Pov Lilith
Una farfalla, leggera, innocua agli occhi di molti.
Quello che la gente non vede però è la maestria che possiede.
È autrice del noto 'effetto farfalla', accomunata al nemico delle scelte compiute in buona fede.
Ma la gente non sa tutto quell..
Sentì un urlo provenire dalla stanza di fianco.
La penna quasi mi scivolò dalle mani per lo spavento.
"Cavolo, ma è possibile."
Nemmeno le cuffiette e la musica al massimo del suo volume riuscivano a coprire il casino di quella casa.
<Lilith, Evelyn! È pronta la cena!>
La voce pronunciata di Atlas ci invitò gentilmente a scendere, e così feci.
Mi lasciai portare dalla ringhiera, come le principesse nelle favole che con dolcezza e maestria ripetevano la mia stessa acrobazia.
Mi sedetti nell'angolo più lontano della tavola.
Si sentiva solo il brusio fastidioso dei miei fratelli, che parlavano di affari, sovrastato alle voci accusatorie e malevoli delle mie sorelle, che parlavano male della gente.
Io invece mi rinchiudevo nel mio piccolo mondo, di calma e tranquillità.
Rispetto agli altri ero considerata la 'luce' che illuminava la via, non che ci volesse chissà che per superare i loro modi.
Dopo circa un quarto d'ora vidi Evelyn scendere.
Indossava solo una maglia, che le arrivava fino a metà coscia, e teneva in mano il suo telefono insieme ad un portafoglio sconosciuto.
Si sedette al mio fianco, senza lasciar uscire nemmeno una parola.
Aveva una cera mal conciata, coi segni della stanchezza sotto gli occhi e i capelli spettinati.
Tutto si ammutolirono al suo arrivo.
<Che c'è?>
Chiese con aria arrabbiata lanciando un'occhiataccia a chiunque la guardasse.
Nessuno rispose, aspettando la spiegazione di tutto ciò.
Dalle scale scese un ragazzo.
<Cof cof.>
Cominciò a tossire Atlas, strozzandosi col vino.
Il ragazzo sgattaiolò dalla porta sotto gli sguardi attenti e le risatine denigratorie e scoraggianti.
Una volta liberati del malcapitato lo sguardo furioso di Atlas colpì la bionda.
<Che cazzo di problemi hai?>
Sbottò di tutta risposta, facendo sobbalzare dallo spavento Orion.
Sospirò esausta, massaggiando la tempia con le dita.
<Cerco di guadagnare qualcosa per dare il mio contributo.>
Cercò di chiarire lei, facendo sembra innocuo tutto ciò con un timbro di voce dolce.
<Mi sembra ovvio.>
Una risata scappò dalla bocca di Amelia.
<Certo che sì cara. È proprio così che si fa successo.>
Sembrava quasi appoggiarla all'inizio, con tutti gli sguardi increduli puntati addosso.
<Prima ti porti a letto un tipo a caso, ti fai pagare e poi lo derubi!>
Gesticolò con le mani, facendole agitare.
Di colpo i suoi occhi di spensero, lasciò cadere le mani e tornado la realista di sempre .
<Così sta sicura che torna.>
Il suo tono sarcastico e un ghigno in volto lasciò morire ogni sua speranza in partenza.
Restò un amaro silenzio nell'aria, assistito al cinismo negli sguardi delle due.
Si ammiravano a vicenda con rabbia.
Amelia socchiuse gli occhi, con disprezzo.
<Non dirmi che è una delle sue stupide idee.>
<Ovvio che no.>
Sospese la frase, credendo che chiunque avrebbe creduto alle sue parole.
<Devi lasciare stare quel perverso.>
Evelyn mise il broncio, come i bambini.
<Non chiamarlo così! Non puoi accusarlo solo perché lo odi!>
Cominciò ad alzare il tono, portandosi in piedi e sbattendo le mani sul tavolo.
<E a te non serve fare la puttana solo perché lo ami.>
Lei copiò i suoi gesti, gridando in modo più forte.
<Meglio così piuttosto che avere un cuore di ghiaccio, sei sempre insensibile.>
<Non direi visto come vorresti ridurti.>
Abbassò lo sguardo.
<Bhe.... fanculo!>
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Sin
RomanceTutti conoscono il mito di Adamo ed Eva, giusto? Ma se nulla fosse come viene descritto, molte volte i dettagli migliori e accattivanti vengono tralasciati. Questa è la storia di Lilith, un angelo macchiato da un solo peccato, aver amato la persona...
