stanza anche qualcun'altro.

Un uomo, molto più alto di Louis, che non riuscì a vederlo bene, poiché era girato verso l'altra parte del corridoio. Quello che poté vedere furono solo i capelli lunghi, che si arricciavano alle punte. Si morse il labbro inferiore, guardando le grandi e cadenti spalle. La schiena era dritta mentre camminava verso la parte opposta a dove si trovava Louis.

Nicolai gli lancio un'ultima occhiata, da dietro le spalle, per poi tornare a parlare con l'uomo.

Un sospiro di sollievo uscì dalle labbra del ragazzo, mentre camminava per il corridoio, verso la propria camera.

Però, delle parole, dette da una voce profonda, in fondo al corridoio, lo fecero congelare sul posto.

"Chi era quel ragazzo?"

~

Si sedette al centro del letto, guardando la scatola colorata di rosa, che aveva trovato fuori la porta. Aggrottò le sopracciglia confuso.

Chi mai avrebbe dovuto fargli un regalo?

Sciolse lentamente il fiocco viola, che circondava la scatola. Aprì velocemente la grande scatola, quando la curiosità prese la meglio su di lui. Ma ci trovò solamente un'altra scatola, viola, con un nastro rosa. Scartò anche quella. Ne trovò un'altra. Quella invece era rossa e non aveva nastri.

La aprì lentamente e quello che ci trovò dentro gli fece spalancare la bocca e sbarrare gli occhi.

La prese tra le mani, era bianca e..morbida. Quasi si confondeva con la sua pelle color porcellana.

Strinse tra le mani il metallo freddo, e uscì dalla camera, correndo. Abbracciò al petto il regalo, guardandosi a destra e a sinistra freneticamente, con il fiatone per la corsa, mentre bussava alla porta di Dylan e Aaron.

Poco dopo sentì dei passi avvicinarsi e la porta si aprì davanti a sé. Non perse tempo e saltò letteralmente sul ragazzo con gli eccentrici capelli blu, facendolo cadere all'indietro, sul pavimento, stampandogli un bacio sulle labbra.

"Grazie, grazie, grazie!"quasi urlò, alzandosi per dare un bacio a stampo anche a Dylan, che era sdraiato sul letto.

Ridendo, Aaron, si alzò dal pavimento, raggiungendo il più piccolo sul letto.

"Ti piace?"domandò, sorridendo ad un Louis evidentemente entusiasta.

"La amo!"rispose, quasi con gli occhi lucidi.

"Davvero? Menomale. Dovevamo scusarci per stamattina."intervenne Aaron, passandosi un mano tra i capelli rossastri, sospirando.

"È..è bellissima!"esclamò, Louis, muovendo la coda bianca avanti e indietro, tra le mani.

Sospirò, lasciandosi cadere sul letto, sdraiandosi tra i due ragazzi. Si strinsero al moro, appoggiando entrambi la testa sulle sue spalle.

"Sentite.."iniziò il piccolo, dopo un paio di minuti, passati in silenzio. "Chi è Daddy?"continuò, un po' tentennate.
I due ragazzi si guardarono allarmati, sedendosi con lo sguardo fisso su Louis, che li guardava straniti.

"C-cosa?"

"Chi è Daddy?"ripeté, sedendosi con la schiena contro la spalliera del letto.

"Come fai a sapere di Daddy?"spalancarono gli occhi.

"Io non so nulla di questo signore,"abbassò gli occhi, intrecciando le dita"Noah e Derek hanno detto che voi avevate il compito di dirmelo."alzò lo sguardo su i due ragazzi, che in quel momento stavano sbuffando e scuotendo la testa.

"Te lo dirà Dylan."annuì, Aaron, e Dylan fece lo stesso, ma, quando elaborò le parole dell'amico, gli diede uno schiaffetto sul braccio.

"Hei,"protestò"dobbiamo dirglielo insime!"

"Va bene, va bene."Aaron si massaggiò il punto colpito.

"Allora?"chiese Louis, curioso, mettendosi sulle ginocchia.

"Mh..allora,"Aaron, iniziò a parlare, attirando l'attenzione del ragazzo più piccolo"Avrai notato che tra i corridoio non sta girando nessuno, anche se noi ne siamo molti, anzi moltissimi. Neppure le ragazze ci sono."

"Infatti non le ho trovate nella loro camera."commentò, Louis.

"Loro non ci sono, sono andate a comprare la roba per preparare molte cose per la cena di stasera."

"Perché?"

"Perché stasera sarà diverso."

"Diverso?"chiese un Louis sempre più confuso.

"Già, cioè, in realtà ci saranno delle persone diverse, e molto importanti. Queste sono degli amici di Nicolai. Il più importante tra questi è il così detto Daddy, un uomo che solo a pronunciare il nome la gente quasi sviene. È un uomo importantissimo, di certo i soldi non gli mancano ed è conosciuto da tutti."

"Dicono anche che è di una bellezza straordinaria. Ma noi non lo abbiamo mai visto,"aggiunse Dylan"ma io ne dubito. Un uomo d'imprese è sicuramente vecchio e raggrinzito."fece una smorfia, per mostrare il suo disgusto, facendo ridacchiare teneramente il moro.

"Perché viene chiamato "Daddy"?"chiese innocentemente.

"Ehm..p-perché..questo te lo spiega Dylan!"

L'altro ragazzo spalancò la bocca, sentendosi tirato in causa.

"Mai!,"scosse la testa"E poi questo doveva farlo Nicolai!"

"Vero!"annuì, concordando"Lou, chiedi a Nicolai, ma quando tutto sarà finito."

"Tu cerca solo di stare fuori dai suoi affari, non gli piacciono i ficcanaso."gli consigliò, Dylan.

"È la stessa cosa che mi hanno detto i ragazzi."si morse il labbro inferiore. "Lui..lui è già qui?"chiese timidamente.

"Dovrebbe essere con Nicolai."lo informò Aaron.

"Ma Nicolai stava girando per la casa, e con lui non c'era nessun uomo vecchio."aggrottò le sopracciglia, accarezzando il pelo bianco della coda.

"Bah."fece Dylan, facendo spallucce, prima di alzarsi dal letto.

"Dovresti metterti qualcosa di più coperto addosso, non solo una maglia."gli accarezzò i capelli, Aaron.

Louis mugolò in apprezzamento, rannicchiandosi vicino il suo petto.

"Parteciperà alla cena?"chiese Dylan a Aaron, uscendo dal bagno, che ognuno aveva in camera, con solo i boxer.

"Credo proprio di no, penso che Nicolai voglia proteggerlo da quel tipo di persone."rispose Aaron, riferendosi a Louis, che si stava ancora godendo le carezze.

Dylan annuì concordando, mentre rovistava nell'armadio.

Un ticchettio alla porta fece voltare tutti e tre di scatto.

"Dylan, Aaron, posso entrare?"chiese Nicolai, da dietro la porta.

Kitten ||Larry Stylinson||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora