capitolo 1

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(La ragazza nella foto è Angel )

Aprii i miei occhioni azzurri borbottando qualcosa di indecifrabile decisi di alzarmi dal letto .Il cielo di Oslo non prometteva nulla di buono, sembrava dovesse scoppiare una tempesta nel più breve tempo possibile. Mi preparai per andare nel mio più grande incubo, non che non mi piacesse studiare ma voleva dire affrontare Cameron e la sua compagnia di basket ed Emily con le sue compagne di cheerleader .Erano i leader della scuola . Facevano paura a tutti o quasi, poi c' era qualcuno come me che non li temeva affatto, anzi, per me era assolutamente divertente stuzzicarli.Loro si sentivano i migliori, in tutto e per tutto . Quando arrivavano a scuola sembravano che stessero sfilando per un importante casa d' abbigliamento .Odiosi .
Disinfettai le ferite sul mio braccio, chiudendole poi con una garza .
Ricordo perfettamente che prima non ero così. Ero piena di vita sempre allegra , solare, vivace .Poi qualcosa improvvisamente mi fece cambiare .
Era il 22 Novembre, avevo costretto i miei genitori a portarmi ad una festa di compleanno. Ci volevo andare a tutti i costi, ero una piccola bambina, avevo 10 anni .Mio padre si divertiva a sfrecciare la sua nuova auto rossa, ancora lucida ed ancora con l' odore del concessionario . Mia madre lo pregava di andare un po' più piano , ma lui in risposta rideva, rideva di gusto .Poi ad un tratto ci tagliò la strada, andando ad una velocità supersonica. Nell' incidente persero la vita 4 persone :il conducente dell' auto opposta, sua moglie ed infine mio padre e mia madre .Quando me lo raccontarono piansi ininterrottamente per una settimana o forse più .Passarono gli anni ma i sensi di colpa aumentavano sempre più, perché infondo era soltanto colpa mia .La mia prima lametta la presi in mano all' età di 14 anni, quando ero grande abbastanza per capire cosa fosse successo .Quello era un modo per punirmi .Volevo andare da loro nel più breve tempo possibile .Nell' incidente sarei dovuta morire io .Era meglio non pensarci più .
Ero già in ritardo .Andai a scuola con lo skateboard, era una delle mie più grandi passioni .Quando varcai la soglia del grande portone marrone tutte le attenzioni furono rivolte verso me .Mi sistemai la tracolla in spalla, guardando tutti, uno per uno, cercando di capire il perché mi fissassero costantemente . Insomma i capelli castani erano messi in ordine, erano sempre riposti sulle mie magre spalle, non avevo nulla fuori posto, poi notai Cameron arrivare verso di me con il suo sorrisetto sghembo, come sempre aveva i suoi capelli castani alzati in una cresta, gli occhi marroni ed erano quasi magnetici , la sua corporatura alta e robusta era forse paragonabile ad un Dio greco .
-Angel, Angel, Angel, cosa dobbiamo fare con te? -mi chiese lui. L' attenzione era completamente rivolta verso di noi .Nessuno osava dire una parola o un bisbiglio .Silenzio, silenzio totale .
-Cameron, cosa vuoi? -risposi acida al ragazzo che si stava sempre più avvicinando verso me
-Io? Nulla, non ti hanno insegnato l' educazione? Ah, no, già, i tuoi genitori hanno preferito morire piuttosto crescere una figlia come te .Comunque, ragazzetta, devi imparare che quando ci vedi ci devi salutare e devi spostarti -concluse il ragazzo, stringendo il mio polso in una forte presa .
-Fottiti ,Cameron -risposi liberandomi da lui .Intorno a noi il silenzio che c' era prima venne spezzato da un "Ohh"da parte di tutti gli studenti .Erano visibilmente stupiti dal mio comportamento .
Angel 1 , Cameron 0 .
Le ore di lezione bene o male passarono, uscii un po' prima per non vedere Cameron .Me l' avrebbe fatta pagare .Corsi con tutta me stessa, fino ad arrivare al garage, nel quale già c' era la mia band che accordava qualche strumento
-Angel che ti prende? -disse Bryan ridendo silenziosamente, vedendomi con il respiro affannato e rossa in viso .
-Cameron - risposi io in un sussurro, sedendomi per terra , prendendo fiato .
Subito dopo cominciammo a provare, eravamo una bella band .Con loro mi sentivo diversa, sparivano tutti i problemi, spariva Cameron, i ragazzi del basket, le ragazze "pon- pon " , spariva tutto .
Con loro mi sentivo viva .
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I hate you and I love you||Cameron Dallas||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora