•Capitolo 1•

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Chi da piccolo non ha mai sentito storie riguardanti streghe e maghi? Tutti almeno una volta nella vita abbiamo sognato di possedere una bacchetta magica per poter fare ciò che vogliamo. Magari salvare il mondo da un malvagio mago e venire lodati per la coraggiosa impresa.
Dopotutto ci è stato detto che tutto ciò non esiste, che è solo frutto della fervida fantasia dell'uomo.
Ma questa è una bugia ed Hermione Granger lo sapeva bene perché era una strega. Lei, però, era una Nata Babbana, ovvero figlia di Babbani, persone non dotate di magia. L'essere una Nata Babbana, tuttavia, non le aveva impedito di diventare una brillante strega; al contrario, era stata definita 'la strega più brillante della sua età' ed era fiera di questo.
Amava i libri, che per lei erano la risposta a qualsiasi domanda e in essi si rifugiava quando credeva che il mondo non poteva darle conforto in nessun modo.

Una bella mattina di metà luglio Hermione si svegliò di buon'ora. Si trovava alla Tana, la casa della famiglia Weasley. Erano persone molto ospitali, tanto che per lei erano come una seconda famiglia. Hermione si svegliò nella stanza di Ginny Weasley, l'unica figlia femmina della famiglia, nonché la minore. Era di un anno più piccola rispetto a Ron ed Hermione.
Al suo risveglio, però, non trovò la proprietaria della camera nel proprio letto. Probabilmente era già al piano inferiore con il resto della famiglia.
Si preparò in fretta, cercando di tenere a bada i suoi folti capelli ricci senza grande successo, e scese giù a far colazione.
In cucina trovò quasi tutta la famiglia Weasley al completo, ad eccezione di Bill, il maggiore dei fratelli che lavorava come cacciatore di tesori per la Gringott, la banca dei maghi; Charlie, il secondo dei fratelli e allevatore di draghi in Romania; e Percy, terzo fratello, che lavorava al Ministero della Magia.
Oltre alle teste rosse dei Weasley ce n'era una dai capelli corvini di un ragazzo con gli occhiali dalla montatura rotonda, magro e non molto alto: Harry Potter, il Bambino Sopravvissuto. Quando aveva solo un anno i suoi genitori, nel tentativo di proteggerlo, furono uccisi dall'Anatema Che Uccide di Lord Voldemort; questa maledizione è letale per chiunque, ma non lo fu allora per Harry contro il quale l'incantesimo "rimbalzò" e si scagliò su Voldemort indebolendolo molto, tanto che per anni molti lo credettero morto.
Purtroppo non era così. Era tornato ed era determinato ad uccidere Harry.
Di quell'episodio Harry portava una cicatrice sulla fronte a forma di saetta, che era il suo segno di riconoscimento, dato che la sua storia era celebre in tutto il mondo della magia.
《 Harry!》esclamò Hermione mentre correva ad abbracciarlo, sorpresa dall'arrivo del ragazzo di cui lei non sapeva nulla.
Harry, Ron ed Hermione erano migliori amici, perciò per loro passare le vacanze estive insieme era davvero il massimo.
《 Sapevo che saresti venuto, ma non così presto!》
《Lo so, è stato tutto inaspettato anche per me. Silente mi ha portato con lui a convincere un suo amico, il professor Lumacorno, ad insegnare ad Hogwarts quest'anno.》
《Difesa Contro le Arti Oscure? 》chiese Ron.
《Non me l'hanno detto, ma suppongo di sì. L'insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure cambia ogni anno.》rispose Harry con un'alzata di spalle.
Terminarono un'abbondante colazione a base di uova strapazzate, bacon, salsicce e budino preparata da Molly Weasley, la madre di Ron.
Dopo che le loro pance furono sazie, Hermione e Ginny aiutarono la signora Weasley a sparecchiare la tavola e a lavare i piatti; Harry e Ron cominciarono un torneo a Scacchi, ma il rosso come sempre ebbe la meglio; i gemelli Fred e George andarono nella loro camera a combinare qualcuna delle loro; mentre Arthur Weasley, il capofamiglia, andò a lavorare al Ministero.

Più tardi, Hermione, Ron ed Harry andarono nella camera del rosso per stare un po' da soli e parlare, cosa che non facevano da molto tempo.
《Harry, com'è andata dai Babbani?》chiese Ron, che non sopportava gli zii di Harry. A dire il vero, nessuno sopportava la famiglia Dursley, ad eccezione della famiglia Dursley stessa. La zia Petunia era la sorella maggiore di Lily, la madre di Harry. Quest'ultima era l'unica della propria famiglia ad essere una strega. La sua "diversità " aveva sempre suscitato l'orgoglio dei genitori e la forte invidia di Petunia, che, tuttavia, era riuscita a trovare un marito degno di lei, Vernon Dursley. Entrambi odiavano la magia, o qualsiasi cosa fosse al di fuori del normale, e odiavano Harry al quale avevano fatto passare un'infanzia da incubo.
《Mi hanno ignorato, come sempre.
Sapete, Silente è venuto a prendermi direttamente a Privet Drive. Avreste dovuto vedere le facce dei miei zii.》i ragazzi risero immaginando la scena
《Inoltre mi ha consegnato il testamento di Sirius. Mi ha lasciato il 12 di Grimmauld Place, Kreacher compreso.》qui il suo tono si fece più grave, ripensando alla morte del padrino.
《E tu, Hermione? Cosa hai fatto prima di venire qua?》domandò Ron, tentando di cambiare argomento.
《Sono andata in Francia con i miei per una settimana, ecco, ho una foto.》
Mostrò agli amici una foto di lei davanti alla Tour Eiffel. Ron rivolse uno sguardo interrogativo alla foto, non essendo abituato alle fotografie babbane che non si muovevano.
《Sono curiosa di sapere quali libri dovremo adottare quest'anno!》esclamò Hermione, troppo entusiasta.
《Goditi le vacanze!》la rimproverò Harry.
《Ma lo sto facendo! Nei momenti di noia rileggo i libri dello scorso anno per ripassare.》 i ragazzi alzarono gli occhi al cielo. Quella ragazza era incorreggibile.
I seguenti giorni li passarono giocando a scacchi, parlando del più e del meno, mangiando le golosità della signora Weasley e leggendo.
Come tutti gli anni ricevettero la lettera da Hogwarts che informava gli alunni e i genitori dei libri di testo da acquistare per l'anno scolastico.
Così, appena possibile, si recarono a Diagon Alley. Lì Fred e George erano riusciti a realizzare il loro sogno di aprire un negozio di scherzi chiamato Tiri Vispi Weasley, i cui affari andavano alla grande. I tre amici non poterono non fare un giro nel negozio dei gemelli. Era qualcosa di grandioso, tutto frutto delle teste geniali di Fred e George. Ovunque lo sguardo si posasse, l'occhio era colpito da un'esplosione di colori, l'orecchio assordato da strani rumori di ogni tipo, il palato tentato dalla vista e dall'odore di caramelle e merendine.
Dopo un'ora di pura magia, i ragazzi furono costretti ad uscire da lì.
Passeggiando da soli, Harry, Ron ed Hermione si imbatterono nelle vetrine di Magie Sinister, un negozio da cui era meglio stare alla larga. Da lontano, notarono qualcosa, o meglio, qualcuno.
Era Draco Malfoy che combinava qualcosa, di certo nulla di buono. Era accompagnato da due tipi loschi, coperti da due mantelli neri, così che era impossibile riconoscerli. Considerando che i genitori di Malfoy appartenevano alla cerchia del Signore Oscuro, non c'era da stupirsi se quei due fossero dei Mangiamorte.
Così in Harry si fece spazio un pensiero... e se Malfoy fosse diventato un Mangiamorte?

Dopotutto l'ipotesi di Harry che Draco fosse diventato un Mangiamorte non era poi così sbagliata. Sapeva che quella era la strada giusta, che l'unico di cui ci si poteva fidare era il Signore Oscuro. Ma, vuoi per la sua giovane età, vuoi per altri motivi non troppo chiari nemmeno a se stesso, nella sua mente l'idea di diventare a tutti gli effetti un Mangiamorte non si era mai concretizzata completamente.
Tutto ciò stava accadendo perché pochi mesi prima Lucius Malfoy, suo padre, aveva fallito in una missione affidatagli da Lord Voldemort: gli era stato ordinato di prendere la profezia del collegamento tra Lui ed Harry dal Dipartimento Misteri al Ministero della Magia. In qualche modo, Harry Potter e i suoi compagni erano venuti a conoscenza della spedizione ed erano accorsi al Ministero, dove, per evitare che la profezia cadesse nelle mani del Signore Oscuro, l'avevano distrutta di proposito. Come punizione per il fallimento, Lord Voldemort aveva ordinato che il giovane Malfoy diventasse un Mangiamorte e che uccidesse Albus Silente. Se non l'avesse fatto, sarebbe stato ucciso assieme alla sua famiglia.
Così quella stessa mattina, prima di andare a Diagon Alley, era cominciata la vita da Mangiamorte per il giovane Malfoy, proprio a casa sua, al Malfoy Manor.

Il lugubre rito era stato svolto tra una stretta cerchia di Mangiamorte.
Si trovavano in salotto, il camino come unica fonte di luce e di calore, cosa che rendeva l'atmosfera ancora più tetra.
Un Mangiamorte incappucciato poggiò l'estremità della propria bacchetta sull'avambraccio sinistro di Malfoy. Ogni movimento era fatto con un'estrema lentezza. Il tempo sembrava essersi fermato. Non volava una mosca.
Il Mangiamorte, sempre con estrema lentezza, pronunciò la formula Morsmordre. Nei primi secondi seguenti non accadde nulla, sembrava quasi che l'incantesimo non avesse funzionato. Draco sentì dentro di sé una sensazione di sollievo che venne smorzata dagli sguardi dei presenti, che continuavano ad aspettare in silenzio, gli occhi fissi sul suo avambraccio sinistro come se su di esso stesse per apparire qualcosa di grandioso da un momento all'altro.
Poi cominciò.
Prima sentì un leggero bruciore che si intensificò velocemente in pochi secondi, diventando una fiamma che gli bruciava la pelle, ma invece di logorarla la tatuava. Non guardò sul punto su cui sentiva gli occhi di tutti i presenti perché non ne aveva il coraggio, ma poteva avvertire sempre più chiaramente il Marchio imprimersi sulla sua pelle chiara.
Il sudore freddo gli gocciolava lungo la fronte e le guance, ma utilizzò tutta la concentrazione possibile per cercare di mantenere un'espressione distaccata e tranquilla. Era una tecnica che usava praticamente da sempre.
Quando si trovava in una situazione di imbarazzo o timore, isolava tutti i suoi sentimenti in una parte remota del cuore, facendo in modo che non si riflettessero nella sua espressione facciale. I sentimenti per lui erano una debolezza e Draco Malfoy non poteva permettersi di apparire vulnerabile.
Non era un semplice bruciore quello che sentiva, non era solo una sensazione fisica. Sentiva il male entrare e impossessarsi di lui, creando un legame tra lui e Lord Voldemort.
Ma tutto ciò che poteva provare in quel momento era paura. Aveva paura, molta paura.
Paura di non riuscire a portare a termine la missione affidatagli.
Da lui e lui solo dipendeva la sua stessa vita e quella dei suoi genitori.
Non avrebbe mai distrutto il proprio orgoglio chiedendo aiuto a quegli idioti dell'Ordine della Fenice che credevano di poter sconfiggere il Signore Oscuro. Lui era fortissimo e aveva un esercito altrettanto forte. Come pensavano di poter avere la meglio?
Ecco, era fatto. Il Marchio Nero era definito sulla sua pelle, che sembrava più pallida di quanto non fosse già, a causa del contrasto con i contorni scuri del simbolo.

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